Grandi anteprime e creazioni esclusive: diavolo d’un Anselme!
Non posso definirmi un ‘selossiano’, ma ritengo Anselme Selosse un grande. Un grande per i suoi champagne di fortissima personalità, un grande perché ha dimostrato in tempi non sospetti che anche un piccolo vigneron poteva fare champagne d’eccezione, un grande perché ha una filosofia tutta sua, fuori da ogni regola, un grande, infine, perché non è mai pago. Oggi è una star dello champagne, ha un hotel di altissimo livello (Les Avises), ma va tutti i giorni in vigna a lavorare e in cantina molte operazioni le effettua ancora lui stesso in prima persona. Sporcandosi le mani…
Ad esempio, avevo appuntamento con il figlio Guillaume per una degustazione in anteprima (i futuri millesimati 2007 e 2008, che sono i primi fatti proprio da Guillaume), ma quando arrivo a Les Avises non si trova, non sanno dov’è (scoprirò dopo che era in vigna, avendolo incontrato alla guida del classico furgone bianco mentre andavo via…), così chiamano Anselme ma neanche lui si trova. Ricordo che mi aveva detto che proprio il giorno dell’appuntamento, il 18 giugno, doveva togliere i vini dalle barrique per l’assemblaggio e il tiraggio, così lo cercano in cantina. Dopo un po’ eccolo spuntare proprio dalla porta della cantina e mi fa cenno di seguirlo: entro ed è già sparito, salvo rendermi poi conto che è tornato nella barricaia, a manovrare i tubi per l’operazione, nella sua classica tenuta da lavoro: jeans e maglietta. Mi farfuglia qualcosa e torniamo su, va dietro il classico tavolo e inizia a controllare una serie di bottiglie tappate con gli stopper personalizzati. Le sposta, le riguarda, le risposta, borbotta tra sé e sé “je l’ai ouvert ce matin… pas ça, c’est un essai dosage…”, poi torna verso la cantina, fruga in alcuni cartoni ed eccolo con le bottiglie che cercava. Gli chiedo “2007 e 2008?” e lui “no, 2008 e 2009, un’annata fredda e una calda…– e continua – sono senza dosaggio, usciranno il primo millesimo dei due nel 2020 e il secondo nel 2021”. Penso, contento come una Pasqua, che se non è un’anteprima questa! Però quando sono pronto a iniziare, ecco Anselme frugare nuovamente tra le bottiglie, finché non trova quella desiderata e la versa nei bicchieri dicendo “c’est un champagne particulier, nous goutons avant les deux millésimes. C’est le 2005”. Ma prima che io possa commentare che si tratta del millesimato in corso, magari scelto come champagne di preparazione agli altri due, ecco Anselme aggiungere “imbottigliato senza élevage. A un certo punto ho aggiunto altro mosto nelle barrique e quando ha iniziato a fare la schiuma, quindi a propagare i lieviti, l’ho imbottigliato…”. Mi dice che si tratta del metodo ‘guillage’, utilizzato nel XIX secolo per la birra… È, dunque, un ‘Méthode Ancestral’ volto ad avere in bottiglia soltanto mosto naturalmente fermentato, senza aggiunte estranee (lieviti e zucchero). L’idea è simile a quanto ha fatto Pascal Agrapart con l’Experience (vedasi Grandi Champagne 2018-19), ma con una metodologia pratica un po’ diversa. Purtroppo, mi sembra di aver capito che le Dogane non gli abbiano dato il permesso di commercializzarlo ed è un peccato perché è uno champagne notevole… Curiosi? Eccolo!
Millésime 2005 AMC
100% Chardonnay
Ha un naso assolutamente ‘selossiano’, ma con una tensione quasi inaspettata a discapito delle grassezze, su un fondo di spezie dolci. La bocca, freschissima, è una fucilata ed è il trionfo della craie, pura, tremendamente pura, profondissima, asciutta. Giusta la definizione di Anselme, che lo trova “aerienne”, in effetti una certa ‘leggerezza’ ce l’ha, ma senza mancare di materia; soprattutto è uno champagne di eccezionale finezza, quasi cristallizzato nella sua fresca giovinezza. Così, sorso dopo sorso, ti prende e ti porta via, con un finale che sembra non voler finire mai tanto è verticale, abissale. Il tutto nonostante sia senza dubbio un vino non per tutti, per non dire addirittura elitario, no, meglio, cerebrale. Notevole e che fascino, accidenti! Diavolo d’un Anselme…
Voto: 97/100
A seguire, ecco l’anteprima dei Millésime, il 2008 e il 2009, come detto, che rappresentano rispettivamente il secondo e il terzo della serie fatti da Guillaume Selosse, dopo il 2007 che, a questo punto, spero di assaggiare la prossima volta. Prima, però, il buon Anselme ci (nel frattempo è arrivata per la degustazione Lei Meng) fa assaggiare pure un Millesime 1998 che, pur rientrando nel tipico solco Selosse a cui siamo abituati, è a dir poco mostruoso per eleganza, spinta acida, anima salina e tanta sapidità in chiusura. Per Anselme è “nirvana”. Magnifico, nonostante sia stato degorgiato solo due giorni prima! Per ma vale 98/100 almeno. Diavolo d’un Anselme e due…
E arriviamo finalmente a questi benedetti 2008 e 2009, che Anselme ha deciso di far uscire in sequenza cronologica, quindi senza anticipare il 2009come hanno fatto tanti altri produttori di champagne. Attenzione a questo punto, perché con Guillaume ad assemblare il Millesime Jacques Selosse le cose sono un po’ cambiate e da blanc de blancs che era lo champagne è diventato assemblaggio. Di fatto, Guillaume ha affiancato ai classici vigneti dell’etichetta (‘Les Chantereines’ e ‘Les Maladries du Midi’ ad Avize) le uve dei Lieux-Dits di Selosse, quindi Mareuil, Ambonnay, Aÿ, Le-Mesnil, Cramant, oltre a un po’ di Oger, per non farsi mancare nulla, o meglio, per realizzare un mosaico dei ‘vignobles Selosse’. Ovviamente, gli champagne sono stati degustati senza dosaggio in quanto Anselme e suo figlio ancora non hanno fatto alcuna prova in tal senso, è troppo presto… In proposito, alla fine dirò ad Anselme che per me il 2008 è perfetto così, senza dosaggio, mentre ne metterei un po’, un tocco, nel 2009, per raccordare l’attacco con il finale della bocca e lui… ha assolutamente convenuto! Qualcosa ci capisco, dunque…
Millésime
30% Pinot Noir, 70% Chardonnay
2008
Nonostante sia diventato assemblaggio, la firma dello stile Selosse è immediatamente evidente e la componente di Pinot Noir non sembra affatto aver diluito il tipico solco legato allo Chardonnay, tantomeno aver scurito l’espressione olfattiva. No, nient’affatto, anzi l’ha arricchita, resa più spessa… meglio, più tridimensionale. In questo momento il naso è legato alla frutta tropicale (soprattutto banana), ma anche a una nettissima mineralità (ancora!), però più pietrosa (Anselme parla di “pietra calda”) che crayeux. Bocca leggermente ridotta all’attacco, ma poi eccola rivelarsi succosa, energica, tesissima ancorché mai stretta, sempre molto minerale nella sua bellissima distensione. Il Pinot Noir rimane sempre dietro le quinte e finisce per donare una bella struttura alla gustativa. È uno champagne di grande energia, però, ancor prima, è uno champagne molto 2008 ed è uno champagne molto Selosse. E non potrà che migliorare sensibilmente… mamma mia!
Voto: 98/100
Anselme mi ha spiegato che l’annata 2008 è stata un’annata “fredda, anzi, con le notti fredde” ma lascio a un’altra occasione la lectio-magistralis sul comportamento dei vigneti in Champagne nel 2008 per passare invece al prossimo champagne, il Millésime 2009…
2009
Naso ‘caldo’ nell’espressione, anche più serrato, al limite del chiuso. Ciò nonostante, dà sensazione di rotondità, sa tanto di pera, ha una componente agrumata, ci sono le spezie. Ma è ancora ed evidentemente in piena fase evolutiva. Bocca ampia, larga, molto fresca, assolutamente speculare con il naso soprattutto sulla componente agrumata che tende a emergere. Ha materia, tanto che sembra quasi masticabile, con una sensazione di buccia d’uva, mentre sul finale il vino si fa da un lato ‘caldo’, dall’altro molto secco, asciutto, per chiudere su una bella ‘amertume brulée’, per dirla come Anselme. Diversamente dal 2008, questo 2009 deve ancora farsi, completarsi, quindi ha… perfettamente ragione Anselme (!!!) a rispettare la cronologia naturale dei due.
Voto: 94/100
Che dire? Due champagne completamente differenti tra loro, magistralmente espressivi delle annate di cui sono figli: “sono nati così” conclude serafico Anselme. D’altronde, sappiamo che nella filosofia di Selosse lo champagne Millesime è espressione dell’annata, mentre il Substance, all’opposto, è terroir assoluto. Anselme li trova ancora un po’ troppo giovani, ma il 2008 a me sembra già eccezionale, godibilissimo, anche se bisogna evidentemente aspettare due anni. Più d’ogni altra cosa, però, Guillaume ha fatto uno splendido lavoro e se i suoi champagne, quelli sotto il nome di ‘Guillaume S.’ per intenderci, devono ancora rivelare il loro vero valore, invece i millesimati rappresentano una bellissima evoluzione tra la mano del padre e quella del figlio. Figlio che, avendo già dimostrato un incredibile savoir-faire con il Pinot Noir, lo ha messo molto bene a frutto in questa nuova declinazione del millesimato Jacques Selosse. A proposito di Millésime, Anselme aggiunge che non ci saranno millesimati 2014, 2016 e 2017 e in queste tre vendemmie le uve del vigneto ‘Les Chantereines’ sono finite nell’Initial, quelle di ‘Les Maladries du Midi’ nel V.O.: beh, vuol dire che in questi casi i due grandi classici di Selosse avranno una marcia in più!
Alla fine, prima di concludere la degustazione e visto che abbiamo toccato l’argomento Substance, Anselme mi lascia esterrefatto quando mi confessa con una specie di ghigno: “credo che entro 10 anni il Substance diventerà un Coteaux Champenoise”. Coooooosa? Diavolo d’un Anselme e tre!
Posso dire di aver dedicato una vita allo champagne, 17 anni per oltre 160 viaggi (ho quasi perso il conto…) nella Regione, e sono bel al di là dal fermarmi. D’altronde, è sempre un’emozione, imparo sempre cose nuove, anche dopo tutto questo tempo! E di esperienze come questa con Anselme ne vivo costantemente, ringraziando Dio. Da questa considerazione m’è venuta l’idea di scrivere un libro sullo champagne, anche perché diversi amici mi avevano sollecitato in tal senso… Non il solito libro, anche perché come si fa una bottiglia e come è suddivisa la Champagne oramai lo trovate benissimo su Internet, ma un libro in parte di esperienze e in parte, all’opposto, di approfondimenti tecnici e storici di cui non ha mai parlato nessuno. Un libro che sintetizza questa mia vita dedicata allo champagne. Ne ho già scritto una buona parte, i prossimi mesi saranno cruciali per fare in modo che veda la luce prima di dicembre di quest’anno. Vi terrò aggiornati…
Se volete rimanere aggiornati sugli avanzamenti del libro o se volete dirmi cosa ne pensate, scrivetemi pure! Ne terrò conto…
Grazie.
Alberto Lupetti
Gli champagne Jacques Selosse sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport– tel. 010/314250 – www.moonimport.it
Salve Alberto,
cosa ne pensa del Millésime 2006 di Selosse?
Quale prenderebbe lei fra 2006 e 2005?
Grazie come sempre per i suoi preziosissimi consigli
Non mi è ancora capitato di assaggiare il 2006 di Anselme, il che è strano, avendo invece già assaggiato 2007, 2008 e 2009. Ma credo che ne siano uscite pochissime bottiglie, finora…
Invece, posso dire che il 2005 è straordinario. Forse il miglior champagne di quell’annata insieme al Cristal.
salve Alberto
andrò in Champagne i primi di novembre e sono a dormire nell’hotel di proprietà di Selosse.
spero di incontrarlo !!!!è proprio cosi … i suoi champagne o li ami o li odi …..ed io aimè il mio portafoglio …li amo!
È sempre là che si aggira…
Gentilissimo Alberto,
previsioni di quanto uscirà il 2008?
Grazie
Credo nella seconda metà di quest’anno…