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Nel calice di Vania

Taittinger, Comtes de Champagne 2006

Qualcuno lo definisce ‘il miglior Blanc de blancs di tutta la Champagne’. E come dargli torto. Il Comtes de Champagne, creato da Pierre-Emmanuel Taittinger nel 1952 (e poi...
di Vania Valentini

bottiglia di champagne comtes de taittinger 2006 con calice

Qualcuno lo definisce ‘il miglior Blanc de blancs di tutta la Champagne’. E come dargli torto.
Il Comtes de Champagne, creato da Pierre-Emmanuel Taittinger nel 1952 (e poi lanciato nel 1957) per onorare i Conti di Champagne, la cui residenza fa parte da tempo delle proprietà Taittinger, è un vero e proprio monumento allo Chardonnay e a tutta la potenza che è capace di raggiungere questo vitigno quando giace nei coteaux della Côte de Blancs. Uno champagne dalla longevità sconcertante capace, nel tempo, di divenire vinoso, potente, monolitico ma anche reattivo, dritto, cristallino. Un vino elegante, enorme, dalla longevità spiazzante.
Come il suo millesimo 2006, segnato da intriganti note di polvere da sparo e da una sontuosa mineralità iodata che si apre, con l’evoluzione, su suadenti note di agrumi, zenzero, polvere di caffè, grafite nel finale. Un disegno aromatico cristallino, luminoso e compatto e una bocca non cambia registro: il sorso è pieno, avvolgente, cremoso, dal ricamo dolcemente agrumato, a tratti nocciolato e salino di acqua marina. Tridimensionale e preciso nella disposizione, è interminabile. L’ennesimo capolavoro qui in un’annata, la 2006, con un alcol potenziale di 10,2° e 7 g/l di acidità. Nonostante le ottime prospettive, alcuni champagne, tuttavia, hanno presentato nel tempo un’evoluzione troppo rapida divenendo opulenti, finanche pesanti. Non è il caso di Comtes de Taittinger. Qui, le preziose uve chardonnay provenienti dai preziosi villaggi Grand Cru sono riuscite a intessere, nel vino, una matrice acido-salina di grandissima potenzialità conferendo a questo champagne un’evoluzione straordinaria.
Le uve Chardonnay sono tutte provenienti da villaggi classificati 100% dalla Côte des Blancs con Avize e Le-Mesnil maggioritari rispetto agli altri quattro (Choully, Cramant, Oger e Oiry).
La fermentazione avviene a 16°C in moderni tini di acciaio, ma dal 1989 una parte dei vini (5%) è elevata in barrique. A seguito dell’imbottigliamento, il vino va a maturare nelle antichissime cantine sotto i resti dell’abbazia di Saint-Nicaise (XIII secolo), dove ha tutt’ora sede la maison (visitatela, se non l’avete ancora fatto), e vi rimane per 10 anni.
Dopo il rémuage manuale e il successivo dégorgement, questo champagne è stato dosato circa 10 g/l. (oggi passati a 9 g/l). Pleonastico ricordare che la componente di dosaggio è insignificante quando si parla di spumanti di questa statura. La prova è che in bocca la liquer è assolutamente impercettibile, perfettamente integrata, fusa alla materia e volta a definire la cifra stilistica dell’etichetta.

Pezzo medio online: 155 Euro (ormai esaurito ovunque).

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