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Millésime

Champagne Alfred Gratien: verso la consacrazione?

Parlo e riparlo sempre volentieri di Alfred Gratien, che, guarda caso, gode di un’ottima reputazione anche nella stessa Champagne. Sarà perché è un baluardo della più rigorosa tradizione...
di Alberto Lupetti

Champagne Alfred Gratien Blanc de Blancs 2012

Parlo e riparlo sempre volentieri di Alfred Gratien, che, guarda caso, gode di un’ottima reputazione anche nella stessa Champagne. Sarà perché è un baluardo della più rigorosa tradizione champenoise (acquisto della quasi totalità delle uve, come hanno fatto le maison per quasi due secoli, fermentazione in legno, no malolattica), sarà perché i suoi champagne sono oggettivamente molto buoni. Meglio: sanno conquistare il bevitore estemporaneo, sanno intrigare chi non li conosce, sanno soddisfare il grande appassionato. Per non parlare del fatto che invecchiano in maniera a dir poco magnifica. E, cosa forse ancora più importante, sanno conservare gelosamente il proprio stile pur rimanendo al tempo stesso al passo con i tempi, questo grazie soprattutto a una sola famiglia (champenoise, di Reuil) che nel corso dei decenni si è alternata di padre in figlio nel ruolo di chef de cave, con il simpatico e non meno bravo Nicolas Jaeger a rappresentare attualmente la quarta generazione.

Alfred Gratien
La famiglia champenoise degli Jaeger ‘è’ Alfred Gratien: quattro generazioni si sono succedute finora, di padre in figlio, alla guida delle cantine della maison. Dal 2007 è la volta di Nicolas, che sta dimostrando di aver ben più che meritato questa non facile ma prestigiosa eredità.

La gamma Alfred Gratien è composta da champagne d’assemblaggio, compresi due rosé e le novità come la Cuvée 565 e il Brut Nature, ma l’eccezione alla regola è rappresentata da uno Chardonnay in purezza millesimato. Un blanc de blancs, quindi, che nel corso di esattamente gli ultimi 50 anni è stato una specie di Fregoli, apparso e scomparso. È il 1964 quando il nonno di Nicolas crea il primo Blanc de Blancs di Alfred Gratien, con sole uve di Cramant e Le-Mesnil (che, lo ricordo, all’epoca era Premier Cru) e così sarà ancora nel 1966 e poi nel 1969, quest’ultimo dedicato esclusivamente alle celebrazioni dei 100 anni della Wine Society. Poi più nulla fino al 2001 (annata curiosa in quanto difficilissima…), quando è stavolta il padre di Nicolas a ricreare un Blanc de Blancs Millésime per il solo mercato inglese. L’esperimento funziona, e così Jean-Pierre Jaeger si ripete nel 2006, per poi lasciare il testimone al figlio, che assemblerà questo champagne ancora nel 2009 e, per ora, nel 2012.

Champagne Alfred Gratien
Ogni visita (piacevolissima) alla Alfred Gratien rappresenta anche l’occasione di assaggiare qualche bottiglia un po’ datata al fianco di quella della gamma. Già, perché gli champagne Alfred Gratien vantano una longevità eccezionale!

Visto il legame della maison con la Côte des Blancs, lo champagne è fatto solitamente con le uve dei sei Grand Cru, soprattutto Avize e Cramant (dove peraltro la maison possiede i pochissimi vigneti), ma in occasione di quest’annata (eccellente, ma di ridotta quantità per via della gelata primaverile) lo chef de cave ha aggiunto all’assemblaggio anche vini di Vertus (sempre Côte des Blancs ma Premier Cru) e un tocco di Villers-Marmery, il celebre villaggio della parte est della Montagne de Reims votato allo Chardonnay. Lo champagne, fermentato in barrique senza malolattica come vuole la tradizione di Alfred Gratien, ha poi maturato cinque anni sui lieviti prima di essere dosato a 6 g/l.

Blanc de Blancs 2012

Bottiglia Alfred Gratien Blanc de Blancs 2012100% Chardonnay
Il naso ha la finezza dei grandi Chardonnay della Côte des Blancs, ma a fronte di una densità quasi inusuale per un blanc de blancs. Così, oltre i canonici agrumi e mineralità, c’è un bel frutto a pasta bianca (pera) con le sue dolcezze e grassezze di frutta secca, oltre a spunti tostati, per un insieme che risulta ‘morbidamente gourmand’… Bocca rotonda all’attacco, anzi cremosa, consistente, assolutamente coerente con il naso, ma bella tesa e a culminare in un finale nel quale la frutta secca diventa protagonista, sempre in un contesto di spiccata freschezza e salinità, senza mancare un solo istante di finezza. Rappresenta molto bene l’annata ed è rocciosamente coerente con lo stile della maison, però è anche uno champagne che ancora non ha iniziato il suo cammino, ma, conoscendo la capacità di invecchiamento delle cuvée Alfred Gratien, sono sicuro che già in occasione degli assaggi di Grandi Champagne 2020-21 mostrerà un passo diverso. Per ora si configura come uno champagne gastronomico. Senza dubbio di gran valore…
Voto: 93/100

Concludo con l’auspicio che Alfred Gratien possa finalmente dimostrare tutto il suo valore anche agli appassionati italiani e, in proposito, posso anticipare che entro l’anno avremo una bella novità in tal senso… Stay tuned!

www.alfredgratien.com

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