2 commenti
Degustazioni

A Le-Mesnil brilla la stella di Pertois-Moriset

Ad aprile dello scorso anno, su questo stesso sito, avevo iniziato a parlare di un vigneron della Côte des Blancs, sito a Le-Mesnil, ma espressione dei migliori Grand...
di Alberto Lupetti

Champagne Pertois-Moriset PM.02

Ad aprile dello scorso anno, su questo stesso sito, avevo iniziato a parlare di un vigneron della Côte des Blancs, sito a Le-Mesnil, ma espressione dei migliori Grand Cru della zona, visto che i Pertois sono della stessa Le-Mesnil, i Moriset di Cramant, mentre l’ottimo (e simpaticissimo!) Vincent Bauchet (il marito di Cécile, figlia dei fondatori e, di fatto, lo chef de cave dal 2009) è di Avize: meglio di così! Sto ovviamente parlando di Pertois-Moriset, che dopo il positivo debutto su questo stesso sito, si è confermato poi e puntualmente in Grandi Champagne 2020-21. Anzi, si è più che confermato, mettendo in campo degli champagne veramente belli. A seguito dell’uscita della guida, mi ero ripromesso di visitarli al più presto (va bene intuire le potenzialità con le degustazioni fatte qui in Italia, ma poi i produttori vanno conosciuti, visitandoli e rivisitandoli, passando ore con loro): ebbene è passato più tempo di quanto avrei voluto, ma alla fine ce l’ho fatta. Ed è stata una bellissima esperienza! Sono le 11:30 in punto di venerdì 17 luglio 2020 quando varco il cancello del ‘pressoir’ di Pertois-Moriset, non vedo nessuno, mi guardo intorno e mi avvio verso quella che dovrebbe essere la cuverie quando mi viene incontro Vincent. Da parte mia, l’idea era di un primo approccio veloce, più che altro finalizzato a portare la guida, invece… Invece, Vincent mi ha fatto provare tutti gli assemblaggi della vendemmia 2019 giusto il giorno prima del tiraggio, mi ha fatto assaggiare tutta la gamma attuale, poi, essendosi fatta ora di pranzo, ha chiesto alla moglie qualcosa da sgranocchiare ed è infine andato avanti tra millesimati un po’ più vecchi e i prossimi Mono-Village e i Parcellaire

Vincent Bauchet
Vincent Bauchet, oggi il braccio e la mente di Pertois-Moriset, mentre in cantina spilla per l’assaggio i vini degli assemblaggi giusto il giorno prima del tiraggio.

Una degustazione veramente notevole, divertente, istruttiva, appagante. Però, essendosi rivelato in guida il PM.01 lo champagne più ‘complicato’, sebbene abbia fatto intuire un grande potenziale, in quest’occasione vorrei raccontare in dettaglio la seconda uscita, quindi il PM.02. Certo, certo… non prima di aver fatto una carrellata di tutto quanto assaggiato, ci mancherebbe. Pronti, via!

Vins clairs assemblati: tutti molto espressivi, capaci di abbinare l’eleganza tipica dei blanc de blancs a una lodevole concretezza. Grande coerenza all’interno della gamma, ovvero con una crescita lineare da un’etichetta all’altra, fino all’assemblaggio del rosé (un blanc de blancs con un tocco di vino rosso di Bouzy), straordinario già in questa fase embrionale. Tra gli altri plus di questi vini la perfetta gestione del legno e la ‘no malo’ (mai svolta) mai avvertibile come durezza o altro. Mono-Village addirittura didattici, poi. Quando sarà, ci sarà da divertirsi.

degustazione campagne Pertois-Moriset
La bella degustazione fattami fare da Vincent. Sulla sinistra si riconoscono le tre super anteprime dei parcellari di Le-Mesnil, con quest’annata passati da uno (Les Jutées) a tre. Cosa che si ripeterà negli anni a venire con le migliori vendemmie.

L’Assemblage: il vino d’ingresso, metà Pinot e metà Chardonnay di Sézanne, solo acciaio e dosaggio a 5 g/l. Mi aspettavo un vino che non avrebbe lasciato il segno, invece… Una sorpresa per concretezza e piacevolezza. Non sarà lo champagne dei sogni, ma considerati il prezzo e la qualità offerta potrebbe essere un best-seller. Sarebbe ingiusto dargli meno di:
Voto: 90/100

Les Quatre Terroirs: solo Chardonnay di 4 villaggi Grand Cru, da cui il nome. Tiraggio invariato rispetto a quanto pubblicato qui sul sito ad aprile 2019. Confermo pienamente quanto detto nel precedente articolo, aggiungendo che è lo champagne che berrei ogni giorno.
Voto: 91/100

Oger 2014: il primo dei Mono-Village di Vincent, fatto quasi come esperimento. Quattro parcelle vinificate all’epoca solo in acciaio (Vincent si dimenticò di mettere i mosti nelle barrique!) e dosaggio a 2 g/l. È quasi timoroso Vincent a farmelo assaggiare e, in effetti, sulle prime non mi impressiona, sembra un po’ statico. Aspetto e ci ritorno in seguito: lo champagne si è aperto, è Oger con la sua densità, ma è tutt’altro che seduto. Anzi, nel bicchiere ha una bella progressione e chiude molto minerale. Forse più da appassionati che da grande pubblico, ma ha stoffa.
Voto: 92/100

L’Année 2010: il classico millesimato. Solo acciaio, poi ben 7 anni sui lieviti e dosaggio a 1 g/l. In teoria la 2010 è stata l’annata dello Chardonnay, ma la sua grande maturità olfattiva (agrumi canditi e miele) non sembra sposare lo stile di Pertois-Moriset. Fattura lodevole, però è molto maturo, direi anche troppo. Recupera un po’ in chiusura della gustativa con una freschezza minerale inattesa. E benvenuta. Gli champenois lo definirebbero “gourmand”. Ciò nonostante, non emerge nella gamma…
Voto: 87/100

Special Club 2014: gli Special Club solitamente non mi piacciono (salvo rari casi tipo Gimonnet e Fresnet) e lo dico a Vincent. Lui insiste e stappa. È un Le-Mesnil in purezza su quattro parcelle; fermentazione mista, 4 anni sui lieviti e 2 g/l. Il primo approccio non è male, accidenti. Non è classicamente Le-Mesnil, quindi non è affatto teso e tagliente, invece è setoso. E sembra quasi andare un po’ fuori dal classico stile Pertois-Moriset. È molto minerale che con l’attesa si fa pura craie. Mi devo ricredere sugli Special Club? Un plauso perfino e pure alla grafica dell’etichetta, veramente bella.
Voto: 92/100

Finita qui? Macché! Vincent arriva con tre bottiglie scritte con il pennarello. “Sono tutti 2013 – mi dice – e tutti parcellari di Le-Mesnil. È la prima uscita di tutti insieme, ma non l’ho mai assaggiati dopo il dégorgement, quindi non so se siano degli champagne validi o se, invece, dovrò ‘les remettre en cercle’…”. Accidenti che responsabilità! Le tre bottiglie (all’epoca ancora tradizionali, mentre con il tempo tutta la gamma di Pertois-Moriset passerà alla bottiglia proprietaria) sono state degorgiate soltanto a giugno 2020 e sono senza dosaggio, quindi la ‘lettura’ non è semplice. Vediamo.

Les Jutées: scopro che il 2012 in guida (per le degustazioni ricevetti due bottiglie in anteprima appositamente preparate) non è poi mai uscito, Vincent alla fine non era convinto del vino e la cosa mi sorprende non poco perché non era affatto male, sebbene non ci avesse fatto saltare dalla sedia. Così sarà ‘remis en cercle’! Invece, al contrario, è il 2013 a sembrarmi inizialmente strano, è poco Le-Mesnil e ancor meno 2013 in quanto ricco e denso nell’espressione agrumata. La mineralità si palesa man mano, ma, soprattutto, l’annata si rivela man mano, così alla fine la freschezza di questa riequilibra il vino e mi mette di fronte a un ottimo blanc de blancs. Dico a Vincent che può evitare di rimetterlo “en cercle”. Lui sorride, ma penso che lo sapesse già.
Voto: 92/100

Haut d’Aillerand: parcella nel pieno centro dell’estensione del Cru. Gran bel vino, caspita. Ci sono sia Le-Mesnil sia l’annata, ma senza eccessi. Ha eleganza e mineralità, sa essere sottile ma incisivo. È forse l’unico che doserei, però in maniera molto leggera, solo al fine di completare la chiusura della bocca. Mette agevolmente in fila il precedente, ma dei tre è quello che deve ancora completarsi, a mio avviso.
Voto: 93/100

Les Jamprins: di bene in meglio: questo è un gran vino! Siamo nella parte sud-est di Le-Mesnil, quasi al confine con la zona migliore di Vertus. Il naso si apre con tante belle tostature che fanno da sostegno a una ben intrecciata trama di frutta e agrumi. Nell’insieme risulta molto vivace e molto Le-Mesnil per la sua nettezza. Bocca integra e integrata, tesa e minerale, con classe. Finale profondo di pura craie. Sta benissimo senza dosaggio e per un Le-Mesnil, senza malolattica, tutto 2013 non è cosa da poco. Il migliore dei tre, in una sorta di crescendo entusiasmante.
Voto: 94/100

E arriviamo finalmente alla seconda uscita del PM. Le due lettere stanno ovviamente per Pertois-Moriset e lo champagne, secondo Vincent, nasce da un’idea tipo la Cuvée 7xx di Jacquesson: fare una cuvée emblematica della marca e numerata, nella quale il numero identifica gli assemblaggi progressivi e diversi nel tempo. È uno champagne destinato man mano a crescere, non a caso a partire dal PM.04 sarà tirato bouchon liège e si stabilizzerà sui 5-6 anni sur lattes. Vincent mi dice che conserverà di ogni edizione un certo numero di bottiglie in modo di poter fare di tanto delle verticali: ottima idea!

La filosofia di questa etichetta è proporre l’essenza dello stile attraverso un’interpretazione votata alla complessità dei migliori villaggi Grand Cru di proprietà, in composizione e proporzione variabili di volta in volta. Per il PM.02 abbiamo Le-Mesnil (45%), Oger (40%) e ora anche Chouilly (15%), con la quota di legno in fermentazione salita al 55% e la malolattica ovviamente non svolta. Soltanto il 15% di vins de réserve nell’assemblaggio (vendemmia base 2015) come una sorta di réserve perpétuelle. Il 21 luglio 2016 sono state tirate 4.127 bottiglie, rimaste 30 mesi in cantina e poi dosate a 3 g/l.

controetichetta di Pertois-Moriset
Le controetichette di Pertois-Moriset sono una vera manna per gli appassionati!

PM.02

Bottiglia Champagne Pertois-Moriset PM.02100% Chardonnay
dég. 27 giu. 2019 – Il primissimo naso colpisce per la complessità, ma soprattutto per aver perso l’evidenza del legno riscontrata nel PM.01, È grasso, con una riuscitissima combinazione di agrumi e mineralità, quindi si offre ricco ma non saturante. Si sarebbe tentati di definirlo vinoso, però l’essenza champenoise e la freschezza molto ben integrata non lo fanno mai scostare in tal senso. Diversa la bocca, non direi dicotomica, ma inaspettata: tonica e vivace, molto, molto minerale, ampia e profonda, asciutta il giusto. Ha una coinvolgente energia, a centro bocca torna la grassezza sempre accompagnata da agrumi e mineralità, ma l’incisività di quest’ultima la rende precisa e mai densa nonostante finisca per foderare letteralmente il palato. In chiusura lo champagne si fa sapido e gustoso e ha pure una gran bella persistenza. Insomma, si conferma ottimo. No, di più, perché è senza dubbio cresciuto, al netto dei margini di miglioramento che arriveranno con il tempo. Ah, un plauso alla gestione del legno e al dosaggio.
Voto: 93/100

Tappo Champagne Pertois-Moriset PM.02

Gli champagne Pertois-Moriset sono distribuiti da:

La Mia Cantina – tel. 049/8801330 – www.lamiacantina.it

Suggerimenti a tema:

2 risposte a “A Le-Mesnil brilla la stella di Pertois-Moriset”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.