Ca’ del Bosco: arriva il Dosage Zéro Noir
Da un lato, vista anche l’introduzione dell’Annamaria Clementi Rosé, non mi aspettavo così presto una novità da Ca’ de Bosco, ma dall’altro, conoscendo il genio vulcanico di Maurizio Zanella, lo sospettavo… Bene, detto fatto: arriva un nuovo, esclusivo Franciacorta, il Dosage Zéro Noir.
Nel 1988 Ca’ del Bosco acquista un nuovo vigneto, un vigneto molto particolare in quanto sito a ben 466 m slm (tra i più alti in assoluto in Franciacorta), proprio a picco sul lago d’Iseo e per questo battezzato Belvedere. Viene ripiantato nel 1991, ma poiché i 4,5 ettari si estendono parte su suolo morenico (2 ha) e il resto su pre-morenico, ecco che a Erbusco decidono di mettere a dimora il Pinot Noir sul primo (zona precoce) e lo Chardonnay sul secondo. Da notare che questo vigneto, oltre a essere molto in alto, è anche circondato da boschi, quindi è di fatto isolato, incontaminato, pertanto non necessita praticamente di trattamenti.
Facciamo un passo indietro, al 1980, quando Zanella e il suo chef de cave di allora, André Dubois, creano un blanc de noir millesimato, il Brut di Pinot Noir, poi lanciato nel 1997. Quel Franciacorta successivamente non è stato più prodotto, ma è sempre rimasto nel cuore di colui che ha poi ricevuto il testimone da Dubois, Stefano Capelli. L’attuale chef de cave di Ca’ del Bosco ha sempre avuto il desiderio di riportare in vita quel Pinot Noir in purezza, magari evolvendolo ed, effettivamente, l’idea si andava concretizzando man mano, proprio osservando la qualità delle uve Pinot Noir del vigneto Belvedere. Così, a un certo punto, Capelli espone finalmente l’idea a Zanella e il progetto parte con l’obiettivo di un blanc de noir che racchiudere nel bicchiere il terroir di quel vigneto particolare. La prima vendemmia “utile” è la 2001, quando vengono selezionate tre parcelle, pressate in maniera particolarmente soffice, fermentate separatamente in piccoli fusti di rovere, ulteriormente affinate in acciaio, quindi assemblate e imbottigliate. L’esperimento si ripete nel 2004 e nel 2005 e così via, ma Capelli e Zanella non hanno fretta, perché sboccano quelle tre annate solo dopo l’estate di quest’anno, quindi dopo averle tenute rispettivamente nove, dieci e dodici anni sui lieviti.
L’assaggio dimostra inequivocabilmente che l’obiettivo è perfettamente centrato, ma soprattutto che quei Franciacorta non hanno bisogno di alcun dosaggio, quindi si decide di proporli come ‘zéro’. L’unico dubbio è dove collocare questo nuovo vino all’interno della gamma Ca’ de Bosco… L’ipotesi di un terzo Annamaria Clementi fu scartata a suo tempo, già al momento del tiraggio, quindi il dubbio era se creare una nuova etichetta indipendente, oppure inserire il nuovo blanc de noir all’interno della Vintage Collection, la linea classica di millesimati, che dal 2005 può fregiarsi anche del titolo di Riserva. Alla fine in Ca’ del Bosco hanno seguito quest’ultima strada, così dopo Brut, Satèn e Dosage Zéro, ecco anche il Dosage Zéro Noir. Vista, però, la ridotta produzione di queste prime tre annate, in Ca’ del Bosco hanno opportunamente deciso di commerciare unicamente 3.000 eleganti cassette, ciascuna contente una bottiglia di 2001, due bottiglie di 2004 e tre bottiglie di 2005.
Dosage Zéro Noir
100% Pinot Noir
2001
Naso caldo, fruttato e speziato, rotondo e polposo. Bella bocca, anch’essa rotonda e ricca di materia, morbida – ma mai molle, beninteso – e piena, pertanto al limite del vinoso. Bella progressione gustativa e finale fruttato con sfumature di erbe aromatiche che tendono all’amaricante. Un Franciacorta nobile ed elegante, sicuramente buono, anzi molto buono, ma alla fine vorresti qualcosa in più…
Voto: 89/100
2004
Naso freschissimo, pervaso da quella nota acidula che riporta invariabilmente alla varietà, giocato su note di agrumi scuri e di erbe aromatiche, oltre a una eco di miele e uno spunto di mineralità scura. Bocca polposa, ma anche molto elegante, quindi l’eventuale impressione di leggerezza è fallace… Semmai, è l’asciuttezza – peraltro mai dura o tagliente – a frenare in parte la grandissima ricchezza di materia. Grande verticalità e lunghissimo finale fruttato, di persistenza veramente incredibile.
Voto: 91/100
2005
L’assaggio effettuato a Ca’ del Bosco non mi aveva convinto: morbido, dolce, difficilmente identificabile come Pinot Noir in purezza e come non dosato: difficile dargli un voto. Va bene che non riesco proprio a farmi piacere l’annata 2005, salvo rari casi, né in Champagne né qui, però… Così, grazie anche alla gentilezza e alla tempestività di Cà del Bosco, ho potuto riassaggiare questo 2005 giusto ieri: eccolo.
Bott. n. 0009, dég. estate 2014 – Olfatto freschissimo e non semplicemente ricco, ma addirittura denso e profondo. Dà la chiara impressione di essere perfettamente bilanciato tra il frutto e la secchezza della sua natura di non dosato, tra le dolcezze e la brillante energia che sembra pervaderlo. Si ritrovano le erbe aromatiche, ma molto in secondo piano. Bocca rotonda e levigata, compatta ma ancora freschissima, vinosa ma di una tale vitalità da risultare esplosiva, non di potenza, però. Anche in questo secondo assaggio credo sia impossibile dire che sia un dosato, ma… grazie a un naturale e perfetto bilanciamento del vino. Finale pulitissimo, arricchito dai ritorni fruttati e nuovamente vinoso. Ah, quasi dimenticavo: bollicina finissima, così come le altre due annate.
Ora sì che le cose si sono rimesse a posto… nonostante l’annata 2005!
Voto: 90/100
Ciao Alberto,
complimenti per le bellissime degustazioni che ci racconti.
Sai quanto costa la cassetta dei dosage zero noir di Ca’ del Bosco?
Grazie.
Nicola
Grazie a tutti voi per seguirmi!
Oddio, il prezzo al rivenditore lo dissero nel corso della presentazione, ma non lo ricordo… Sorry.
Il Noir 2006 è già uscito?
Penso stia uscendo… Ho giusto la bottiglia da assaggiare. Lo pubblico presto!