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Cuvée de Prestige

Finalmente l’attesissimo Dom Pérignon 2010!

Molti appassionati l’attendono, chiedono informazioni, sono curiosi. Da tempo. E giustamente. Bene, è giunto il momento di raccontare il Vintage 2010 di Dom Pérignon, visto che da qualche...
di Alberto Lupetti

Dom Pérignon Vintage 2010

Molti appassionati l’attendono, chiedono informazioni, sono curiosi. Da tempo. E giustamente. Bene, è giunto il momento di raccontare il Vintage 2010 di Dom Pérignon, visto che da qualche giorno si rincorrono rumors, scatti rubati e cose simili. Ne parlavo qualche giorno fa a cena con quello che è il suo papà, Richard Geoffroy, e mi sottolineava quanto fosse contento di questo champagne, nato in una vendemmia complicata e giunto dopo un mito del calibro del Vintage 2008. Non è facile un’uscita simile, presta il fianco a pericolosi paragoni, ma il Vintage 2010 rappresenta una pietra miliare nella storia della maison. È una sorta di cerniera tra due decadi molto importanti per Dom Pérignon. La prima ha visto vendemmie straordinarie alternarsi con altre che hanno rappresentato tutto il savoir-faire dell’équipe tecnica. La prima decade ha anche visto la produzione crescere su numeri impensabili per chiunque altro, ma a fronte di una qualità senza dubbio d’eccellenza. E ha pure visto prendere forma un perfezionamento del concetto di Dom Pérignon (il vino) per prepararlo alle sfide degli anni a venire. Sarà Vincent Chaperon ad avere questa grande responsabilità sulle sue spalle, ma sono sicuro che saprà onorarla al meglio. Proprio Richard, durante la cena della scorsa settimana, mi diceva come Vincent fosse per lui più di un figlio e come lo ritenga perfettamente pronto a ricoprire il ruolo di chef de cave per i prossimi vent’anni.

Vincent Chaperon
Vincent Chaperon, dal 2005 in Dom Pérignon, poi braccio destro di Richard, dal 2019 chef de cave. Il futuro di Dom Pérignon è in splendide mani, state certi!

A proposito dell’annata 2010, Vincent Chaperon (all’epoca già braccio destro di Richard), ricorda come fu nient’affatto facile. Anzi. Dopo tante annate calde, la 2010 ebbe un inverno molto freddo, una primavera asciutta e tardiva, un’estate inizialmente soleggiata ma non torrida. Fino a quel momento, erano di fronte all’annata più fresca dal 1995… Poi il diluvio: dopo la metà di agosto si è scatenata talmente tanta acqua che in solo due giorni è piovuto come in due mesi interi! Da Dom Pérignon, vista anche la maturazione molto rapida e intensa che è seguita e gli attacchi di Botrite, decisero di anticipare la raccolta delle uve, sebbene non tutte fossero perfettamente mature, il che richiese una selezione giorno per giorno delle parcelle da vendemmiare (ne scartarono già a priori circa il 15%), nonché la cernita dei grappoli. Non solo, sappiamo che la 2010 è stata un’annata da Chardonnay, viste le difficoltà sofferte dal Pinot Noir, ed essendo mancata da Dom Pérignon questa uva in ragione del 50%, Vincent Chaperon parla giustamente di “sfida” per il Vintage 2010. Forse non pari a quella che ha visto nascere il Vintage 2003, ma certamente di alto livello, visto che si doveva costruire Dom Pérignon attorno allo Chardonnay. Non tanto in termini di quantità, ma di qualità, di struttura, di spina dorsale, visto che gli Chardonnay si presentavano “perfettamente maturi, ricchi concentrati ed equilibrati, tra i migliori degli ultimi 30 anni”. Così, l’assemblaggio estremamente sofisticato ha regalato un vino che per Chaperon “vanta intensità grazie al perfetto equilibrio tra dolcezza e freschezza, ovvero tra maturità e acidità, in assoluto molto elevate. Per questo, è un vino capace di una grande longevità”. E, sempre per quanto riguarda Dom Pérignon, la 2010 è stata un’annata nella quale i Grand Cru hanno fatto la differenza (Dom Pérignon è di fatto un Grand Cru, a parte un piccolo contributo di Premier Cru, soprattutto Hautvilles, N.d.A.), o meglio, è grazie ai vigneti Grand Cru che Dom Pérignon ha potuto vedere la luce anche in un’annata simile…

lettera dom pérignon
La lettera ufficiale di lancio del 2010, poi vergata a mano alla fine da Vincent. Con il quale ho un rapporto speciale: la mia prima degustazione all’Abbazia, nel 2007, la feci proprio con lui, da poco entrato nel team Dom Pérignon dopo alcuni anni da Moët…

Vintage 2010

Dom Pérignon Vintage 201046% Pinot Noir, 54% Chardonnay
Lo stile di una maison è spesso e volentieri ben riconoscibile, ma in alcuni casi è talmente intenso ed evidente che basta avvicinare il naso al calice per dire “è lui!”. Ecco, Dom Pérignon è uno di questi, forse ‘il più’ riconoscibile insieme a Krug. L’olfatto del Vintage 2010, dunque, è estremamente identitario, ma non è certo questo a sorprendere. No. È, invece, il livello di questo champagne: dopo i vertici del Vintage 2008 ti aspettavi uno, forse due passi indietro, invece qui c’è tanta bella materia. È un naso pieno e concentrato, ma anche raffinato, nel quale i cardini DP (mineralità, spunti fumé, frutto) si accompagnano a una freschezza che sembra legata alla salvia, a note floreali e a ricordi tropicali di mango non maturo. A proposito di maturità, non direi che è un naso maturo, no, piuttosto parlerei di naso perfettamente compiuto. Più difficile da ‘leggere’ la bocca, a mio avviso. Non è vellutata, ma carnosa, vivacizzata dalla solita bollicina magistrale. Il primo sorso ti spiazza, il secondo ti avvolge e ti rivela il grande Chardonnay sul quale è stato sviluppato questo Vintage 2010. La gustativa è solida e tonica, intensamente agrumata (più sul rosso che sul giallo) e non meno intensamente minerale. È generosa e decisa, molto persistente, ha ricordi speziati e una salinità che cresce fino a permeare il finale. E che lunghezza! Già, ecco l’altra sorpresa di questo Vintage 2010, l’ostinazione palatale dopo la deglutizione: non ti molla proprio. Anche in questo caso vorrei parlare di compiutezza e non di maturità. E di soddisfazione. Nel senso che non è uno champagne appagante (che potrebbe far pensare a saturazione di gusto), ma uno che piace nella sua complessità e nella sua pienezza. Nel pieno rispetto dell’eleganza DP. E non manca quella giusta, piacevole vena amaricante che ne favorisce pure l’accostamento gastronomico. Insomma, una sorpresa. Da Dom Pérignon siete diabolici…
Voto: 97/100

A mio avviso è un Dom Pérignon che lascerà il segno. A mio avviso un Dom Pérignon che non fa rimpiangere più di tanto il Vintage 2008. Diverso, ovviamente: non ha la leggerezza e, credo, neanche la longevità dell’illustre predecessore, ma ha una solidità stupefacente. Vincent Chaperon mi scrive di un “Grand 2010” e lo definisce un “equilibrista” proprio per questo suo essere maturo senza andare oltre… Sono assolutamente d’accordo sulla prima affermazione, meno sulla seconda, come avrete capito. Poi starà a voi appassionati dire se vi piacerà o meno. Ma sono confidente. Uscita a settembre di quest’anno.

 

Aggiornamento ore 12:45

Mi ha appena telefonato Vincent, voleva complimentarsi dell’articolo (son soddisfazioni…). Mi ha ribadito che è stata una vera sfida, anche perché la 2010 è stata la terza annata più matura dopo 2003 e 2012 e la seconda già acida dopo la 2008, ma con tutti i problemi che abbiamo visto, in particolare modo la Botrite. Abbiamo anche chiarito il concetto di ‘maturità’ di cui ho parlato… io intendevo il vino, lui le uve, quindi non troppo positivo (il concetto) per me, invece positivo per lui. E mi ha confermato quanto sia contento di questo Vintage 2010. Che strano…

Gli champagne Dom Pérignon sono distribuiti in esclusiva da:
Moet-Hennessy Italia – tel. 02/671411 – www.moethennessy.it

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22 risposte a “Finalmente l’attesissimo Dom Pérignon 2010!”

  1. In degustazione è meglio bere prima un vino più invecchiato o più giovane? Vorrei organizzare una serata dom pérignon quando recupererò il 2010.

    Grazie mille Alberto!

    • Personalmente inizio dal più giovane, a meno che il vecchio sia al limite, quindi talmente scarico da rischiare di passare inosservato a fine degustazione…

  2. Appena possibile nche questa annata sarà acquistato e aggiunto alla serie di DP in cantina. Volevo chiederle cosa ne pensa del DP P2 2002.

    • Ha lo stesso problema del Vintage 2002: sembra non raggiungere mai la sua finestra ottimale, per essendo un grande champagne, ci mancherebbe!
      Ho sempre più il dubbio che la 2002 non sia stata una grandissima annata in Champagne, ovvero eccessivamente ‘pompata’. Salvo rarissimi casi. E tempo che il tempo mi darà sempre più ragione…

    • Senza dubbio, come tutti i Dom Pérignon. A maggior ragione se si tiene conto delle elevate maturità e acidità dell’annata.

      • Salve, vorrei regalare una bottiglia di Dom Perignon. Ho notato che l’annata 2002 ha un prezzo più alto della 1998.
        Mi aspettavo fosse il contrario. Questa variazione di costo, nonostante il 2002 sia più giovane, sta ad indicare una qualità più elevata?

        • La 2002 è stata un’annata molto ‘pompata’ dall’opinione pubblica, mentre la 1998 è passata quasi inosservata. Io non avrei dubbi: tra le due punterei sulla 1998!

  3. Buonasera, un consiglio, tempo ottimale in cantina prima di aprirlo?
    P.s. Una subito, per le altre attendo un riscontro 🙂

    • La longevità dei DP, ammesso che la conservazione sia ottimale, è notevole, quindi dipende dai suoi gusti (champagne più tendenti al fresco o al maturo) e… alla sua capacità di resistere!
      Saluti

  4. Buonasera,

    sono un ragazzo di 25 anni appassionato di champagne da prima che diventasse una moda. Colleziono un pò di tutto (non solo champagne) con piccole e grandi soddisfazioni, ma spesso, nonostante avessi grandi bottiglie, sono stato spinto alla vendita, avendole pagate poco, per fare altri “investimenti”. Volevo, dunque, chiederle se potesse avere un senso, anche per una prospettiva di una eventuale soddisfazione economica futura, collezionare un dom perignon di ogni annata dal 2010 in poi solo per tenerlo in cantina (escluso da quelli “bevibili”), cercando col tempo di recuperare bottiglie più datate (ho e ho avuto già dom 96,95,59,02,06 etc., cristal 2002 etc; ho addirittura avuto la possibilità di acquistare il portabottiglia di Marc Newson che conteneva in origine 1998 rosè). Grazie come sempre

    • Allora, la produzione di DP cresciuta parecchio negli ultimi anni rende l’investimento più difficile. Voglio dire che può rivelarsi tale solo con annate eccezionali o particolari. È vero che di 2010 ne hanno fatto un po’ meno per via dell’annata, ma non sarei certo che possa diventare una bottiglia di valore con il tempo. Punterei sul prossimo 2012 e/o sull’imminente P2 2003, invece… Nonché, ma il prezzo è già in salita, sul 2008 Legacy Edition.
      Saluti

  5. Buonasera Alberto,
    lascio un commento (una domanda in realtà) sotto questo articolo ora, nonostante sia stato pubblicato da tempo, perchè il soggetto il questione è il tanto amato DP.
    Vista la recente uscita del SWC’12 e prima ancora del Cristal’12, è possibile immaginare una prossima uscita del DP’12? Ci sono rumors in tal senso? Se non sbaglio DP ha dichiarato che la 2011, vista la qualità della vendemmia, non verrà mai imbottigliata (e sarebbe anche bello sapere come verranno utilizzate quelle uve… per il Moet Brut Imperial??)
    Grazie mille

    • Più che rumors… ufficialità. Nel corso dell’anno usciranno Vintage 2012, Rosé 2008 e P2 2003…

    • Visto anche che arriva il fresco, si diverta con… i tortellini bordo. Davvero! Provare per credere…
      Oppure, una nobile fettuccina al tartufo.

    • La scelta di quando bere una bottiglia è sempre soggettiva. I DP sono senza dubbio champagne da lungo invecchiamento, ma il 2010 è caratterizzato già da una certa ‘pienezza’. Io me lo godrei a tavola ora…

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