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La grande verticale di Belle Èpoque all’Enoteca Pinchiorri

(II PARTE) Come promesso, entriamo nel vivo del racconto della bella verticale di Belle Èpoque tenutasi all’Enoteca Pinchiorri. Nel vivo perché vede protagoniste una serie di annate eccezionali...
di Alberto Lupetti

Perrier Jouet

(II PARTE)

Come promesso, entriamo nel vivo del racconto della bella verticale di Belle Èpoque tenutasi all’Enoteca Pinchiorri. Nel vivo perché vede protagoniste una serie di annate eccezionali e tuttora inimitate in Champagne. A cominciare dalla 1998, che non è stata solo una splendida annata (la ‘regola’ dell’8, come mi piace ricordare…), ma anche una estremamente simbolica per Perrier Jouët, scelta per celebrare il Bicentenario della sua fondazione e, quindi, per la cantina dedicata. Ed è proprio da questa che riprendo il racconto…

 

Belle Epoque 1998

Belle Èpoque 1998

Altra annata dai grandi contrasti climatici: inverno secco e tutt’altro che freddo, aprile invece gelido e con grandine. A seguire pioggia e inizio d’estate fresco e secco. Agosto, invece, è stato terribilmente caldo, al punto che i grappoli sono andati in sofferenza. Fortunatamente, settembre ha visto prima le piogge e poi giornate soleggiate, il che ha permesso di vendemmiare uve con ottima acidità e maturità.
Come dicevo all’inizio, la ‘regola dell’8’ ha colpito ancora…
(magnum) Grande naso, per fascino ed eleganza, con l’anima fresca e la componente agrumata in perfetta fusione. Soprattutto, oltre alla sensazione di essere ancora molto giovane, denota energia, un’energia che si rivela in tutta la sua magnificenza all’assaggio, tra mineralità, ritorni agrumati e nonostante un tocco di miele a centro bocca. L’aspetto vincente di questo champagne, però, è che ti prende, ti conquista a poco a poco, anche per via di un equilibrio perfetto e di un’eleganza assolutamente esemplare. E così fino al finale, freschissimo a rasentare il balsamico e con una scia di erba aromatiche. Notevole, ma da dimenticare in cantina: Hervé ha scelto proprio bene per il Bicentenario…
Voto: 94/100

Tortelli di patate bianche di montagna con intingolo di chiocciole alla pizzaiola

In abbinamento: ‘Tortelli di patate bianche di montagna con intingolo di chiocciole alla pizzaiola’

 

1996

Belle Èpoque 1996

L’annata estrema per gli champenois e mitica per gli italiani iniziò altalenante già in inverno, che fu prima gelido (-22°C!) e poi più mite. La primavera seguì la medesima falsariga, fresca ma a tratti anche calda, prima dell’arrivo di una bella estate fino alla fine di agosto. Autunno fresco e ventilato che ha permesso di raccogliere uve sane e asciutte. Sarà ricordata per l’annata del record, con valori di alcol potenziale a acidità entrambi superiori a 10.
Il primo naso sembrerebbe metterci di fronte a un tipico ‘96: maturità della materia, anche se inferiore a molti altri 1996 oggi, e netta sensazione di freschezza data dall’acidità. Man mano, l’impressione di maturità diventa evidentemente frutta secca, poi richiami tropicali, e la mineralità, di impronta marina, inizia a venir fuori… Però è la bocca a rivelare del tutto questo champagne: teso ma mai duro, stavolta lontano da ogni forma di maturità, raffinato e gustoso, soprattutto sapido, salino, sempre molto fresco nel lunghissimo finale. Ed è questo aspetto a conquistare, richiamando continuamente la beva. Champagne dai forti contrasti che chiede pazienza, ma alla fine lo ami!
Voto: 97/100

Midollo dorato, zafferano e mela verde

Dalla cucina di Pinchiorri: ‘Midollo dorato, zafferano e mela verde’.

 

Belle Epoque 1988

Belle Èpoque 1988

Inverno mite e piovoso, con quest’ultimo fenomeno che si è fatto insistente in primavera. Metà maggio ha visto una brutta grandinata che ha devastato circa 600 ettari di vigneti, ma poi è arrivata un’estate calda e secca che è durata fino a settembre. Un’annata dall’andamento climatico medio, ma alla fine le uve erano eccellenti per maturità e acidità. Non a caso, in cantina la sorpresa è stata piacevolissima: vini complessi ed eleganti, di spiccata purezza e personalità importante. Per chi scrive, la vera, grande annata.
(magnum) Purtroppo, un difetto del tappo, più goût champignon che bouchonnée, ha compromesso l’assaggio. Ciò nonostante, lasciandolo un po’ nel bicchiere, il vino ha rivelato comunque la sua grandezza. Se la bottiglia fosse stata in ordine, sarebbe stato il miglior champagne della serata! Senza dubbio…
S.V.

Uovo in camicia e poi fritto con bietoline e maionese al rafano

Il piatto che lo ha accompagnato: ‘Uovo in camicia e poi fritto con bietoline e maionese al rafano’.

 

1985

Belle Èpoque 1985

La celebre annata del freddo polare (-31,5°C!) e delle gelate, che hanno fortemente limitato la resa del raccolto. L’estate calda e il buon autunno hanno però permesso di vendemmiare in due fasi (la seconda addirittura a fine ottobre!) uve straordinarie. Elevata maturità (tra 9 e 11° a seconda dei Cru) e acidità oltre gli 8 g/l.
Naso coinvolgente per via della giusta maturità e della insita freschezza, che significano un’idea di potenza e di leggerezza allo stesso tempo. Quindi di eleganza. Ha note di frutta secca, di sottobosco, di mineralità. Bocca freschissima, tesa e succosa, ora agrumata, ancora minerale. È leggera, ma nel senso che è molto raffinata e, per questo, nasconde la sua vinosità, la sua ricchezza fruttata, addirittura la sua concentrazione, finanche il suo contrasto tra maturità e freschezza. Finale rinfrescante di balsamicità, erbe aromatiche e ritorni agrumati, anche asciutto e sapido a sfumare. L’ennesima prova di un’annata forse dimenticata, ma che oggi sta dimostrano di essere eccezionale.
Voto: 96/100

Maialino di razza Mora Romagnola allo spiedo con carote al cumino e scalogno in agrodolce

L’abbinamento gastronomico: ‘Maialino di razza Mora Romagnola allo spiedo con carote al cumino e scalogno in agrodolce’.

 

controetichetta 1985 champagne belle epoque

Le Belle Èpoque 1996 e 1995 facevano parte della linea ‘collezione’ creata in esclusiva per Antinori da un’idea di Leo Damiani ed Hervé Deschamps. Ogni bottiglia è autografata dallo chef de cave e la data ripotata in controetichetta non è quella del dégorgement (non esistono dégorgement tardif per questo champagne… ma solo ‘originali’), ma quella dell’habillage.

 

Leo Damiani e Vincenzo Tardini

Ancora lui… Leo Damiani! In secondo piano, il grande appassionato Vincenzo Tardini.

 

Degustazione Perrier Jouet 1982

Belle Èpoque 1982

Un’altra delle grandissime annate del decennio, iniziata con un inverno piovoso che ha visto alternarsi periodi molto freddi ad altri più miti. A seguire, primavera fresca, ma estate calda e secca che è andata avanti fino a settembre. Vendemmia notevole, per qualità e quantità, con Chardonnay semplicemente eccezionali.
Beh, sembrerebbe che quello che mancava a ‘96 e ‘85 è invece ben presente in questo ‘82, con un naso fresco, denso e molto complesso, tra note di tabacco, miele, sottobosco, frutta secca, caffè, mela cotogna, arancia candita al cioccolato… Anche la bocca parte freschissima, vellutata e succosa, con uno sviluppo fruttato di notevole opulenza, concentrazione, forse… troppa. Ecco, è uno champagne completo, ricco, buono, anzi buonissimo, ma questo ‘eccesso’ di frutto finisce per frenarlo a dispetto dell’innegabile freschezza. Per questo, ritengo rimanga dietro al 1985 nonostante sia lo champagne che è piaciuto di più alla maggior parte dei partecipanti…
Voto: 95/100

cena-ecoteca-pinchiorri-8b

È stato abbinato a: ‘Petto d’anatra arrosto con indivia brasata, latte di mandorla e salsa al Vin Santo’.

 

Belle Epoque Perrier Jouet 1979

Belle Èpoque 1979

Inverno molto freddo (-20°C), caratterizzato anche dalla neve, la cui rigidità si è protratta per parte della primavera, fino ad aprile, ma senza colpire le piante. L’estate mediamente calda, poi, ha visto alternarsi periodi freschi e piovosi, mentre l’autunno è arrivato con giornate miti e secche. Peraltro, la vendemmia molto ritardata ha dato ottimi vini.
(magnum) Peccato: bottiglia completamente bouchonnée!
N.G.

 

Verticale champagne Belle Epoque

I veri protagonisti della serata…

 

Paolo Baracchino, Roberto Schneuwly.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: se l’evento ha visto la luce, lo dobbiamo al mitico Paolo Baracchino, che ha a dir poco assediato Leo Damiani con l’idea di una simile degustazione… Accanto a lui, Roberto Schneuwly.

 

Annie Féolde, Giorgio Pinchiorri e lo chef de cave Hervé Deschamps

Annie Féolde, Giorgio Pinchiorri, ovvero l’Enoteca Pinchiorri, e lo chef de cave Hervé Deschamps.

 

Alberto Lupetti

E, alla fine, il sottoscritto…

Gli champagne Perrier-Jouët sono distribuiti in esclusiva da:
Marchesi Antinori – tel. 055/23595 – www.antinori.it

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6 risposte a “La grande verticale di Belle Èpoque all’Enoteca Pinchiorri”

  1. Buonasera, guardando il sito mi è venuta una curiosità e volevo sapere se per caso potete darmi qualche informazione.
    Ho una bottiglia da 75 cl. di Champagne Perrier-Jouët Belle Epoque del 1989, sapreste quantificarmi il valore?
    Vi ringrazio per l’attenzione accordatami e nell’attesa di un eventuale Vostra cortese risposta, Vi porgo cordiali saluti e buone feste.
    Monica

  2. Buonasera Alberto,
    avendo sempre apprezzato molto questa etichetta sia per la qualità (che magari non raggiunge quella di altre etichette di prestigio nella medesima fascia di prezzo, ma è sempre un gran bel bere) che per la presenza in tavola (la bottiglia è bellissima), mi chiedevo se successivamente alle degustazioni della guida attualmente in commercio (dove, considerata l’annata 2012, non è stato assegnato un punteggio stratosferico), aveva per caso avuto modo di riassaggiare il millesimo incriminato e, magari, apprezzarlo maggiormente anche in funzione del maggior riposo in bottiglia.
    Grazie molte
    Un caro saluto

    • Domanda più attuale e centrata di quanto possa immaginare…
      È una delle cose da fare al più presto. D’altronde, visto quanto si sta rivelando ‘buona’ la 2012 in generale, devo capire a fondo questa benedetta BE 2012…

  3. Grazie molte Alberto,
    aspetterò con ansia fiducioso in un “riscatto”, d’altronde come anche già da lei sottolineato diverse volte la votazione, seppur cercando di essere in qualche modo “prospettica” per quanto possibile, in realtà fotografa quello che il vino è in quel momento (e a volte è difficile immaginare come un vino possa evolvere in futuro)…
    Saluti

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