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Rosé

La bella sorpresa del Rosé di Marc Hebrart

Prima di andare a conoscere da vicino questo champagne rosé che tanto favorevolmente mi ha impressionato, permettetemi due parole sul mio libro ‘La Mia Champagne’. Ho avuto la...
di Alberto Lupetti

Champagne Marc Hebrart Rosé

Prima di andare a conoscere da vicino questo champagne rosé che tanto favorevolmente mi ha impressionato, permettetemi due parole sul mio libro ‘La Mia Champagne’. Ho avuto la primissima copia venerdì scorso, dopo aver letteralmente assediato Alessandro della Tipografia Ostiense per forzare i tempi… La prima presa di contatto è stata più che confortante: il volume, veramente importante per impatto, è bellissimo. E i contenuti? Non devo essere io a dirlo, ma voi, ovviamente. Comunque, l’hanno sfogliato alcuni appassionati presso l’Enoteca Belsito di Roma lo scorso venerdi, a cominciare dalla stessa Stella (la titolare), e sono rimasti tutti estremamente soddisfatti di grafica e testi (da una sola veloce lettura, ovviamente…), quindi ho ricevuto commenti addirittura entusiasti, anche da parte di chi è solitamente molto misurato. Bene, grazie. Però, più di tutti, devo ringraziare le diverse centinaia, per non dire migliaia, di appassionati che hanno già aderito alla prevendita e ora attendono il libro: grazie, grazie e ancora grazie!

A tal proposito, ricordo agli interessati, che la prevendita promozionale dura ancora poche ore, scade oggi. Per chi volesse la guida con lo sconto, la spedizione gratis e la certezza di riceverla prima di Natale, fino alla mezzanotte di oggi è possibile!

Ciò premesso, veniamo alla piccola maison Marc Hebrart, entrata in guida con l’ultima edizione. Si tratta di una realtà RM guidata ora da Jean-Paul, che nel 1997 ha ricevuto il testimone da suo padre, il fondatore. A proposito di Jean-Paul, lo scorso ottobre ha completato il suo sogno di avere l’intera proprietà del ‘Clos Léon’ e questa bella storia racconto proprio nel libro in anteprima, al termine del capitolo dedicato ai Clos.

Jean-Paul Hebrart
Jean-Paul Hebrart, figlio del fondatore Marc. Da quasi un quarto di secolo questo vigneron guida con autentica passione la realtà di famiglia e firma champagne di grande autenticità, mai scontati.

Torniamo a noi. Sono passato a portare finalmente la guida (Grandi Champagne 2020-21) durante l’ultima vendemmia e ho apprezzato come gli ultimi lavori abbiano reso ancora più accogliente la sede di Marc Hebrart. Già di suo vanta una posizione a dir poco felice (si affaccia proprio sulla Marne), ma ora può anche contare su un ingresso sulla strada principale, proprio di fronte a Philipponnat. Già, perché Marc Hebrart significa Mareuil e, sebbene i 14 ettari di proprietà di vigneti tocchino diversi villaggi della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs, in realtà le parcelle più belle, o meglio, quelle alle quali la famiglia è più legata sono tutte a Mareuil-sur-Aÿ. E da alcune di queste è nato uno champagne fortemente voluto da Jean-Paul, Mes Favorites, presente in guida, ma dal quale ci aspettavamo onestamente di più. Mi ha confessato sua moglie (Isabelle Diebolt) che la cosa è dispiaciuta a Jean-Paul, ma tant’è e neanche il riassaggio in occasione della mia ultima visita mi ha fatto cambiare idea. Vedremo nella prossima edizione della guida con un tiraggio diverso, magari insieme allo Special Club che è uno champagne perfino iconico per Marc Hebrart, visto che è stato tra i fondatori di questa associazione di produttori. Comunque, nel corso della suddetta visita, Jean-Paul mi ha fatto assaggiare anche il suo rosé e devo dire che ha rappresentato per me una gran bella sorpresa.

Ingresso principale della Marc Hebrat
L’ingresso principale della Marc Hebrat affaccia proprio su La Marne, poco distante dal ponte che attraversa il fiume e collega il villaggio di Mareuil con la Côte des Blancs.

Il Rosé di Marc Hebrart ha diverse particolarità e forse proprio a queste deve la sua estrema piacevolezza. È un non millesimato ed è fatto con uve della sola Mareuil, ma, sebbene il villaggio Premier Cru al 99% sia fortemente legato al Pinot Noir, questo rosé è invece a maggioranza di Chardonnay. Ecco l’intelligenza di Jean-Paul: sa bene l’insidia che si cela nei rosati di Champagne e sa bene anche i rischi di un eccesso di frutto insistendo troppo sulle uve nere. Ecco, allora, un assemblaggio dove l’uva bianca prevale e dove il vino rosso quota soltanto il 6,5%. Vino rosso che è il celebre Mareuil Rouge ed è fatto in barrique, dove affina un anno intero, mentre la parte ‘bianca’ è vinificata tutta in acciaio a bassa temperatura (16,5°C) con malolattica svolta. Lo champagne ha maturato un paio di anni sui lieviti (è un base 2017) ed è poi dosato a 6,5 g/l, sebbene sia dichiarato come extra-brut, e la liqueur è fatta con MCR (mosto concentrato rettificato), pratica sempre più in voga tra i vigneron, anche presso quelli di grido.

Controetichetta Champagne Marc Hebrart Rosé
Le controetichette di Marc Hebrart sono di quelle che piacciono agli appassionati!

Rosé

Bottiglia Marc Hebrart Rosé40% Pinot Noir, di cui il 6,5% in rosso, 60% Chardonnay
dég. 22 gen. 2020 – Bel naso, davvero molto elegante, nel quale la lievissima tostatura e una certa sfumatura selvatica finiscono per donare un non-so-che di intrigante all’insieme. Che mette di fronte a uno di quelli che chiamo ‘rosé-non-rosé’, nel senso che lo champagne non grida affatto la sua natura da rosato, ma è tutto giocato su una freschezza che sostiene i piccoli frutti rossi in tutte le declinazioni La bollicina stuzzicante fa da apripista a una bocca precisa, tesa, molto asciutta, di ottimale fusione tra la componente bianca e la rossa, ancora giocata su un carattere tostato, prima dei ritorni fruttati e, soprattutto, degli agrumi rossi, man mano sempre più evidenti, oltre alla netta mineralità che sale progressivamente in cattedra fino a pervadere il finale, pulito, asciutto e giustamente sapido. Ottimo rosé, anche senza considerare l’annata a dir poco complicata… bravo Jean-Paul!
Voto: 91/100

Proprio un bel rosé, davvero molto interessante, credo per questo suo carattere particolare che lo pone esattamente all’opposto dei rosé classici, per non dire scontati. Un rosé che sta benissimo da solo, per il piacere di bere un gran bello champagne, ma anche un rosé in grado di accompagnare molto, ma molto bene la gastronomia. Trovo che stia benissimo con uno Strolghino di Squisito, anche con un Parmigiano-Reggiano non molto stagionato (20-24 mesi), ma soprattutto con il salmone affumicato. E quando parliamo di salmone, oramai dovreste saperlo, c’è un solo nome, peraltro italianissimo: Upstream. Quel geniaccio di Claudio Cerati ha veramente rivoluzionato il concetto di salmone affumicato e se negli anni la sua offerta si è progressivamente allargata a diversi tagli, io continuo ad amare la prima declinazione, la ‘originale’, quindi la baffa intera da un chilo. È qui che secondo me si apprezzano al meglio i cardini del salmone di Claudio, quindi la consistenza palatale perfetta, per un pesce che si rivela sapido e aromatico, tutt’altro che pesante, quindi mai troppo grasso, forte di una salatura perfetta.

Salmone upstream ‘Baffa Royal’ da 1 Kg
Il primo salmone con il quale Claudio Cerati si fece conoscere e apprezzare fu la ‘Baffa Royal’ da 1 Kg, tuttora proposta. A mio avviso è la più autentica e intensa declinazione di questo salmone eccezionale, che sta benissimo a fianco del Rosé di Marc Hebrart.

A proposito, adesso, in periodo di Feste Natalizie, il consumo di salmone affumicato conosce un’impennata, invece si tratta di una prelibatezza che andrebbe destagionalizzata, ovvero goduta tutto l’anno, dall’aperitivo fino ai pasti importanti, da sola o elaborata (in proposito, lo stesso Claudio Cerati ha appena presentato un ricettario bellissimo per grafica e idee). Destagionalizzarlo, dunque, proprio come si dovrebbe fare con lo champagne…

Gli Champagne Marc Hebrat sono distribuiti da:
Trimboli Wines – info@trimboliwines.com
La Mia Cantina – www.lamiacantina.it

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