Sì, Ecueil è gran bel territorio. Ce lo dimostra anche Lacourte-Godbillon…
Ci perdonerete se da qualche settimana le pubblicazioni qui su ‘LeMieBollicine’ si sono un po’ diradate (siano passati da almeno due articoli a settimana a uno solo…), così come la velocità di risposta del sottoscritto ai commenti vari, ma siamo nel pieno delle lavorazioni della nuova edizione (2020-21) della guida ‘Grandi Champagne’. Tra degustazione e sviluppo testi siamo nella fase più intensa, che si protrarrà presumibilmente fino ai primi di agosto, però stiamo dando tutto per dare vita a una nuova edizione che prosegua nel fil rouge delle precedenti, quindi crescita costante, in numero di pagine, in numero di produttori, in ricchezza di dettagli. Grazie della comprensione e… della fiducia! Ah, già, perché, nonostante tutto, questo sito continua a crescere, essendo diventato un vero fenomeno se si considera che parla quasi esclusivamente di champagne ed è per ora solo in italiano…
Alberto Lupetti
La cosiddetta delle Petite Montagne sta venendo prepotentemente alla ribalta e questo soprattutto (ma non solo, si pensi ad esempio a Trousset-Guillemart nella vicina Sacy, o meglio, Les-Mesneux…) grazie a diversi produttori che si trovano tutti nel villaggio più noto, il Premier Cru (al 90%) di Ecueil. Qualcuno qui ha mitizzato esageratamente Savart, ma il suo stile marcatamente legnoso non lo rende a mio avviso il produttore più interessante della zona. Più abile a Ecueil, sempre secondo il sottoscritto, Nicolas Maillart, ma qui vi sono altri bravi vigneron. Come Lacourte-Godbillon, che abbiamo iniziato a conoscere timidamente in Grandi Champagne 2018-19 e che avremo modo di approfondire (e apprezzare, statene certi!) nella prossima edizione. Nel frattempo, però, quasi a fare da ‘ponte’ tra le due edizioni, andiamo a scoprire uno champagne molto particolare e prezioso di questa realtà da circa 70.000 bottiglie annue, la cui tradizione vignaiola rasenta il secolo e mezzo, ma che ha conosciuto la svolta nel 2006, a seguito dell’ingresso di Géraldine Lacourte e suo marito Richard Désvignes (poteva chiamarsi diversamente un vigneron?).
Géraldine e Richard fanno due champagne parcellari. O meglio, finora ne hanno fatti solamente due: uno solo Chardonnay, frutto di due lieux-dits, targato 2014, e uno ancora più raro, perché le uve provengono da una sola parcella e soltanto in occasione della vendemmia 2012. E degli champagne di Lacourte-Godbillon è anche il più territoriale, essendo un blanc de noirs da solo Pinot Noir. Ricordo che la Petite Montagne è più zona da Meunier piuttosto che da Pinot Noir (oltre il 60% il primo, circa il 25% il secondo della superficie vitata), però questi equilibri a Ecueil si invertono e la nobile uva nera va a coprire quasi il 90% dei vigneti del Premier Cru. Nello specifico di Lacourte-Godbillon, tutti gli champagne sono assemblaggio di Pinot e Chardonnay con proporzioni variabili da etichetta a etichetta, a eccezione di tre che sono 100% Pinot Noir: il Rosé, il Mi-Pentes (entrambi sans année) e il summenzionato parcellare, che si chiama come il vigneto: Chaillots. Finora prodotto solo in occasione della vendemmia 2012 (mosti con ben 11,9° gradi potenziali, 7,5 g/l di acidità e un pH addirittura a 2,83!), come detto. Siamo proprio al confine con Sacy, il vigneto è stato piantato nel 1966 a seguito di una selezione massale con ‘materiale’ originale di Ecueil; l’esposizione è a sud, il suolo sabbioso prima dello strato profondo di tufo. Géraldine e Richard lasciano lo spazio tra i filari inerbito e lavorano meccanicamente il terreno sotto filari. In cantina, dove si lavora per gravità, queste uve sono state fermentate interamente in demi-muid da 300 litri (la fermentazione esclusivamente in legno è riservata solo ai parcellari, altrimenti è mista o in cuve), realizzati dal grande tonnelier champenois Jérôme Viard con legno di Ecueil: più territoriale di così! I vini non hanno svolto la maloalttica, non sono stati né filtrati né collati e hanno semplicemente subito un leggero passaggio a freddo prima del tiraggio di sole 1.337 bottiglie. Questo è avvenuto con il sughero (bouchon liège) e poi lo champagne è rimasto 4 anni sui lieviti prima di essere dosato a 2 g/l.
Parcellaire 2012 Chaillots
100% Pinot Noir
dég. 19 apr. 2017 – Ma che bel naso! No, meglio, ma che bel Pinot Noir! Il legno si avverte con le sue tostature e le pennellate tropicali più che le burrose grassezze, però non prende mai il sopravvento sull’espressività del vino, ricca ed elegante allo stesso tempo, chiaramente fruttata, ma con questa acidula tipo la prugna, accompagnata da florealità, una leggera speziatura e, ancora più arretrata, una certa dolcezza da pasticceria, forse anche una eco di miele, ma millefiori. Il tutto senza mancare di freschezza. Un bel naso, insomma, che mette di fronte a una bocca ancora più avvincente: finissima nella bollicina, sembrerebbe attaccare polposa sul frutto, ma quasi subito si fa tesa, asciutta, tremendamente succosa, ora valorizzata da un richiamo agrumato e poi veramente pulita e sapida a chiudere, con una grande persistenza. Ma, oltre questo, preferisco dire che si tratta di uno champagne di grande personalità e godibile allo stesso tempo, addirittura ‘leggero’ nella scorrevolezza, pertanto segnato da una piacevolezza di beva che porta subito al secondo, pure al terzo sorso… Il tutto sapendo esibire una coerenza territoriale da manuale. Bravi!
Voto: 93/100
Gli champagne Lacourte-Godbillon sono distribuiti in esclusiva da:
Ercole Brovelli – tel. 02/58100675 – www.ercolebrovelli.it