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Sans Année

Ma quanto è bravo Régis Poissinet!

Amo la Champagne e i suoi vini magici anche per questo motivo: non si finisce mai di imparare. Come non si finisce mai di scoprire nuove cose. Ancora...
di Alberto Lupetti

Régis Poissinet

Amo la Champagne e i suoi vini magici anche per questo motivo: non si finisce mai di imparare. Come non si finisce mai di scoprire nuove cose. Ancora oggi, dopo più di vent’anni di assidua frequentazione, mi arricchisco con qualcosa di nuovo. Sono invece un po’ meno i produttori che non conoscevo e che mi colpiscono. Però qualcuno c’è, come Régis Poissinet in quel di Cuchery, nella parte interna della Vallée de la Marne (Rive Droite).

Régis possiede 7 ettari suddivisi in 35 parcelle, a Cuchery e nei villaggi vicini, il Meunier la fa naturalmente da padrone, seguito dallo Chardonnay e, cosa piuttosto singolare, da pochissimo Pinot Noir, che rappresenta soltanto il 2% delle vigne. Dal 2020, i vigneti sono certificati sia biologici, sia biodinamici. Régis rappresenta la quinta generazione di questa famiglia di vigneron, ma produttori di champagne lo sono diventati con il nonno. Da quando aveva 14 anni, Régis ha iniziato a lavorare al fianco dei genitori, fino a diventarne, di fatto, lo chef de cave, mentre nel 2008 ha ricevuto il Domaine dai genitori per lavorare con la propria marca Régis Poissinet in qualità di RM. Il suo simbolo vuole esprimere la potenza (il cavallo) e la leggerezza (la farfalla).

Cantina Régis Poissinet
In apertura il simpaticissimo Régis, qui in foto la sua cantina di vinificazione: attualmente, tutte le fermentazioni sono fatte in legno con lunghissimi affinamenti.

Anno dopo anno, Régis ha affinato la propria tecnica e oggi fermenta in legno (ha progressivamente dismesso l’acciaio), dove non fa travasi, ma solo un po’ di bâtonnage, e la malolattica è svolta in maniera naturale. Assemblaggi e successivi tiraggi avvengono tardi, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, ma ci sono vini che possono rimanere in legno anche tre anni prima dell’imbottigliamento. I dosaggi sono molto bassi e fatti con MCR (Mosto Concentrato Rettificato).

Etichette Régis Poissinet
Leggero ritocco della bella etichetta tra la precedente ‘versione’ di questo champagne (sinistra) e la nuova, di prossima uscita.

Nella prossima edizione della guida Grandi Champagne (che sarà rivoluzionata: a breve l’articolo di presentazione) troverete l’incredibile blanc de blancs, l’inedito Meunier in purezza parcellare e il ‘mostruoso’ rosato, qui, invece, vorrei presentare il suo vino bandiera, di fatto il suo sans année, che si chiama Terre d’Irizée. È, naturalmente, un’unione tra Meunier (70-90%) e Chardonnay su quattro annate, con fermentazione mista acciaio/legno, però dovrei dire era, perché con le certificazioni ‘bio’ Régis ha cambiato un po’ la ‘formula’ ed è passato al millesimato non rivendicato. Oltre alla fermentazione interamente in legno, come detto. Molto bella l’etichetta, realizzata da un celebre designer svizzero. Simboleggia la Terra, con la Diesis greca che è il legame tra il cielo e la terra, tra Dio e l’uomo. Quindi rappresenta la biodinamica, mentre i colori riportano al Meunier e allo Chardonnay.

Terre d’Irizée

Bottiglia Régis Poissinet Terre d’Irizée Extra Brut16% Chardonnay, 84% Meunier
(base 2016, 15% legno, riserve 39% di 2015, 2014, 2013, dosaggio 1,7 g/l)
dég. set. 2022 – Il naso è generoso, non denso, quindi non si propone affatto eccessivamente ricco. Ha purezza e pulizia, il frutto è fresco, c’è un tocco fumé. A dirla tutta, non è un naso super espressivo, piuttosto è discreto, fresco, elegante, e con un minimo di attesa si fa sempre più minerale. La bocca è tesa e pulita, succosa, finanche sottile, con la delicata dolcezza di frutto (mirabelle) e la parte agrumata rinfrescante che si fondono perfettamente al carattere minerale, architrave della gustativa. Lunghissima salinità a chiudere. La sua forza è l’equilibrio, per questo non piace soltanto, ma convince. Provare per credere…
Voto: 92 (94)/100

30% Chardonnay, 70% Meunier
(2020, 100% legno, dosaggio 2 g/l, certificato AB e Demeter)
dég. set. 2022 – Stesso dégorgement (di prova), ma champagne ben diverso. Rappresenta l’evoluzione di questa cuvée, come sarà negli anni a venire, e pure l’etichetta è leggermente diversa. È il debutto di Régis con il ‘bio’ certificato, ma non ha le marcature di questo, sebbene sia evidente che è un vino che deve ancora farsi. Infatti, al momento è marcato dal legno e molto secco, ma il tempo ne rivelerà il carattere di finezza, leggerezza, levigatezza. È salino e molto fresco. Ma ci sembra uno champagne più ‘intellettuale’ rispetto alla versione precedente. Vedremo quando si sarà del tutto spogliato del legno.
Voto: 90 (92)/100

Tappo della degustazione

Gli champagne Régis Poissinet sono distribuiti in esclusiva da:
Première Italia – tel. 059/512373 – www.premiereitalia.it

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5 risposte a “Ma quanto è bravo Régis Poissinet!”

  1. Buongiorno Alberto,
    domenica scorsa a Modena Champagne Experience ho assaggiato sia Terre D’Irizée che Cuvee Irizee Meunier e mi hanno davvero colpito, soprattutto la Cuvee Irizee.
    Ho avuto la fortuna di assaggiare diversi champagne meravigliosi, quali Clos Cazals 2013, William Deutz 2013, Charles Heidsieck Rosé Millesimé 2012, Josephine 2014, Paul Bara Annonciade 2007, ma uno in particolare mi ha stupito poichè non lo conoscevo affatto… Blanc de Noirs “Les Crayères” Grand Cru 2016 di Paul Déthune, l’ho trovato strepitoso per equilibrio e complessità.
    Col passare del tempo le mie preferenze si stanno spostando dai blanc de blancs ai blanc de noirs, sia pinot nero che meunier in purezza.
    Spero che riprenderà a scrivere articoli con maggiore frequenza qui sul sito, sinceramente ne sento la mancanza.

    • Come detto a Marco Signori, mi cospargo il capo di cenere e prometto di ricominciare presto!

      In effetti, da 2-3 anni stiamo incrociando del Blanc de noirs veramente notevole. Il ciclo climatico attuale sta, al momento, favorendo le uve nere…

      A presto

  2. Buongiorno, anzitutto mi unisco a quanto scritto nell’ultimo rigo dal lettore di cui sopra.
    Chiedo inoltre il suo aiuto/conforto per quanto segue: ho appena acquistato direttamente dall’importatore diverse bt. di Andrè Jacquart dosage 0, dègorgement 11/22.
    Il vino si presenta alla vista color oro chiaro e al naso con profumi che non lasciano presagire se non a tratti il gusto marcatamente di marsala che lascia in bocca.
    Sono molto stupito, anche perchè conosco questo champagne, avendolo più volte assaggiato in passato.
    L’unico dubbio, il fatto che il vino base sia stato parzialmente fermentato in barrique e questo possa conferire un accenno di ossidazione.
    Resta il fatto che non mi piace assolutamente, anche perchè personalmente detesto il gusto di marsala.
    Grazie per l’attenzione.

    • Finita la guida rimetto mano al sito, in effetti colpevolmente trascurato tra troppo tempo. Promesso!

      Invece, a proposito delle bottiglie… no, non è una loro caratteristica. Proprio no! Si tratta di un lotto nel quale il tappo non era perfetto o che hanno sofferto nel trasporto. Altrimenti come raccontato in tutte le edizioni della guida, questo champagne è tutt’altra cosa!

  3. Grazie per il deciso supporto.
    Propendo nettamente per la seconda ipotesi, i tappi delle due bt. aperte hanno fatto normale resistenza e non avevano il tipico sentore di tappo (TCA), anche se, per solo un anno di post deg. erano piuttosto stretti alla base.
    E poi è un vino che in passato ho molto apprezzato, in linea con le valutazioni da lei assegnate e poi lo champagne deve sapere di champagne e non di marsala.
    Cordiali saluti

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