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Degustazioni

Il piacere per tutti secondo Franck Bonville

Il confinamento forzato (a proposito, mi auguro che tutti i lettori di LeMieBollicine e di Grandi Champagne abbiano passato una Buona Pasqua, compatibilmente con la situazione attuale) sta...
di Alberto Lupetti

champagne Franck Bonville

Il confinamento forzato (a proposito, mi auguro che tutti i lettori di LeMieBollicine e di Grandi Champagne abbiano passato una Buona Pasqua, compatibilmente con la situazione attuale) sta portando noi appassionati a godere del vino anche con maggiore frequenza rispetto alla norma. Pertanto, è l’occasione di assaggiare nuove etichette, oppure riassaggiarne altre per vederne l’evoluzione. Sia l’uno, sia l’altro caso sono capitati anche a me in questi giorni e tra questi si sono inseriti due degli champagne più rappresentativi di Franck Bonville. Che, oramai lo sapete, è una bellissima realtà RM di Avize, forte di ben 15,5 ettari, tutti Grand Cru e tutti nella Côte des Blancs, segnatamente a Oger, Le-Mesnil e, ovviamente, la stessa Avize. La gamma è pertanto composta da blanc de blancs, eccezion fatta per un rosé, il cui vino rosso è frutto di uve acquistate ad Ambonnay. Una gamma veramente ben articolata, tra l’altro, che spazia dal grande classico in versione brut all’imprescindibile basso dosaggio, dal parcellare di alto livello ai mono-Cru. E se gli champagne fatti a suo tempo da Gilles Bonville denotano ancora oggi una solidità sconosciuta alla maggior parte dei vigneron, quelli firmati da suo figlio Olivier si caratterizzano per finezza e precisione. Enologo attento e appassionato, nonché persona semplicemente squisita, Olivier Bonville ha saputo interpretare il grande Chardonnay della Côte des Blancs in maniera tale da rispettarne la tipicità (eleganza, freschezza, leggerezza, grande bevibilità) al fianco di una rotonda concretezza che non li rende mai ‘eterei’. Per questo gli champagne Franck Bonville non solo piacciono, ma conquistano senza troppe elucubrazioni. A ciascuno il suo, insomma, dall’accessibilissimo Brut fino al complesso Les Belles Voyes. Tra questi due estremi, però, si collocano due etichette a mio avviso perfettamente centrate, che, tra l’altro, sono espressioni della sola, natia Avize: Prestige ed Extra-Brut.

Olivier Bonville
Olivier Bonville, quarta generazione di questa famiglia di vigneron, nella sua splendida cantina, dove maturano le bottiglie attuali al fianco di diversi tesori del passato.

Iniziamo dal Prestige che, nonostante sia un non millesimato, è una sorta di cuvée de prestige di Franck Bonville. Non a caso, nasce dall’assaggio e della relativa selezione dei migliori vins clairs di Avize fatta dallo stesso Olivier, sulla base non di una, ma di due annate, poi assemblate in quota paritetica. In Grandi Champagne 2020-21 abbiamo visto il 2013-2014, ora, invece, ecco il nuovo tiraggio, fatto con vini del 2014 e del 2015. Tirato ad aprile 2016, lo champagne ha maturato ben 43 mesi sui lieviti prima di essere dosato a 9,17 g/l, quindi ben più del precedente, dosato invece a ‘soli’ 6,7 g/l. Questo nuovo tiraggio porta anche alla ribalta l’appena rinnovato habillage, più moderno e maggiormente in linea con il resto della gamma.

controetichetta Champagne Bonville
Un plauso alle controetichette Franck Bonville, che riportano tutte le informazioni ‘utili’ all’appassionato.

Prestige

Bottiglia Franck Bonville Cuvee Prestige100% Chardonnay
dég. nov. 2019 – Freschezza ed eleganza segnano l’approccio, accompagnate da una certa concretezza che stacca questo champagne da quell’impostazione molto ‘aérienne’ di molti blanc de blancs, soprattutto quelli dei vigneron. È un naso fitto, inizialmente giocato su note di lieviti e una certa dolcezza di confetto, ma anche una gioiosa florealità primaverile. Man mano emerge l’agrume, anch’esso dolce, e fa capolino la mineralità, sottile, delicata. Ma se il naso sembra fin troppo democratico per via di questa sottile dolcezza, la bocca è ben diversa: fresca e solida, dalla bollicina finissima, levigata nella progressione agrumata e minerale, con una pienezza palatale insospettabile che, però, non si fa mai saturante per via di una coinvolgente sapidità. E, man mano, rivela sempre più Avize, con la craie che sale in cattedra e accompagna per mano la gustativa fino alla chiusura, asciutta, rinfrescante, ora con note fruttate di mela e con i ritorni dolci a fare capolino più che evidenziarsi proprio.
Voto: 90/100

È dosato 3 grammi in più rispetto al precedente, questo Prestige, ma è anche frutto di un assemblaggio diverso. Certo, il dosaggio più alto si avverte, sebbene più al naso, e anche le annate differenti si percepiscono, nel senso che delineano uno champagne giustamente differente dal precedente, ma lo stile Franck Bonville come filo conduttore tra i due è innegabile. Ero tentato di chiudere la scheda anche stavolta a 91/100, ma trovo il tiraggio precedente più incisivo. Magari il tempo integrerà meglio il dosaggio, però, fermo restando l’annata 2014 comune ai due, tra la 2013 del precedente e la 2015 di questo champagne la differenza c’è e a mio avviso è a favore della prima. Non me ne voglia l’amico Olivier… Dovendolo contestualizzare, vedo questo Prestige non tanto come aperitivo, quanto più come una bevuta di piacere per tutti, quando si ha semplicemente voglia di un bello champagne. Anzi, trovo che sia fatto più ‘democratico’ e, proprio per questo, credo possa conquistare chi solitamente trova gli champagne un po’ troppo ‘acidi’.

Al contrario, per il cosiddetto aperitivo rinforzato trovo più adeguato l’Extra Brut… Già, lo champagne a basso dosaggio della gamma che non è il Brut con meno zucchero, come la bottiglia in comune potrebbe far peraltro pensare, bensì è uno champagne completamente diverso. Olivier sa bene che sono rarissimi i casi in cui il medesimo champagne può funzionare sia come grande classico, sia come dosaggio ridotto e sa anche che i pas dosé presentano spesso delle mancanze nella chiusura della gustativa… Allora ecco la scelta di un dosaggio molto ridotto anziché nullo per uno champagne pensato a monte per essere tale, quindi frutto di vini molto ricchi attentamente selezionati, poi tenuti a lungo sui lieviti dopo il tiraggio. In questo caso, troviamo la sola annata 2012 (millesimato non dichiarato) con sole uve di Avize, poi la bellezza di 6 anni sui lieviti e 2,5 g/l di dosaggio. I più attenti potrebbero riconoscere il medesimo già visto in Grandi Champagne 2020-21 e, in effetti, assemblaggio e dosaggio sono gli stessi, ma cambia la sosta in cantina: un anno, anzi 14 mesi in più. Una differenza non trascurabile, per questo m’è sembrato giusto riproporlo. Vediamo.

controetichetta blanc de blancs
L’Extra-Brut è lo stesso assemblaggio di quello recensito in Grandi Champagne 2020-21, ma con dégorgement diverso, come ci indica la controetichetta.

Extra-Brut

Bottiglia Franck Bonville Extra Brut100% Chardonnay
dég. lug. 2019 – La Côte des Blancs, no, meglio, la sua splendida Avize, con tutta l’intensità della craie, la profondità del tratto agrumato, la freschezza che sfuma verso le erbe aromatiche, la lievissima maturità fruttata che dà fascino, la nitida sensazione di pulizia, la nettezza dell’espressione. Bocca elegantissima e non meno fresca, più pulita che banalmente asciutta, succosa ma anche cremosa, con l’agrume e la mineralità perfettamente fusi, sincronizzati, di trama ricca e fine allo stesso tempo, con il finale addirittura rinfrescante e ancor più pulito per via della stuzzicante nota amaricante da agrumi. Ma suvvia, basta inseguire olfatto e gustativa e per una volta godiamoci la piacevolezza appagante, la bevibilità irresistibile di questo bellissimo champagne! Provate a fermarvi a una sola bottiglia…
Voto: 92/100

Tappo degustazione Bonville

Trovo che con questo champagne Olivier si sia messo un po’ in secondo piano per lasciare maggiore spazio d’espressione al terroir e all’annata. Così è un po’ meno Franck Bonville degli altri vini della gamma, ma è tanto Avize ed è tanto 2012. Un anno fa, durante le degustazioni della guida, c’era piaciuto, ma non così tanto. Invece il tempo (compreso il dégorgement diverso) ne hanno elevato il valore, rendendolo meno evidentemente ‘extra’, ovvero mai secco, invece più articolato e profondo. Soprattutto, il tempo ha evidenziato il valore di questa benedetta annata 2012, che s’è affacciata un po’ in sordina nel panorama degli champagne, ma poi ha iniziato sempre più a farsi valere, proponendosi giustamente come una delle migliori di questi primi vent’anni del 2000. E la crescita di questo champagne, assaggio dopo assaggio, ne è l’ennesima prova.

Gli Champagne Franck-Bonville sono distribuiti, tra gli altri, da:
Capagio – Tel. 0521/786243 – www.capagio.it

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6 risposte a “Il piacere per tutti secondo Franck Bonville”

  1. Buon giorno Alberto
    Spero tu abbia passato una buona Pasqua.
    Se non sono indiscreto e puoi rispondere con cosa hai brindato a Pasqua e con quali abbinamenti gastronomici?
    Io ho stappato un Dom Perignon Vintage 2008 con un sontuoso panettone gastronomico!
    FANTASTICO!
    Ma la sensazione é stata che se fosse stato un po’ più maturo sarebbe stato ancora meglio, soprattutto se paragonato allo stesso del 2004, quest’ultimo aperto il 1 Dicembre 2019. Quanto potrebbe invecchiare il 2008?
    Ho un’altra domanda: un amico ha una bottiglia di Dom Perignon Vintage 1982. Che valore può avere sul mercato? E’ stato conservato in casa, in un mobile, per cui ha subito gli sbalzi termici stagionali, ci si può arrischiare ad aprirla?
    Cordiali saluti
    Luca Arisi

    • Ciao Luca,
      avendo la cantina fuori Roma, devo adattarmi e, comunque, non serve una festa per stappare bene… giusto?
      Scherzi a parte, il DP 2008 è presente in diversi dégorgement sul mercato, quindi, se ti capita l’ultimo, è normale che ti sembri ancora più indietro. Ma, in linea generale, è senza dubbio uno champagne con un enorme potenziale: già i DP lo sono in generale, ma con quest’annata il potenziale si moltiplica. Il DP 2004 è a mio avviso uno dei più buono degli ultimi 25 anni e ha il vantaggio di aver già qualche anno sulle spalle, quindi ci sta che ti abbia colpito maggiormente.
      DP 1982: la conservazione non depone a suo favore, peccato, ma non si sa mai. Dài un’occhiata a livello e colore…

      • Ciao Alberto
        Nell’eventualitá che livello e colore del Dom Perignon 1982 siano a posto, che valore economico potrebbe avere sul mercato?
        Cordiali saluti
        Luca Arisi

        • Il livello non dovrebbe essere oltre un dito dalla ‘coiffe’ e il colore non trucco carico, ma queste sono condizioni limite. Una bottiglia ben conservata dovreste stare anche meglio.
          Il valore? Un bottiglie perfetta anche più di 450 euro…

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