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Millésime

Coppia d’assi per Bruno Paillard: Chardonnay e 2012

A rischio di ripetermi: Bruno Paillard, la maison, quindi lo stesso Bruno e sua figlia Alice, sono a mio avviso gli artisti dello Chardonnay. Non a caso, figurano...
di Alberto Lupetti

Champagne Bruno Paillard Blanc de Blancs 2012

A rischio di ripetermi: Bruno Paillard, la maison, quindi lo stesso Bruno e sua figlia Alice, sono a mio avviso gli artisti dello Chardonnay. Non a caso, figurano ben tre blanc de blancs in gamma: l’omonimo Grand Cru, nella linea dei ‘Multi-Millésimé’, il Millésimé e il raro Le-Mesnil, coraggiosamente proposto anche come Coteaux Champenois Blanc. D’altronde, a pensarci bene, i primi vigneti della sua avventura come produttore Bruno li ha acquistati proprio nella Côte des Blancs, segnatamente nel Grand Cru di Le-Mesnil, quindi questo legame ha un significato particolare, nonostante la famiglia Paillard sia originaria di Bouzy e, quindi, teoricamente legata all’uva nera.

Lettera firmata Alice Paillard
Una lettera a firma della stessa Alice Paillard ha tenuto a battesimo l’attesissimo Blanc de Blancs 2012.

Ciò premesso, è curioso come questo felice matrimonio Paillard-Chardonnay sia al momento rappresentato dal solo Blanc de Blancs Grand Cru, visto che il Le-Mesnil è fermo al 1995 e il Millésimé al 2006. Questo perché Bruno e Alice non aspettano soltanto l’annata ideale per declinare l’assolo di Chardonnay secondo la loro idea, ma anche il momento adatto, nel senso che possono anche aver millesimato diverse vendemmie di blanc de blancs, ma non è detto poi che questi vini escano in ordine cronologico o, addirittura, che escano affatto. Ci vuole coraggio, ma se alla base di tutto ci sono passione e rigore si può perfino rinunciare alla vendita e ‘remettre en cercle’ migliaia di bottiglie in quanto non si è convinti di farle uscire con la propria etichetta. Alla luce di questo, allora, non stupisce più di tanto che, dopo aver chiuso il XX secolo con il Blanc de Blancs 1999, si siano poi visti soltanto 2002, 2004, 2006 e, quando tutti aspettavano il 2008 (invece proposto come Assemblage) ecco un salto fino al 2012! Un’annata difficile nell’andamento, anzi catastrofica, ma poi miracolosa nel recuperare quasi a tempo scaduto e dare vita a una raccolta piccola in quantità, ma grande, anzi grandissima in qualità. Un’annata che la stessa Alice ha definito in maniera a dir poco geniale: “la grâce épouse la force”. Offuscati dalla 2008, in molti stanno sottovalutando la 2012, che invece è sullo stesso livello, sebbene diversa. Un’idea me la sono fatta in proposito della forte capacità di coinvolgimento della 2008, ma rimando alla disquisizione nel mio libro La Mia Champagne, se vorrete.

Alice Paillard
Con la passione e la raffinatezza che la contraddistinguono, Alice Paillard, sempre più anima della maison creata dal papà Bruno, ha fatto veramente vivere il nuovo champagne.

Per quanto riguarda il Blanc de Blancs 2012, questo nuovo millesimato di Bruno Paillard vede l’unione delle sole uve di Oger e Le-Mesnil in proporzione 1/3-2/3 a favore di quest’ultimo; pertanto, tecnicamente parlando, lo champagne è un Grand Cru. Dopo la selezione in pressa della sola cuvée, i mosti sono stati fermentati come consuetudine Bruno Paillard in cuve per la maggior parte, fatto salvo un 20% vinificato in barrique usate; la malolattica è sempre svolta. A seguire, dopo il tiraggio, 8 anni sui lieviti, dosaggio a soli 3 g/l e, da non trascurare, ulteriore riposo di un anno e mezzo post dégorgement, aspetto questo non soltanto importante, ma direi fondamentale, forse anche critico per l’ottimale espressività di uno champagne. Ma anche per questo argomento, lungo e complesso, a proposito del quale ne ho parlato a lungo con lo stesso Bruno a giugno di quest’anno, rimando al libro.

La tiratura del Blanc de Blancs 2012, infine, è pari a 12.018 bottiglie e 1.950 magnum.

Ah, quasi dimenticavo, accidenti! Come tutti i millesimati di Bruno Paillard, anche questo vede in etichetta un’opera di un artista che rappresenti l’annata. Stavolta tocca al nipponico Takehiko Sugawara, con una creazione sul tema delle caratteristiche della 2012 realizzata a tecnica mista su carta giapponese.

Controetichetta Champagne Bruno Paillard Blanc de Blancs 2012
Le controetichette Bruno Paillard non ci hanno solo piacevolmente abituati alla data di dégorgement, ma costituiscono oramai la perfetta sintesi descrittiva del vino, dalla sua nascita fino all’opera che lo rappresenta.

Blanc de Blancs 2012

Bottiglia champagne Bruno Paillard Blanc de Blancs 2012100% Chardonnay
Il naso mette di fronte a uno champagne improntato a eleganza e ricchezza, quindi senza dubbio molto equilibrato, ma evidentemente bisognoso di tempo. Infatti, è non solo molto fresco, ma richiama, ancora e addirittura, gli aromi primari dell’uva. Non è poco, perché non è da tutti riuscire a non tradire affatto la grande maturità di un’annata come la 2012. L’attesa nel calice ne articola meglio l’espressività: ha un gran bouquet floreale, ma anche gli agrumi, la craie che man mano si amplia, spunti di foglie di agrumi ulteriormente rinfrescanti, lievi tostature e pure una vivace piccantezza da pepe bianco.
L’attacco in bocca è cremoso e il vino sembrerebbe addirittura sottile, ma si tratta di un’impressiona fallace, perché, al contrario, ha spessore e tenacia. Lo sviluppo è molto, molto minerale di craie che asciuga piacevolmente il finale a fianco di ritorni agrumati e di note di ananas maturo che si rivelano alla lunga. E che persistenza!
Voto: 94/100

Tappo Champagne Bruno Paillard Blanc de Blancs 2012

C’ho riflettuto molto sul punteggio da dare a questo Blanc de Blancs 2012 perché, rappresentando perfettamente l’annata, rischia di far cadere nel tranello della stessa annata: talmente equilibrata e piacevole, ora, da giovane, da distrarre e piacere senza lasciare il segno. Con queste idee in testa, dopo la degustazione, sono tornato al Blanc de Blancs Grand Cru, champagne di valore indiscusso che personalmente adoro, allora ho capito. Sì, al cospetto del 2012 questo svaniva, si perdeva, non riusciva a incidere, per quanto, come detto, sia un eccellente champagne in assoluto e uno dei miei preferiti. Eccolo, allora, il tranello dell’annata, particolarmente insidioso in questo Blanc de Blancs 2012: la gioventù e l’eccezionale equilibrio traggono in inganno, custodiscono gelosamente il grande valore del vino, e solo un paragone, seppure involontario, riesce a far cadere la maschera. Insomma, al momento questo champagne mischia non poco le carte in tavola, ma si rivelerà finalmente con il tempo, ci posso scommettere. Ecco, il tempo: fossi stato in Bruno e Alice avrei atteso ancora un po’ prima di farlo debuttare, ma capisco che un’ulteriore attesa, quindi rimanendo ancora fermi al Blanc de Blancs 2006, sarebbe stata eccessiva. Starà dunque agli appassionati far riposare questo 2012 nella propria cantina, per ritrovarlo un giorno con immenso piacere. Allora, e non me ne voglia Alice, più che “la grâce épouse la force” credo che “la grâce aura épousé l’intensité”…

Gli champagne Bruno Paillard sono distribuiti in esclusiva da:
Cuzziol Grandi Vini Tel. 0438/666611 – www.cuzziolgrandivini.it

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5 risposte a “Coppia d’assi per Bruno Paillard: Chardonnay e 2012”

  1. Buongiorno Alberto,
    mi permetto di scriverle per chiederle se ha avuto modo di assaggiare il 2012 assemblage… Cosa ne pensa?
    grazie molte in anticipo.
    Un caro saluto

  2. Rettifico la mia domanda… l’ho trovato nell’ultima guida… ho chiesto precipitosamente perché mi era venuta voglia di acquistarlo, insieme a gosset 12 sui lieviti
    Saluti

  3. Buonasera ho appena avuto occasione di procurarmi il suddetto champagne in formato magnum da “fare cantina “ per un po’ .
    Ecco appunto la domanda fatidica e’ : fra quanto entrerà nella sua parabola ottimale ?
    Ovvero sono consapevole che aprirla adesso sarebbe peccato e pure del fatto che questi champagne se correttamente conservati sono molto longevi ma lo vorrei anche bere prime o poi .
    Grazie

    • È sempre difficile dire quanto attendere, perché vanno considerati due parametri legati a ciascuno di noi: la predilezione o meno per gli champagne invecchiati e… la capacità di resistere (e non stappare!). La 2012 è un’annata eccezione, quindi, considerando lo stato di grazie della medesima magnum del 1996…

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