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Qualche idea per brindare bene a Capodanno

Il 2020 volge al termine, finalmente dovrei dire: il celebre detto ‘anno bisesto, anno funesto’ si è rivelato drammaticamente vero. Da parte mia, comunque, un aspetto positivo il...
di Alberto Lupetti

champagne capodanno

Il 2020 volge al termine, finalmente dovrei dire: il celebre detto ‘anno bisesto, anno funesto’ si è rivelato drammaticamente vero. Da parte mia, comunque, un aspetto positivo il 2020 ce l’ha avuto: è uscito il mio primo libro, ‘La Mia Champagne’ e il successo clamoroso riscontrato in neanche un mese ha in piccola parte mitigato i tanti, troppi aspetti negativi del 2020.

Il 2021, ne sono certo, sarà un anno spumeggiante, per tutti e per ogni settore, un anno di rivincita, mentre nel mio caso sarà l’anno della sesta edizione (2022-23) della guida Grandi Champagne, che, come d’abitudine, uscirà a cavallo tra novembre e dicembre. Ma c’è tempo, intanto prepariamoci ad archiviare il 2020 e dare il benvenuto al 2021!

Bene, come brindare al meglio al Capodanno? Ecco qualche idea…

L’universale

Charles Heidsieck Brut Réserve

Lo champagne per tutti e per tutte le occasioni. Dunque il classico sans année di maison, ma di classe superiore. Mi è sempre piaciuto, ma recentemente mi ha letteralmente conquistato. Ricco e complesso, ma eccezionalmente godibile, e con una capacità di invecchiamento da record. L’ultimissimo tiraggio (Mise en Cave 2017 e dégorgement 2020) porta con sé una piccola rivoluzione operata dallo chef de cave Cyril Brun, oltre a regalargli anche il primato di categoria, sebbene in condivisione con l’inossidabile Brut Premier di Roederer.

www.philarmonica.it

 

Il rosato

Jean-Philippe Trousset Le Rosé

Una bellissima sorpresa. Un rosato di Champagne gustosissimo. Un vino che certifica la crescita costante di questo piccolo vigneron della Petite Montagne, che finalmente raccoglie i primi frutti di un paziente lavoro iniziato dodici anni or sono (sebbene la tradizione vigneronne della famiglia dati oltre tre secoli…). Un rosé che non è affatto il brut (Crème) aggiunto di vino rosso, ma un assemblaggio completamente diverso, a prevalenza di Chardonnay, che con questo tiraggio 2019 si fregia di novità come la malolattica parziale e il vino rosso firmato Nicolas Maillart. Immancabile e non solo per gli amanti del genere.

www.albertomassuccochampagne.it

 

Lo Chardonnay

De Sousa Cuvée de Caudalies

Scelta difficilissima e tutta combattuta tra vigneron della Côte des Blancs. Alla fine, sul filo di lana, la spunta questo sontuoso blanc de blancs del grande Erick De Sousa e la scelta è dettata dal fatto che questo champagne non mi ha mai deluso, rivelandosi sempre eccezionalmente piacevole. A livello di puro piacere, è quello che preferisco nella gamma De Sousa, anche nei confronti di etichette più sofisticate. E non l’ho mai trovato minimamente maturo o evoluto, a dispetto del fatto che metà dell’assemblaggio è fatto con una réserve perpétuelle iniziata nel 1995! Una sola bottiglia difficilmente basta… (meno male che sta per esordire la magnum!)

www.sarziamade.it

 

Il non dosato

Laurent-Perrier Ultra Brut

Non impazzisco per i non dosati. O meglio, non impazzisco per le rincorse ossessive ai pas dosé, fermo restando che amo i non dosati quando lo sono naturalmente, ovvero senza forzature, come conseguenza e non come obiettivo. Il non dosato per eccellenza, però, è tale proprio come obiettivo, ma questo obiettivo, deciso negli anni ’70 da Bernard de Nonancourt, è perseguito con intelligenza tiraggio dopo tiraggio (siamo soltanto al 15° della serie): ferrea selezione delle uve, due annate di maturità e lunga maturazione sui lieviti. Amo definire questo champagne “defaticante”… Da provare anche nella più recente versione come Blanc de Blancs.

www.laurent-perrier.com

 

Il millesimato

Bollinger La Grande Année 2012

Il grande champagne della mitica maison di Aÿ, troppo spesso ingiustamente sottovalutato nei confronti del ‘derivato’ R.D. (che è La Grande Année – sebbene non sempre, ma solo nelle migliori annate – rimasta più a lungo sui lieviti). Coraggiosamente prodotto anche a fronte di vendemmie che definiremmo ‘inusuali’, nelle grandi questo champagne è veramente sontuoso, sapendo essere ricchissimo e complesso senza mancare di eleganza. A mio avviso il simbolo più puro, più intenso del savoir-faire e dello stile di Bollinger, soprattutto con questa 2012, che non ha nulla da invidiare alla iper-celebrata 2008… (chi ha letto il mio libro ‘La Mia Champagne’ avrà scoperto in dettaglio il confronto 2008-2012)

www.meregalli.it

 

Il mito

Louis Roederer Cristal 2012

Che altro dire di questo mito dello champagne senza ripetersi? Mah, forse che da quando ha iniziato a essere firmato da Jean-Baptiste Lécaillon il Cristal è migliorato parecchio, facendosi più energico e al tempo stesso più raffinato, più preciso e più ricco, soprattutto più minerale. In particolar modo a partire dal 2004, per poi arrivare alla sublimazione con 2008 e 2012, due champagne simili ma diversi. Dello stesso valore assoluto, come spiego bene nel libro La Mia Champagne, ma con personalità ben diverse. Fui il primo a tributare la massima votazione al Cristal 2012, addirittura a fronte di due assaggi in anteprima, oggi in tanti si sono accodati…

www.sagna.it

 

Il top in rosa

Billecart-Salmon Cuvée Elisabeth 2007

Fortunatamente, la Champagne può contare oggi su un numero confortante di ottimi rosé, però i rosé mitici si contano sulle dita di una mano. Tra questi pochissimi, un posto di primo piano è occupato giustamente dalla Elisabeth, estremizzazione millesimata di quel Brut Rosé che da tanti anni rappresenta un vero benchmark della categoria. Senza andare a scomodare i capolavori del passato, la 2006 ha letteralmente stupito in quanto tanto Elisabeth e pochissimo 2006, mentre la 2007 ha saputo ‘sfruttare’ al meglio una bellissima annata (purtroppo poco considerata) per mettere in campo un vero capolavoro, un rosé d’eccezione. E, ve lo anticipo, ad aprile dell’anno prossimo debutterà l’attesissima 2008, che mi vedrà direttamente coinvolto nel suo lancio. Ci sarà un’imperdibile iniziativa della quale vi dirò a inizio febbraio…

www.velier.it

 

Il Pinot Noir

Geoffroy Empreinte 2014

Il trono di categoria è saldamente in mano a Les Crayères di Francis Egly, certo, ma alle sue spalle la lotta è quanto mai serrata. In questa piccola ‘mischia’, a mio avviso, sta emergendo con autorevolezza questo nuovo (prima era assemblaggio, come ho avuto modo di raccontare) blanc de noirs tutto di Cumières, firmato Jean-Bapiste Geoffroy. Che già a fronte di un’annata buona ma non eccezionale mette in campo uno champagne gustoso e succoso, solido ma accessibile, dal dosaggio perfetto. E lo dice uno che, per gusto personale, non ama questo genere di champagne, preferendo al contrario quelli legati allo Chardonnay…

www.apotecaclub.it

Ecco la piccola selezione per questa fine d’anno. Una selezione che abbraccia un po’ tutti gli champagne, di grandi e di piccoli produttori, bianchi e rosati, millesimati e non, di prezzo abbordabile e impegnativo. Un selezione, appunto, per sugellare al meglio la notte che ci porterà dal 2020 dritti nel 2021.

Santé, dunque, e auguri a tutti!

15 risposte a “Qualche idea per brindare bene a Capodanno”

  1. Il 20 è stato l’anno in cui ho approfondito la conoscenza di de Sousa, che ho colpevolmente altrimenti trascurato. Sarà per il nome, che suona così poco champagne… e cosa mi son perso! Mycorize e Umami su tutti, che preferisco al millesimato caudalies, magari non per qualità assoluta ma per quanto sono “intriganti”! Non avevo preso in considerazione quello che cita in questo articolo. Giusto per essere sicuro: si riferisce alla versione brut o extrabrut ? In Francia propongono infatti le due varianti, in Italia credo solo una delle 2.
    Buon anno Alberto: grazie per gli spunti.

    • Buongiorno,
      mi fa molto piacere! Erick De Sousa è un grande…
      Guardi, per quanto riguarda la Caudalies (la non millesimata), credo sia solo un problema di etichetta, perché da anni Erick la propone esclusivamente a 5 g/l. D’altronde, un 5 g/l può essere etichettato tanto come extra-brut (<6 g/l), quando come brut (<12 g/l). Voglio dire che la Caudalies è una sola con un solo dosaggio e, probabilmente, la confusione s'è creata con la vecchia e la nuova etichetta...
      Buon Anno!

  2. Cercando bollicine per festeggiare il Capodanno, ho ritrovato in casa una bottiglia di Champagne Teittinger che non ricordavo di avere. Essendo completamente all’oscuro del mondo degli champagne, le chiedo, in qualità di esperto, di potermi fornire una valutazione per comprenderne il valore sia qualitativo che economico. La bottiglia in questione è Teittinger Comtes de Champagne Blanc de Blancs Millesime 1995 compresa di cofanetto. Attraverso mail le ho anche inviato una foto esplicativa. Grazie in anticipo per la sua eventuale risposta.

    • Champagne eccezionale, per tipologia e annata. Se è stato ben conservato, sarà una bevuta d’eccezione!
      Il valore è piuttosto elevato (non meno di 450 euro) in quanto di Comtes di vecchie annate se ne trovano pochissimi…

    • Ottimo champagne. Inizialmente è stato un po’ sottovalutato (ingiustamente), forse anche per via del prezzo altino, ma trovo sia una perfetta sintesi dello stile L-P (legato allo Chardonnay) e del suo savoir-faire con i non dosati.

  3. Un appunto sullo Charles Heidsiek Brut ultima release .
    Quello che mi portava ad acquistarlo era la maturazione e complessità di questo champagne , l’immediata goduria di struttura, bouquet aromatico quell’allungo in più rispetto ai suoi competitor che per per Bollinger a parte per altro stile lo metteva al vertice della categoria dei sa di tutta la champagne .
    Metteva appunto perché ora e’ cambiato totalmente e non rientra più nella mia top personale anzi……. questa la vedo come una caduta di stile importante per la Maison e se ti capitasse l’occasione di farglielo sapere diglielo che e’ stata una decisione infelice è che hanno fallito se credevano che nessuno se ne accorgesse .
    Grazie per l’attenzione..

    • La maison ha preso un rischio, ma era costretta a farlo. Il passato non era la norma, ma l’eccezione, dettata da una gestione non proprio lungimirante dello stock. Capisco che passare da 4-6 anni sui lieviti e 3 non è facile, ma lo chef de cave ha fatto molto per rendere questo passaggio meno traumatico. Personalmente, ho trovato l’ultimo (Mise en Cave 2017) molto buono, al momento con maggiore freschezza e precisione, quindi mancante di quell’evoluzione degli assemblaggi che l’hanno preceduto, ma sono sicuro che il tempo darà loro ragione. In più, c’è da considerare il fatto che la maison mira giustamente a conquistare una fetta più ampia di mercato e questa non è fatta da soli appassionati, quindi uno stile più vivace era praticamente obbligatorio. Poi che io e lei amassimo i vecchi Brut Réserve è un altro paio di maniche, ma credo il loro vantaggio fosse più dettato dal tempo che da un vero e proprio stile differente.
      Faccia questa prova: prenda una bottglia e la lasci in cantina per tre anni. A Dio piacendo, ne riparleremo allora…

      • Mah faccio veramente fatica a mandare giù una politica del genere da parte della Maison…
        Credo che la sua fama sia appunto dovuta alla altissima qualità del suo brut base con una clientela abituata alla cremosita’ eleganza e complessità di questo champagne , non vedo con questo cambio di strategia quali mercati possa andare ad aggredire….ma vedo benissimo quale perderà’ sicuramente , quelli che lo acquistavano pronta beva perché se devo farlo stare lì tre anni allora spendo un pelo di più e vado su altri produttori ….boh
        Cordiali saluti .

        • Mi permetto solo due considerazioni.
          Primo: dovevano farlo. Nessuno può stare in piedi con 300k bottiglie l’anno poi tenute 5 anni sui lieviti. Sarebbero falliti, a meno di non vendere le bottiglie al triplo. Oltre l’aspetto emozionale, a volte bisogna considerare anche quello finanziario, ahimè…
          Secondo: trovo che Cyril Brun abbia fatto un gran bel lavoro. Lo champagne da giovane è teso ed energico, ma con il tempo non mancherà di evidenziare quella bellissima evoluzione che ha fatto la fortuna di CH.
          Il gusto personale comanda, certo, ma io gli dare una seconda chance…

  4. Grazie Lupetti per la cultura che diffonde su Champagne – sia zona che vini.
    Le faccio una domanda:
    volendo provare ad avvicinarmi al mondo dei vintage – millesimati, con una cifra accettabile (per il mio portafoglio, diciamo max. 90-100 € a bottiglia), quali 2 o 3 consigli mi darebbe?
    Mi piacerebbe se possibile avere dei consigli sulle annate 2008, 2009 e 2012, per me delle ricorrenze importanti, (figli…), magari da celebrare ai relativi anniversari con le bottiglie consigliatemi da Lei.
    Ho una buona cantina interrata con variazioni di temperatura modeste e pertanto mi piacerebbe provare a conservarli anche per anni, se positivo per il vino stesso.
    La ringrazio

    • Grazie, innanzitutto!
      Guardi, per stile classico e da tenere negli anni dire Grand Cru 2008 di Pommery oppure Vintage 2012 di Clicquot. Come chicca, direi il Blanc de Blancs di Roederer, ma deve ripiegare sul 2013, altrimenti andiamo sempre sullo Chardonnay, ma di vigneron, con il Fleur de Passion 2012 di Diebolt-Vallois. Infine, stile delle vecchia tradizione con La Grande Année (2008 o 2012) di Bollinger. Direi che più o meno ci siamo. Valuti anche il Millésime 2012 di Charles Heidsieck.

      • Grazie mille per i suggerimenti.
        Mi darò subito da fare per cercarli!
        Per il 2009 ha qualche gemma, oppure non è stata un’annata memorabile?

        Grazie

  5. Salve, avrei una domanda riguardo gli abbinamenti tra champagne. Vorrei bere una bottiglia di Cristal 2012, sapendo che non sarà sufficiente per tutto il pranzo cosa mi consiglia di bere precedentemente, in modo da non fare danni?
    Grazie in anticipo

    • Dipende dal menu. O tutto champagne, quindi un non millesimato (magari il Brut Premier della stessa Roederer) e poi il Cristal, oppure il Cristal e poi un vino rosso…

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