8 commenti
Millésime

Lo champagne blanc de blancs secondo Corbon

La Dame du Vin per Lemiebollicine La Champagne si gira facilmente e Avize non è difficile da raggiungere partendo da Dizy. Riuscire a trovare la casa di Agnès...
di La Dame du Vin

La Dame du Vin per Lemiebollicine

champagne-corbon-1

champagne-corbon-2La Champagne si gira facilmente e Avize non è difficile da raggiungere partendo da Dizy. Riuscire a trovare la casa di Agnès Corbon è un po’ più complicato, invece. Nessuna indicazione, nessuna insegna. Un cancello aperto, non troppo alto, e un vialetto che accompagna all’interno. Scosto il fascio di foglie che coprono il numero civico e capisco che sono arrivata: 541 Avenue Jean Jaurés.

Avevo inviato una breve email ad Agnès, con il supporto della gentilissima Axelle, quindi so che mi sta aspettando. Entro con l’auto nel cortile e, dopo qualche secondo, mi viene incontro una giovane donna con i capelli color cenere, jeans e giacca bianca con stampa provenzale. È uno scriciolo (nel senso di ragazza minuta) e mi fa subito simpatia.

champagne-corbon-3

La casa è circondata dal giardino dove ci sono altalene e giochi per bambini. Sono i figli di Agnès che ogni tanto si divertono nella casa dei nonni mentre la mamma è occupata in cantina o in vigna. I filari di Chardonnay corrono proprio dietro la casa. Ci spostiamo verso l’inizio dei campi vitati, come se le vigne fossero pettinate sulla terra, per diverse centinaia di metri. Agnès mi dice di guardare oltre, proprio in fondo, dove finiscono i suoi filari e inizia un piccolo rilievo. Quella è Cramant, altro Grand Cru della Côte des Blancs. Passa velocemente una lepre zigzagando fra i cespugli e si infila in mezzo alle “piante di Chardonnay”. Sembra un piccolo mondo antico. Vicino all’entrata del magazzino scorgo un cumulo di pietre bianche, più o meno grandi, e più o meno irregolari. Agnès mi spiega che ha appena terminato dei lavori in cantina, l’ha ampliata ricavando delle ulteriori gallerie, e quei sassi bianchi lì fuori sono quanto è stato scavato, quanto è stato estratto: blocchi di craie, la vera ricchezza della Champagne, il tesoro sommerso che regala tanti di quei profumi e sapori che si ritrovano poi nel bicchiere.

Già perché… c’era una volta il Mar della Champagne. Milioni e milioni di anni fa le colline e le pianure di questa meravigliosa terra erano sommerse dal mare che, ritirandosi pian piano, ha lasciato una inestimabile eredità fatta di pietre calcareo-gessose che trovano proprio in questa zona la loro migliore espressione. Non solo il sottosuolo è costituito dal prezioso “gesso” (anche se non è gesso, ma pietra calcareo-gessosa), bensì anche il suolo, arabile per i primi 20 centimetri in alcune zone, diventa bianco perché la craie affiora in superficie. Ne prendo un piccolo pezzo, lo sgretolo fra le mani, lo annuso, lo assaggio persino, mettendoci la lingua sopra. È una sensazione inspiegabile, il profumo di pietra bagnata, di polvere di gesso, di minerale misto a terra si mescola con una sensazione di pungenza e ruvidità data dal contatto con la lingua.

champagne-corbon-4

Entriamo in casa e scendiamo in cantina. Nella prima parte ci sono delle ceste con le bottiglie in affinamento, alcune botti, e alcuni attrezzi di lavoro. Fra quella stanza e le gallerie che vanno oltre c’è una nicchia, ricavata nella roccia, dove vi sono pile di bottiglie sur lattes che vengono tenute al caldo da una piccola stufetta, sufficiente per non far abbassare troppo la temperatura dopo la fase della seconda fermentazione. Le nuove gallerie sono perfette. La craie ha questa grande peculiarità: pur rompendosi è talmente radicata e fa parte della conformazione geologica del terreno che non c’è bisogno di struttura per sorreggerla. Guardo in alto e, in effetti, il soffitto e le pareti che si intravedono oltre le cataste di bottiglie sono irregolari e sporgenti come i sassi che ho visto fuori. Il profumo che si respira è identico: terra e pietre bagnate, umidità, minerali.

champagne-corbon-5Con attenzione Agnès sceglie le bottiglie che vuole farmi provare: Blanc de Blancs 1985, 1994, 2002, 2004 e Brut d’Autrefois. Angès nel frattempo continua a raccontarmi parte della storia della sua famiglia. È tornata qualche anno fa dagli Stati Uniti, dove ha lavorato per due colossi come Mars e Unilever e dove ha imparato a esprimersi in un inglese impeccabile (è la prima volta che sento un francese parlare inglese senza alcun benché minimo accento), per seguire le orme di suo padre Claude nell’azienda di famiglia e dargli il tempo di fare un passaggio di consegne a lei e suo fratello e ritirarsi in santa pace a godersi i nipotini. Cosa che non ha ancora fatto al 100%…

Saliamo nella sala degustazione e gli champagne vengono aperti.

Non li descrivo tutti, basti sapere che il 1985 è stata un’annata fra le più memorabili e che ancora oggi riesce a dare dei vini meravigliosi e perfetti. In effetti la bottiglia che apriamo ne è una “prova provata”.

Colore giallo molto intenso, vira all’oro. Profumi di miele, zenzero, piccola pasticceria con tanto zabaione, freschezza infinita. Una persistenza infinita e una piacevolissima bevibilità.

Il vino che, in quel poker d’assi, mi colpisce maggiormente è però il 2002.

Partiamo già dal fatto che, salvo alcune rare zone, da noi l’annata 2002 è da ricordare come un’annata che non ha dato grandi prodotti. Nella Champagne è vero esattamente il contrario. Il vintage 2002 continua a regalare vini eccezionali, vini che sono godibili fin da subito ma che possono anche essere mantenuti in cantina come “vins de garde”.

champagne corbonCorbon Grand Cru Avize 2002
100% Chardonnay
Il colore è giallo oro, non intensissimo ma pulito, estremamente brillante. I profumi che escono dal bicchiere regalano una sventagliata di freschezza immediata con tanti fiori bianchi, ananas fresco, miele, fiore d’arancio e quella nota minerale che rende piacevole e vivace il vino. Il palato è morbido, soave. Bollicina sottile sottile che “champagna” in bocca e rende carezzevole il sorso.

Chiudo gli occhi e per un attimo vengo trasportata nel tempo, nel momento in cui ho toccato con le mani, e poi con la lingua, quel pezzettino di craie. E ritrovo la freschezza e la ruvidità della polvere di gesso, la mineralità della pietra bagnata, qui resa più piacevole da accenni di miele e frutti esotici, in un alternarsi perfetto di sensazioni pungenti e al contempo vellutate. Chiude il sipario, come d’incanto, una perfetta nota di acidità che, come le migliori protagoniste dell’opera in cartellone, non si fa troppo pregare e si concede al pubblico.
È un equilibrio perfetto che esiste già, ora, e durerà molto nel tempo.
Guardo Agnès come rapita e incantata da questa magnifica trasposizione della terra e del terroir, per dirlo in modo più complesso, in un bicchiere di champagne. Lei mi sorride in modo semplice come se mi volesse dire che quanto loro fanno producendo vino, è solo cercare di preservare quello che di prezioso esiste già in maniera naturale, con rispetto, amore, passione, convinzione. È proprio vero: non esiste questo vino senza la sua terra, e la terra non ha alcun significato se non espressa nel suo vino.

Parola di Dame

Voto: 93/100

 

Gli champagne Pol Roger sono distribuiti in esclusiva da:
Heres, tel. 055/5341093, www.heres.it

Suggerimenti a tema:

8 risposte a “Lo champagne blanc de blancs secondo Corbon”

  1. Leggo sempre con interesse post sullo Chempagne.
    Purtroppo come geologa non posso fare ameno di notare che spesso la parola “craie” genera confusione nei non addetti ai lavori.
    La parola Craie in francese può generare confusione perchè con questo nome si indica sia una roccia sedimentaria composta quasi esclusivamente da Carbonato di Calcio ( CaCO3) originato dall’accumulo degli scheletri dei coccolitoforidi, e una piccola frazione di argilla, ma con questo nome si indica anche il classico gesso da scuola. La Craie che affiora in Champagne è una roccia permeabile, porosa e friabile. Il gesso invece è una è una roccia sedimentaria di origine chimica, di origine evaporitica, formata prevalentemente dall’omonimo minerale, roccia composta da solfato di calcio biidrato (CaSO4 · 2H2O) con piccole quantità di argilla.
    Quindi tradurre Craie con “gesso” è sbagliato poichè in Champagne di solfato di calcio non ci sono quasi tracce.
    Ho fatto una piccola ricerca su internet e vedo che molti cadono in questo tranello, che può sembrare di lieve entità invece indica due genesi completamente diverse delle rocce e due litologie distanti anni luce tra loro anche come comportamenti chimici, fisici, meccanici e soprattutto pedologici.

    • Interessantissima e doverosa precisazione. Quando mi capita di parlare di champagne, infatti, è una precisazione che faccio sempre, anche se non così… dettagliata. Mi limito a dire che la craie non è gesso come si pensa comunemente (forse l’errore viene dalla traduzione in inglese, visto che si usa il termine “chalk”…), bensì una pietra calcareo-gessosa. Ricordo benissimo cosa mi diceva Charles Philipponnat: la craie è… craie!

  2. Illustre Alberto salve, mi hanno regalato un Corbon brut d’autrefois….secondo lei è già “pronto” o meglio aspettare ancora un po’ perché si esprima al meglio? Grazie

  3. scusate se mi intrometto ma vorrei capire: l’aroma primario preponderante e presente solo negli champagne (mai percepito in altri vini), anche a livello non vintage, che molti definiscono “profumo di gesso”, e che per altri è un sottoprodotto della seconda fermentazione e per altri ancora presenza di pinot nero poco maturato, in realtà da dove viene?

    • La mineralità nel vino è un argomento aspramente dibattuto. All’olfatto è una sensazione che può richiamare sensazioni gessose o più pietrose, mentre al gusto è un effettivo riconoscimento in quanto l’università di Reims ha scoperto che la nostra saliva contiene una molecola in grado di riconoscere il carbonato di calcio, di cui è fatta la ceraie (impropriamente tradotta gesso).
      Non è una questione di seconda fermentazione, ma di suolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.