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Millésime

Grand Vintage 2004: arriva il 70° millesimato di Moët

Difficile parlare di Moët & Chandon senza ricordare che è la più grande maison di champagne. Ma difficile anche non ricordare le sue eccezionali capacità. Per carità, il...
di Alberto Lupetti

champagne Moët & Chandon Grand Vintage 2004Difficile parlare di Moët & Chandon senza ricordare che è la più grande maison di champagne. Ma difficile anche non ricordare le sue eccezionali capacità. Per carità, il celeberrimo Brut Impérial potrà anche non piacere (opinione, questa, rispettabilissima, ma non posso dire altrettanto di quelli che sparano a zero sulla qualità di Moët solo per partito preso…), ma la sua costanza stilistica, il suo sapersi evolvere senza rinnegarsi sono da applauso. Punto e basta.

selezioni di uva nella champagne
Il Grand Vintage nasce da una selezione dei migliori vigneti di proprietà di Moët & Chandon, prediligendo i più vecchi e quelli classificati Grand Cru.

Ritengo, però, che il vero talento di Moët & Chandon sia racchiuso nel millesimato, meglio noto come Grand Vintage. Facile, in proposito, esaltarlo ricordando che il Dom Pérignon nacque come cuvée de prestige di Moët proprio dal millésime 1921… E non si trattò di un’annata unica, quindi di un’eccezione, perché, avendo la fortuna e la possibilità di assaggiare i vecchi millesimati di Moët – di tanto anche riproposti in tiratura limitata come Grand Vintage Collection – si percepisce nettamente la grandezza di questi champagne, sempre rappresentativi dell’annata nella coerenza stilistica della maison e, soprattutto, eccezionalmente longevi.

degustazione di Benoît Gouez, chef de cave della maison
Benoît Gouez è lo chef de cave della maison. Grazie alla sua sensibilità, al suo intuito, al suo coraggio di osare stanno nascendo champagne di spessore come il Grand Vintage 2004.

Il Grand Vintage nasce dalla selezione delle migliori uve dei vigneti di proprietà. Che in totale sono oltre 1.100 ettari suddivisi in 370 parcelle, di cui buona parte in 15 dei 17 villaggi Grand Cru. Per il millesimato si scelgono solitamente le vigne più vecchie, tra le quali Les Vignes de Saran, nella Côte des Blancs su un coteaux nei pressi  dello Château de Saran, già residenza di Jean-Rémy Moët. E fu proprio lui ad acquistare il vigneto nel 1801, al quale si aggiunse sei anni più tardi Les Champs de Romont, ai piedi della Montagne de Reims, tra Mailly e Sillery. È questa una zona molto fredda, quindi adatta al Pinot Meunier, che qui prospera sin dal medioevo. Per il Pinot Noir, invece, andiamo ad Aÿ, dove il meraviglioso vigneto di Les Sarments d’Aÿ è di Moët addirittura dal 1798 e vanta un’ottimale esposizione a sud. Ebbene, dai vins clairs di questi vigneti l’estroso chef de cave Benoît Gouez ottiene di volta in volta una sorta di foto in negativo dello champagne, nel senso che ne intuisce le potenzialità a seconda dell’annata, ma non ne conosce né l’aromaticità né la ricchezza, che si riveleranno appieno solo al termine della maturazione sui lieviti. Per questo, Gouez preferisce lasciarsi guidare principalmente dal suo intuito al momento di assemblare la cuvée, che, nel caso del millesimato, deve esprimere lo stile della maison nel rispetto delle caratteristiche dell’annata.

controetichetta, grande novità di Moët & Chandon con il Grand Vintage 2004
La grande novità introdotta da Moët proprio con il Grand Vintage 2004 si trova nella controetichetta: ora sono indicati assemblage, dosage e perfino dégorgement.

Il Grand Vintage 2004, nello specifico, prosegue nell’intelligente evoluzione della linea apportata via via da Gouez a partire dal Grand Vintage 2000, quindi maturazione sui lieviti cresciuta progressivamente da 5 a 7 anni e dosaggio sceso alla soglia dei 5 g/l. Inoltre – novità assoluta – con questo 2004 il Grand Vintage riporta in controetichetta tutte le informazioni, quindi assemblaggio, il suddetto dosaggio e – udite, udite! – perfino il dégorgement. Certo, è indicato solo l’anno (2012), ma è comunque un gran bel passo in avanti che farà la gioia degli appassionati. Quindi, zitti e buoni prima che ci ripensino…

Per quanto riguarda l’annata 2004, invece, in Moët ha dato un raccolto talmente abbondante da far parlare di annata record, anche per via delle uve perfettamente sane e con un grado di maturità ottimale. Durante l’anno, il clima è stato mite, particolarmente favorevole allo sviluppo dei grappoli. Inoltre, nonostante la primavera sia stata un po’ secca, le piogge d’inizio estate hanno permesso un’ottima fioritura, mentre il caldo nel prosieguo della stagione ha favorito quell’ottimale maturazione di cui s’è detto.

bottiglia di champagne Grand Vintage 2004Grand Vintage 2004
33% Pinot Noir, 38% Chardonnay, 29% Pinot Meunier; dosage 5 g/l
dég. 2012
– bel naso davvero, rocciosamente fedele allo stile minerale dell’etichetta e nient’affatto velato da quel minimo di solforosa com’era, invece, il 2002 all’inizio. Più di tutto, però, intriga l’evidente nota piccante che va dallo zenzero al pepe (bianco) vero e proprio, donando vivacità all’insieme. Un insieme di gran bella materia, morbida e rotonda, che esalta man mano un frutto giallo delicato, il tutto senza venir mai meno alla grande finezza. La bocca, invece, sembra piuttosto asciutta, nonché meno espressiva e sfaccettata rispetto al naso, finanche singolare nell’alternare mineralità e dolcezze. Ma non pecca certo di piacevolezza e bevibilità, nonostante riveli anche una nota amaricante a centro bocca e il finale, certamente gustoso di frutto, sia un po’ sfumato, ovvero non troppo lungo. Ma lo champagne è pur sempre giovanissimo, per questo posso affermare serenamente che si tratta di una bella bottiglia che promette molto, molto bene. Quindi il punteggio non è che il punto di partenza…
Voto: 89/100

nuova etichetta del Grand Vintage
Ora anche l’etichetta del Grand Vintage è come quella dei Collection, quindi l’annata è scritta come il cartellino scritto con il gesso che nella vinothèque della maison identifica le vecchie annate conservate “sur pointe”.

Conclusioni
Rischio di ripetermi, ma i grandi champagne hanno bisogno di anni per esprimersi al meglio delle loro possibilità. E il Grand Vintage, essendo un grande champagne (di nome e di fatto, fidatevi!) non sfugge alla regola. Di conseguenza, sono convinto che nel giro di un paio d’anni ci troveremo di fronte a una bottiglia veramente notevole, forse addirittura superiore al Grand Vintage 2002. Che, per carità, sarà teoricamente figlio di un’annata superiore, ma al lancio non mostrava la gustosità, l’innegabile piacevolezza di beva, la solida coerenza stilistica della maison proprie, invece, di questo 2004. Pertanto, penso che il paziente lavoro effettuato da Benoît Gouez in questi anni sul Grand Vintage sia giunto ora a perfetto compimento.

Un’ultima osservazione, poi, quanto mai attuale. Chi altri può offrire a questo prezzo (il listino è sui 60 euro, ma lo street price arriva anche a 45…) una bottiglia di champagne millesimato con queste caratteristiche e con questo potenziale di maturazione? Rifletteteci su.

Gli champagne Moët & Chadon sono distribuiti in esclusiva da:
Moët Hennessy Italia
– tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

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