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Mondo Vigneron

Quando lo champagne è piacere, istintivo, senza complicazioni

Frequentare assiduamente la Champagne, con passione e curiosità immutate, mi permette ancora di ampliare la mia conoscenza (ogni volta c’è qualcosa da imparare, mai sentirsi… ‘maestri’!) e, soprattutto,...
di Alberto Lupetti

retro etichetta champagne olim laval

Frequentare assiduamente la Champagne, con passione e curiosità immutate, mi permette ancora di ampliare la mia conoscenza (ogni volta c’è qualcosa da imparare, mai sentirsi… ‘maestri’!) e, soprattutto, scoprire nuovi produttori degni d’interesse. Come, ad esempio, Aurore e Florial Laval. Non c’entrano nulla a livello familiare con Georges (Vincent) Laval a Cumières, anche perché si trovano a Boursault, il villaggio celebre per lo Château omonimo nella ‘riva sinistra’ della Vallée de la Marne.

I due fratelli sono gli eredi di una storica famiglia di vigneron produttori di champagne, ma nel 1979 loro padre decise di legarsi alla locale cooperativa, diventando RC con la marca Michel Laval. Nel 2004 Florian ha cominciato la conversione organica dei 6,5 ettari proprietà, tutti a Boursault (“un territorio estremamente complesso e stratificato”), di cui ha acquisito la totale responsabilità con la sorella nel 2019. È il 2020, invece, quando i due decidono di dare vita a champagne diversi, “più personali, più intmi”, caratterizzati anche da etichette bellissime, quasi dei fumetti, disegnate dall’artista Pascal Millet.

Nella prossima edizione (2026/27) della guida Grandi Champagne daremo spazio a tre (ottimi) champagne e un Coteaux Rouge dei Laval, qui, invece, vorrei raccontare il favoloso rosé del tiraggio precedente (2022, contro il 2023 della guida), uno champagne che mi ha lasciato di stucco per quanto è gradevole, per quanto si beve con piacere! Eccolo…

florial champagne vigneron

Battezzato Olim (parola latina che significa “una volta” e qui vuole significare “la magia della prima volta”), è un rosé particolare in quanto rosé de saignée e d’assemblage insieme, da sole uve Meunier. Parte delle uve (il 15% per quest’annata 2021) è fatta macerare a freddo (infusione) per 24 ore, poi svinata e il mosto unito a quello frutto di una selezione dei migliori Meunier in bianco; la fermentazione è avvenuta con soli lieviti indigeni per il 38% in barrique e il resto in acciaio, con la malolattica svolta. Dopo 9 mesi di élevage, a luglio 2022 è avvenuto il tiraggio secondo il ciclo lunare, senza filtrazione né passaggio a freddo. A seguire, 18 mesi di una sosta sui lieviti e, infine, dosaggio a 3,4 g/l con MCR.

 

bottiglia champagne olim laval

Olim

100% Meunier, di cui il 15% in rosa

dég. gen. 2024 – È evidente già al naso quanto sia un rosé fuori da qualsiasi categoria, corente con lo stile Laval, ma più ‘sottile’ rispetto ai bianchi. È attraente, avvincente, tra note di agrumi rossi, papaya, fiori d’arancio. Di più: dà la netta ide di fragranza. In bocca colpisce per una bevibilità… stratosferica! L’annata ostica è stata magistralmente ‘letta’ da Florian: lo champagne ha sostanza e leggiadria in perfetta fusione, si sviluppa levigato e sapido, mentre il carattere rosato resta defilato, non è mai protagonista, ‘lavora’ con discrezione e finezza. Rosato buonissimo, sorprendente per equilibrio e bevibilità. Se lo trovate, non fatevelo scappare!

93 (94)/100

Ah, Aurore e Florian ci ha conquistato anche con i loro Ratafia. Sì, ne fanno ben tre e quello ‘rosso’ è straordinario…

etichette ratafia laval

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