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Champagne: marcia d’avvicinamento alla vendemmia 2018

“C’est août qui fait le must” così gli champenois, a ricordare come sia questo il mese cruciale, che può dare una netta sterzata qualitativa a un’annata che sembrava...
di Alberto Lupetti

vendemmia in champagne

C’est août qui fait le must” così gli champenois, a ricordare come sia questo il mese cruciale, che può dare una netta sterzata qualitativa a un’annata che sembrava mediocre, oppure compromettere una che sembrava molto promettente (come nella 2017…). E la 2018? È ancora presto per parlarne, ma tutto lascia presagire che sarà un’annata eccezionale (inverno freddo, poi piogge abbondanti, infine il caldo, nonostante qualche grandinata a giugno) e precoce nella vendemmia. Quanto precoce? Si dice che la vigna sia un paio di settimane in anticipo, quindi la vendemmia potrebbe iniziare tra il 25-26 agosto e il 4-5 settembre massimo. Le prossime settimane saranno cruciali in tal senso.

Nel frattempo un dato è certo: sarà la vendemmia record per quantità. La previsione del peso dei grappoli ha colpito gli stessi champenois e le vigne potrebbero arrivare a produrre 25.000 Kg. di uva per ettaro (!!!), stracciando quindi i 20.000 Kg dell’annata 2004. Sto parlando di ‘resa agronomica’, invece, quale sarà poi la resa massima autorizzata? Il dato ufficiale si conoscerà a giorni, se ne sta discutendo proprio ora nel CIVC e, come al solito, è una disputa tra vigneron e négociant. Qualcuno da Moët ha fatto filtrare un’idea di 11.000 Kg/ha, che sarebbe di poco superiore allo scorso anno, ma inferiore all’ottima 2013, però non sarà tanto questo il campo di battaglia, quanto quelli dei prezzi, visto che si teme un gioco al rialzo proprio da parte di Moët fino a cinquanta centesimi al chilo.

È tutto in divenire e cercherò di tenervi informati tempestivamente. Però sono fiducioso: sono decenni che in Champagne si discute, si teme chissà cosa, ma alla fine si trova l’accordo più soddisfacente per tutti, nel nome del bene (e dell’interesse…) comune.

Intanto teniamo incrociate le dite affinché sia effettivamente un’annata eccezionale, rispettando così quella che ho battezzato come “la regola dell’8”!

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4 risposte a “Champagne: marcia d’avvicinamento alla vendemmia 2018”

  1. Buongiorno Alberto,
    mi saprebbe gentilmente dire quali siano le prime impressioni in Champagne, nonchè le sue idee e valutazioni, sulle annate 2013, 2014 e 2016 e sul potenziale dei vini?
    Sono tre annate a me molto care e vorrei capire e farmi un’idea, seppur con un discreto anticipo, su quali di queste orientarmi per i prossimi acquisti di champagne da conservare per diversi anni; ovviamente assieme alla splendida 2008 (ma questa per ovvia convenienza e non per valore affettivo).
    Mi ricordo che in un articolo su Vilmart, Laurent Champs le aveva detto che l’annata 2016 aveva prodotto delle uve strepitose, pare addirittura superiori alla 2008… Ma vado a memoria!

    • Delle tre, la 2013 è certamente la migliori, medie le altre due, in linea generale. Le dico così, perché poi qualche vigneron, per via della sua abilità nel condurre le vigne e per via del microclima dei suoi vigneti, può anche essere andato oltre l’annata. Come nel caso del buon Laurent Champs. Ma la 2016 superiore alla 2008 no, questo mi sembra un po’ troppo…
      Comunque, negli ultimi 10 anni, le grandi annate sono state 2008, 2012 e 2015. Speriamo in questa 2018, ma è ancora presto.

      • Buonasera Alberto.
        Vedo che cita oltre l’ormai celeberrima 2008 le vendemmie 2012 e 2015.
        La 2009 ritiene essere stata minore?
        Mi sembra che in molti abbiano millesimato nel 2009, e che abbiano prodotto vini di ottima qualità, tralasciando i soliti DP e Cristal, penso al moet Vintage (forse superiore al medesimo del 2008 come scriveva nella recensione), ai vintage di Roederer, Pol Roger, Deutz…
        Se non ricordo male avevo letto che lei paragonava un po’ l’anno 2008 al 1988, e la 2009 alla 1989.
        Grazie mille per l’attenzione.
        Gabriele

        • La 2009 è stata un’ottima annata che più giustamente essere paragonata alle 1989. Ma questa alla fine era dietro alla 1988, così la 2009 resta indietro alle 2008, come potrà facilmente verificare qualora le capitasse di assaggiare lo stesso champagne nelle due annate.
          Poi c’è l’eccezione che conferma la regola e, allo stato attuale, il Grand Vintage di Moët è più espressivo il 2009 del 2008, ma alla lunga credo che le cose cambieranno.
          2012 e 2015 sono state anch’esse annate caldine, ma sembrano superiori alla 2009, soprattutto la 2015, per la quale qualcuno si sbilancia sull’eccezionale. Vedremo…

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