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Nel calice di Vania

Aubry 2004, Sable Rosé

I fratelli Pierre e Philippe Aubry, discendenti da una famiglia di vignerons che, dal 1790, ha origini a Jouy-lès-Reims, Pétit Montagne, sono noti per essere stati tra i...
di Vania Valentini
bottiglia e calice di Aubry 2004

I fratelli Pierre e Philippe Aubry, discendenti da una famiglia di vignerons che, dal 1790, ha origini a Jouy-lès-Reims, Pétit Montagne, sono noti per essere stati tra i primi a credere e recuperare varietà storiche come l’arbanne, il petit meslier, il fromentau (oggi pinot gris), il pinot blanc (o prie blanc) e per i loro champagne territoriali. eccentrici, spesso imprevedibili.
Come questo Sable Rosé 2004, bottiglia prodigiosa apertami da Marco Dellabona della Stella d’Oro (cosa nasconde ancora in cantina quell’uomo Dio solo lo sa) in una gelida e grigia giornata di inizio anno.
Sono scettica, lo confesso. L’annata è una delle mie preferite, ma i rosé non sono nelle mie corde, la maison la conosco poco e la sboccatura cita l’anno 2008: avrà retto? La prima sorpresa è al calice: la veste è nobile, importante e il colore intenso, vivo, oro rosa dai riflessi ambrati. È rilassante, ipnotico. Indugio un po’ e passo all’olfatto. Qui, la quiete diviene tempesta: semplicemente impressionante l’intensità e la vividezza dell’agrume, quasi in confit, la sontuosa mineralità iodata, il ricamo speziato/balsamico. È cristallino, compatto, capace di tenerti incollato al calice per purezza e penetrazione. Infine, il sorso. Travolgente, freschissimo, ampio, dalla perentoria progressione gustativa che incalza registri dell’agrume e del sale. Fino al finale, lunghissimo.

Con Sable Rosé Pierre e Philippe hanno cercato, come da loro stile, di evocare lo spirito dei gloriosi vini della fine del XVIII secolo, in modo particolare con il colore, ottenuto con una breve macerazione del pinot noir.
Sable Rosé è composto da un assemblaggio di 25% chardonnay , 25%, petit meslier, 25%, arbanne e 10%, pinot noir.

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4 risposte a “Aubry 2004, Sable Rosé”

  1. Buongiorno, non mi capacito, infatti, del motivo per cui nessun prodotto di questa meravigliosa maison rientri nella guida di Lupetti. Nemmeno il meraviglioso Le Nombre d’Or Brut. Peccato, probabilmente ne capisco ancora molto poco io.

    • Ha ragione, vedremo di recuperare nella prossima… oggi in Champagne stanno lavorando tutti molto bene, soprattutto le ultime generazioni. Davvero difficile fare delle scelte; è un bellissimo momento per questa Regione e noi non possiamo che esserne felici!

    • Cerchiamo di fare una guida sempre più ricca con ogni edizione, tuttavia, anche avendo raggiunto le 640 pagine, qualcosa manca per forza di cose. Altrimenti dovremmo fare una guida di 1.000 pagine… Facciamo dunque delle scelte, cercando di dare priorità a novità degne di nota e a etichette che ci sembrano migliori di altri. E non è facile, lo so benissimo…

      • La mia non voleva essere una critica, ci mancherebbe… Apprezzo in toto la Sua ottima guida e la ringrazio del lavoro che svolge. Oltretutto, la stessa, svolge un gran lavoro di pubblicità su tanti prodotti che il consumatore medio non conosce. Anche per questo, dispiace un poco non vedere un prodotto che, personalmente, trovo molto buono. Specie nel rapporto qualità/prezzo. Cordialità.

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