Cavalleri e il suo ‘Au Contraire 2008’
Personalmente trovo che i più interessanti, se non addirittura i migliori produttori di Franciacorta siano Ca’ del Bosco, Il Mosnel, per certe cuvée pure Monterossa e Quadra, e, last but not least, Cavalleri. Ritengo che questi produttori riescano, un po’ per particolare vocazione dei propri vigneti, un po’ per abilità, ad andare oltre il territorio, quindi a staccarsi nettamente dal classico stile dei vini di Franciacorta per toccare una diversa dimensione tanto qualitativa, quanto di appeal. Tra questi, comunque, Giulia Cavalleri è a mio avviso la ‘signora’ della Franciacorta e solo ora mi sono accorto che dei suoi vini ho parlato troppo poco, una sola volta su queste pagine, in occasione di una mini verticale del suo Blanc de blancs. Mi è capitato, nel frattempo, di visitare nuovamente la sua cantina, di assaggiare un paio di suoi magnum particolari veramente ottimi, e… Vabbè, ecco l’occasione di riparlarne. Finalmente.
L’occasione è rappresentata da una cassettina di legno che mi viene recapitata poco prima delle Feste passate. Una cassettina che contiene una bottiglia di millesimato 2008. Un millesimato ‘speciale’, come già il nome ‘Au Contraire’ (al contrario, dal francese) lascia intuire. Tutto ha inizio con la vendemmia 2001, quando in Cavalleri decidono di fare un piccolo esperimento fuori dal loro tipico schema del blanc de blancs creando un assemblaggio anche con un tocco di Pinot Noir. Per l’esattezza, 80% di Chardonnay e 20% di uva nera, selezionati in soli tre vigneti, fermentati parte in acciaio e parte in botte, imbottigliati ad aprile del 2002 in poco più di 3.000 esemplari. Nel 2006 vengono degorgiate alcune bottiglie e Giulia e il suo staff capiscono che si può andare oltre i loro classici 48 mesi. Altri due anni, per un totale di 72 mesi sui lieviti. Ma non solo, perché i primi assaggi indicano pure che non è assolutamente necessario dosare questo Franciacorta. Nasce così, in seno alle Creazioni Uniche, la linea più preziosa di Cavalleri, l’esclusivo Au Contraire 2001, oggi, purtroppo, esaurito.
La cosa sembrerebbe finita lì, in realtà in Cavalleri aspettavano l’occasione per ripetersi, ma senza fretta, senza ossessioni, perché credono che le repliche forzate siano foriere di insidie. A ragione. Comunque, la vendemmia 2008 permette di fare questo benedetto bis nel migliore dei modi, anzi, di rilanciare quella che nel 2001 si era prefigurata come una vera e propria sfida. L’eccellenza delle uve, infatti, consente non solo di selezionare ben 50 hl di mosto (contro i 25 della prima uscita), ma anche di mischiare le carte in tavola e far salire ulteriormente la componente di Pinot Noir. Il 21 aprile 2009 vengono così tirate 6.696 bottiglie e, a metà 2015, dopo quattro settimane di rémuage manuale, vengono degorgiate le prime. Anche in questo caso si decide di non dosare e, per la cronaca, il residuo zuccherino naturale è di circa 1 g/l. Inoltre, la maggiore componente di Pinot Noir – complice l’attenta vinificazione di Cavalleri, poco interventista, senza pesanti filtrazioni – rende il colore leggermente tendente all’ambrato, da cui l’idea di aggiungere al nome di questo Franciacorta anche la dicitura ‘occhio di pernice’, in francese. Bene, ecco il risultato nel bicchiere…
Au Contraire 2008 Pas Dosé ‘Œil de Pedrix’
40% Pinot Noir, 60% Chardonnay
Il colore dorato carico tendente all’ambrato conduce a un naso denso, quasi spesso per non dire grasso, ma brillante, vivace, certamente scuro a cominciare dalla componente agrumata, quindi le spezie dolci, le erbe aromatiche e il frutto tendente al maturo (mela cotogna), entrambi un po’ in secondo piano. C’è pure un’ombra di legno, più come essenza pregiata che banalmente come riflesso di parte della fermentazione. Più di tutto, quasi non sembra un tipico Franciacorta e questo va inteso nella maniera più positiva… Ancor più convincente l’assaggio, spesso e succoso, molto, molto fresco, fine nella bollicina, di sviluppo ancora legato agli agrumi scuri, con una confortante distensione che non sembra puntare all’incisività, quanto, piuttosto, a lasciare una bella bocca, rinfrescata, gustosa, pulita. Pure a fronte di una buona persistenza. Devo confessare che da un vino di questa ‘importanza’ mi sarei aspettato maggiore complessità e maggiore profondità, ma alla fine si fa valere per la piacevolezza di beva e la suddetta capacità di lasciare la bocca fresca. Per non parlare del fatto che il vino è veramente perfetto così, senza liqueur, equilibratissimo, al punto che il dosaggio l’avrebbe perfino danneggiato…
Voto: 89/100
Concordo con lei sui nomi indicati in Franciacorta e apprezzo molto Cavalleri. Da buon cultore della nicchia, le segnalo assolutamente Andrea Arici – Cantine della stella. Poche bottiglie, tutto dosage zero e di grandissima qualità:
Grazie della segnalazione
Concordo! Idealmente sul mio personalissimo podio franciacortino insieme a CdB e Cavalleri ci metto proprio Arici
(Anche se i Dosage Zero in rosa sono un po’ troppo estremi per i miei gusti…)
Come detto, non lo conosco proprio. Mi toccherà approfondire…
Ho preso 4 etichette diverse di Cavalleri per il nostro locale ma non ho avuto modo di assaggiarle , adesso con calma proverò qualcosa e mi incuriosisce questo Au Contrarie 08 avendone solo 6 bottiglie a disposizione potrò valutarne l’evoluzione anche a distanza di mesi.
Sì, dimostra una buona freschezza, pertanto potrebbe essere interessante valutarne man mano l’evoluzione…
Buongiorno,
Sono contento che una persona come lei (mi sto avvicinando allo Champagne, il suo sito e la sua guida sono la mia risorsa più preziosa!) nomini proprio gli unici tre produttori in Franciacorta che bevo e ribevo con gusto (Ca’ del Bosco, Mosnel, Monte Rossa).
Volevo chiederle, come curiosità, cosa le è piaciuto di più e cosa meno di Monte Rossa e, se non è osare troppo, i motivi dell’esclusione di Bellavista.
Saluti e grazie per la qualità e la quantità delle risorse gratuite che mette a disposizione!
Evviva!
Monterossa? Mediamente buono, un po’ deludenti gli ultimi Cabochon, mentre la versione in rosa di questa top cuvée è eccellente!
Bellavista: nonostante ritenga Mattia Vezzola un grande ‘chef de cave’, la gamma di questa cantina non mi ha mai convinto. Vabbè, diciamo così…
Gentile Alberto,
ho recentemente provato in una “salsamenteria” dei monti parioli che credo lei conosca bene la cantina Castelveder (non mi ricordo se il brut o il millesimato) che mi ha colpito per la sua finezza ed eleganza, veramente una spanna sopra la media franciacortina. Ha mai avuto modo di provarla e se sì che ne pensa? Comunque Il Mosnel rimane sempre di grande fascino per me. Grazie.
No, non conosco. Mi spiace.
Beh, Il Mosnel l’ho indicato tra i migliori in assoluto…
PS: diavolo d’un Roberto Mangione!
A mio modesto avviso l’unica etichetta di Ca’ del Bosco che merita di essere bevuta è il Dosaggio zero, nonostante il costo. Il resto della gamma è una sproporzione di rapporto qualità/prezzo, simboleggiata dal Prestige, pura operazione di marketing: vuole piacere a tutti (a partire dal packaging, concludendo con il dosaggio esagerato) e sullo scaffale costa quasi quanto uno champagne base di un RM (per dire: 5 euro in meno della cuvee base di Pascal Mazet, che fa 5 anni sui lieviti). Sono invece d’accordo su Cavalleri, che non a caso è stata per anni fuori dal Consorzio, e aggiungo il nome di San Cristoforo: Bruno Dotti è uno dei pochi “artigiani” della Franciacorta, non produce saten per scelta e se si arriva in cantina a sorpresa – come ho fatto io – si “rischia” di trovarlo sul trattore…
A suo modesto avviso? Beh, invece apprezzo molto il suo intervento! Nonostante non conosca Dotti e personalmente ritenga un ottimo Ca’ del Bosco anche l’Annamaria Clementi, nonostante il prezzo…
Ciao Alberto,
ho recuperato recentemente la 2001 e la 2008. Spero di poterle degustare a breve e farti sapere come è andata!
PS
peccato non mi sia giunto nessuno dei due con la cassettina in legno!
Attendo curioso…
Salve Sig. Alberto,
da quando è stato messo in commercio au contraire 2008 ne ho bevute 13/14 bottiglie a distanze cadenzate, di cui l’ultima in data odierna. In pratica nell’ultimo anno ha avuto un’evoluzione interessante, amplificando profumi per poi esplodere in sapori decisi di grande carattere. Per quanto tempo riuscirà ad evolvere non saprei, anche perché la freschezza è ancora rilevante.
Il punteggio iniziale da Lei attribuito mi sembra un pochino riduttivo. Allo stato attuale, per il mio gusto, è da 94/100
Accidenti, un vero appassionato… ops, un cultore!
Mi fa piacere, anche se in termini assoluto 94/100 è veramente tanto. Ma rispetto il suo giudizio, ci mancherebbe!