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Nel calice di Vania

Lefébure

Poco più di 5,5 ettari coltivati principalmente sulle terre dei Coteaux du Petit Morin e una piccola parte in Côte de Bars, una gestione viticola il più possibile...
di Vania Valentini

bottiglia di champagne Lefébure

Poco più di 5,5 ettari coltivati principalmente sulle terre dei Coteaux du Petit Morin e una piccola parte in Côte de Bars, una gestione viticola il più possibile ‘pulita’ e compatibile con le esigenze dei suoli (è in atto la conversione al Bio), un’attenzione maniacale alle maturazione e all’integrità del frutto e una piccola cantina condotta con uno spirito artigianale (tutto per gravità, nessuna chiarifica o filtrazione, fermentazioni rigorosamente in legno) da una giovane vigneron, Marie Lauréne e suo marito Sébastien: questo il retroscena che anima gli champagne M. Lefébure, vini capaci di coniugare integrità ed eleganza, rotondità e tensione, profondità e levità. Dopo una laurea alla Sorbona in storia dell’arte e archeleogia, un’esperienza lavorativa decennale a Parigi e un film noto agli appassionati (veri), ‘Mondovino’, che la illumina, Marie Lauréne decide di abbandonare la frenesia della città e una carriera in direzione dell’arte e tornarsene tra i vigneti della Champagne. Riprende la formazione enologica ad
Avize, dove incontra Sébastien, suo marito e, assieme, si fanno aiutare dai coniugi Horiot (vignerons di lungo corso a Les Riceys) i quali, oltre all’esperienza come viticoltori, trasmetteranno loro una vocazione che, in vigna come in cantina, strizza l’occhio alla Borgogna. Il tutto supportato da un territorio unico come quello di Coteaux du Petit Morin caratterizzato da suoli gessosi, argillosi e preziosi blocchi di silex in grado di conferire agli champagne L. Lefébure spiccate note di pietra focaia e polvere pirica. Come il loro ‘Nos esprits libre et content’, composto da 70% meunier e 30% chardonnay, che si esprime su sontuose note burrose e fruttate suggestioni di mela, agrumi, che presto lasciano spazio a più scure sensazioni fumé, polvere pirica, mineralità scura. Per una bocca avvolgente, fresca e salina, dove ritornano le sensazioni del frutto, croccante, e dove la progressione gustativa è sì sinuosa ma anche dinamica, flessuosa, vibrante. È puro e goloso, migliora a bottiglia aperta e finisce in un attimo. Un esordio da applausi, bravi!

Per seguire gli champagne M. Lefébure: @maisonlefebure

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