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Nel calice di Vania

De Venoge, Louis XV

Veramente suggestiva la degustazione tenutasi in occasione dei 300 anni dall’incoronazione di Louis XV, il Re che, il 25 Maggio 1729 emanò la legge che consentiva il trasporto...
di Vania Valentini

bottiglia di champagne De Venoge, Louis XV e 4 calici

Veramente suggestiva la degustazione tenutasi in occasione dei 300 anni dall’incoronazione di Louis XV, il Re che, il 25 Maggio 1729 emanò la legge che consentiva il trasporto delle bottiglie in vetro. Fino allora, infatti, era vietato in quanto pericoloso per la l’estrema fragilità dei flaconi e solo con questo editto reale lo champagne poté finalmente uscire dalle Abbazie ed essere commercializzato ed esportato in bottiglia e non più in botte. Sancendo, così la nascita dello champagne.

L’occasione ci ha permesso di assaggiare il Grand Vin de Princes Blanc de Blancs 2014, champagne di raffinatezza assoluta e dalla gessosa mineralità, si è poi passati alla Cuvée dedicata al grande monarca francese, il Louis XV 2012 assieme al Louis XV 2012 Rosé. Ricco, elegante, dotato di grazia e grande equilibrio il primo, più intenso, floreale e carnoso in bocca il secondo, segnato dal grande vino rosso di Bouzy. Abbiamo continuato con il Louis XV 2008, austero, algido, elegante e dall’inestimabile potere evolutivo mentre a seguire il Louis XV 1996, qui nella sboccatura 2020: potente, incisivo, iodato e dall’acidità ancora prorompente.

Infine, il Louis XV 1995, dégorgement 2006. Annata straordinaria, tra le più equilibrate e longeve in assoluto anche se messa in ombra dalla ‘prepotenza’ della 1996. Qui ne troviamo la perfetta espressione: uno champagne luminoso, ricco, vibrante, ancora freschissimo e sapido al palato. A seguire, il Louis d’Or, stessa Cuvée e millesimo del precedente ma con dégorgement 2021. Impressionante la complessità aromatica e bellissima la quadratura in bocca caratterizzata da finezza e articolazione, uno champagne ora in uno stato di grazia ma anche con qualche anno ancora davanti a sé.

2 bottiglie di champagne de venoge con 2 calici

Infine, uno spiazzante Demi Sec, dimenticato nelle cantine della Maison (non esiste più), millesimato 1990. Una testimonianza dell’inestimabile potere evolutivo di questi vini, della loro capacità di trovare nel tempo non un nemico bensì un alleato, e della loro capacità di mutare, trasformarsi, elevarsi regalando, in ogni loro fase, sensazioni uniche e straordinarie. Ma anche una testimonianza dell’affidabilità che continuano a detenere le grandi maison, anche quando si tratta di semplici cuvée come quest’ultima.

De Venoge è indiscutibilmente una Maison da riscoprire, sia per la storia che per gli champagne, vini capaci di destare l’attenzione dei più appassionati. Un sincero grazie per la meravigliosa opportunità al Presidente Gilles de la Bassetière e a Premiere Italia, unico distributore nel nostro Paese.

Le degustazioni si sono svolte da Vittorio a Brusaporto, da Pinchiorri a Firenze e da Uliassi a Senigallia.

Qui per approfondimenti sulla maison De Venoge.

Instagram: @champagnedevenoge
Distributore: Premiere Italia

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