4 commenti
Millésime

Paul Déthune: l’eccellenza del Pinot Noir

Per quanto Ambonnay sia con tutta probabilità il migliore dei tre territori di transizione (nonché il mono-Cru perfetto), con la medesima probabilità è anche il villaggio capace di...
di Alberto Lupetti

Le Haut des Bermonts 2017

Per quanto Ambonnay sia con tutta probabilità il migliore dei tre territori di transizione (nonché il mono-Cru perfetto), con la medesima probabilità è anche il villaggio capace di dare i più esclusivi Pinot Noir in purezza, come dimostrano quelli firmati Egly-Ouriet, Rodez e, naturalmente, Krug. A questi, però, va aggiunto a buon diritto il nome di Paul Déthune, vigneron di elevatissimo valore che negli ultimi tre anni di degustazione ci ha definitivamente convinto di essere un vero artista della nobile uva nera. Così, anche nella prossima edizione (la settima) della guida Grandi Champagne, appena uscita, troverete il Blanc de Noirs non millesimato, il millesimato e parcellare Les Crayères e un assemblaggio (Cuvée à l’Ancienne), tutti con note assolutamente entusiastiche perché i tre champagne ci hanno a dir poco impressionati. Ce ne sarebbe un altro, però, che è pure una novità: beh, lo racconto qui!

Come già visto su Les Crayères, la ‘collerette’ ricorda la fermentazione in barrique champenoise da 205 litri, capacità espressa in numeri romani…

Finora, Pierre e Sophie Déthune hanno prodotto un solo parcellare, il summenzionato Les Crayères, frutto del mitico vigneto omonimo. Lo champagne è nato nel 2014, si è ripetuto nel 2015 e ora approda alla vendemmia 2016 (che trovate in guida), fatto sempre secondo la tradizione Déthune che prevede la fermentazione in tonneaux champenois da 205 litri senza malolattica. Vista la bontà – e, purtroppo, la produzione limitata – di questo champagne, i due hanno giustamente ipotizzato di fare il bis e, dopo l’attento esame delle parcelle nei 7 ettari di proprietà (tutti ad Ambonnay), ne hanno individuata un’altra all’interno del lieu-dit ‘Le Haut des Bermonts’, il vigneto più ‘basso’ del villaggio, sito sulla destra della strada che proviene da Bouzy, subito prima dell’abitato. La parcella dei Déthune ha più di 50 anni, con piante di selezione massale. L’aspetto che stupisce, tuttavia, è che Pierre e Sophie abbiano deciso di creare questo champagne in un’annata veramente difficile per le uve nere (falcidiate dalla botrite), per questo devono essere ben consci del valore dei loro vigneti e, in seconda battuta, devono pure aver fatto una rigorosa selezione, cosa che ha permesso, perlomeno a chi l’ha fatta seriamente, di ottenere ottime uve, di elevata maturità. Nel caso di questa parcella dei Déthune, le uve sono state pressate lo stesso giorno della raccolta (5 settembre), fermentate in legno, come detto, e poi il tiraggio è avvenuto il 25 aprile del 2018, quindi dopo 8 mesi di élevage del vino, senza filtrazione. A seguire, 5 anni sui lieviti e dosaggio a 5 g/l (con MCR). Purtroppo, la produzione è limitata a 2.023 bottglie.

Controetichetta
Essenziale, ma completa di tutto quello che bisogna sapere, la controetichetta.

Le Haut des Bermonts 2017

Bottiglia champagne Le Haut des Bermonts 2017100% Pinot Noir
Forse Pierre e Sophie avrebbero potuto aspettare un’annata migliore per fare il loro secondo parcellare, ma tant’è. Anche perché, pur non raggiungendo i livelli di Les Crayères – sarebbe folle negarlo, soprattutto per via del millesimo – è indiscutibilmente un gran bello champagne. Mantiene il fil rouge dell’illuminata interpretazione dei Déthune del Pinot Noir di Ambonnay (struttura e complessità senza venir meno alla piacevolezza), la differenza è che appare un po’ spoglio. Vabbè, entriamo nel dettaglio. Il naso ha gustose grassezze, è agrumato (arancia: ricordate che i grandi Pinot Noir sono agrumati), ci sono le erbe aromatiche (rosmarino e menta) a esaltare la freschezza, è sottile nella sua verticalità. La bocca è cremosa e fresca, con l’atteso frutto (mirabelle) che si palesa all’attacco, passa il testimone ai ritorni agrumati di arancia, quindi la gustativa va a chiudere secca e “risoluta” (Vania Valentini). Non si fa ricordare per l’allungo, ma la presenza e la persistenza di questa non passano certo inosservate. Si diche che chi osa vince e questo champagne lo dimostra.
Voto: 92(94)/100

Pierre e Sophie Déthune
Pierre e Sophie Déthune, coppia nella vita e nella produzione di bellissimi champagne targati 100% Ambonnay.

Con questo pezzo si chiude il 2023 e il 2024 vedrà tante nuove iniziative targate LaMiaChampagne, tra cui il ritorno a una pubblicazione costante su questo sito.
Buona fine e buon principio a tutti!

Gli champagne Paul Déthune sono distribuiti in esclusiva da:
Terre di Rai – tel. 0422/855885 – www.terredirai.it

Suggerimenti a tema:

4 risposte a “Paul Déthune: l’eccellenza del Pinot Noir”

  1. Buona sera Alberto e buon anno!
    Innanzi tutto vedo con piacere che ha pubblicato nuovi articoli molto interessanti, come sempre, e la ringrazio.
    Ho assaggiato abbastanza di recente alcuni champagne di Paul Dethune e ne sono rimasto veramente entusiasta, in particolare Les Crayeres credo sia un capolavoro.
    Colgo l’occasione per chiedere un consiglio su qualche rosè da assaggiare nella fascia di prezzo sui 50 euro.

    • Mi fa piacere!
      Rose in quella fascia? Con gli ultimi aumenti non è facile… Con prezzi a scaffale italiano, direi Alfred Gratien, André Beaufort, La Renaissance, Jean-Philippe Trousset…

  2. Ciao Alberto, di Paul Déthune, sia qui che in guida, ho visto sempre segnalate le sue Cuvée di punta, che mi dici dei suoi base? grand cru brut e grand cru extrabrut?
    un saluto

    • In guida sono costretto a fare delle scelte, altrimenti non basterebbero 1.000 pagine!
      Buoni, ci mancherebbe, soprattutto l’extra-brut, ma il Blanc de Noir non millesima… è un’altra cosa!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.