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Piper fa il bis con Hors-Série: è la volta del 1982

Il mercato dei cosiddetti ‘champagne vintage’, quindi millesimati con diversi anni sulle spalle, negli ultimi anni ha conosciuto una vera impennata. Il mercato è impazzito, si cercano ossessivamente...
di Alberto Lupetti

Piper-Heidisieck

Il mercato dei cosiddetti ‘champagne vintage’, quindi millesimati con diversi anni sulle spalle, negli ultimi anni ha conosciuto una vera impennata. Il mercato è impazzito, si cercano ossessivamente vecchie bottiglie senza preoccuparsi troppo della conservazione e i prezzi ne hanno risentito di conseguenza. Bolla o fenomeno consolidato? Vedremo, nel frattempo le maison da diversi anni stanno accondiscendendo a questa tendenza e propongono veri e propri programmi di vecchi millesimati che provengono direttamente dalle loro cantine, quindi sono in condizioni di conservazione perfette.

Tra le ultime storiche maison de champagne ad aver intrapreso un programma del genere, dal 2021 c’è anche Piper-Heidseick, che ha proposto, in un numero per forza di cose limitato di bottiglie, una sua vecchia annata come dégorgement tardif, la 1971. Frutto di una scelta effettuata dallo chef de cave (dalla fine del 2018 l’ottimo Emilien Boutillat) sulla sola base dell’assaggio, quello champagne rappresentava qualcosa di eccezionale (da cui il nome di ‘fuori serie’, Hors-Série) che avrebbe dato il via, nel corso degli anni, a una collezione di tesori provenienti dalle cantine della maison di Reims. All’epoca non si sapeva se ci sarebbe stato un bis, così ha rappresentato per me un piacere enorme essere invitato da Piper-Heidseick a un’anteprima esclusiva a Reims, il 2 settembre scorso, per scoprire il secondo Hors-Série. Con l’obbligo di non parlarne fino al lancio ufficiale del 22 settembre. Poi, preso dalle lavorazioni del libro ‘Krug, la mia passione’, (Fefè, metti LINK) non sono stato tempestivo nel raccontare questo champagne e faccio ammenda ore, cercando di recuperare con questo articolo…

Emilien Boutillat
Emilien Boutillat, chef de cave di Piper-Heidsieck, presenta la sua nuova ‘selezione’ fatta nelle cantine della maison: Hors-Série 1982.

Il Piper-Heidseick Hors-Série 1982 rappresenta il ritorno di uno dei leggendari millesimati della maison di Reims, il Brut Sauvage 1982. L’annata è stata scelta per rimanere sul parallelismo inaugurato con il precedente Hors-Série (1971 lanciato nel 2021, ora 1982 lanciato nel 2022), è stata altresì scelta perché rappresenta uno dei più grandi millesimi del dopoguerra (in termini di qualità, ma anche di quantità: fu un’annata veramente eccezionale) e, ultimo ma non ultimo, perché fu una sorta di rivoluzione per la Champagne. Perché? Perché in un periodo in cui gli champagne erano dosati tra i 10 e i 12 g/l, Piper-Heidseick ebbe il coraggio di proporre un extra-brut (4 g/l per la precisione), cosa a dir poco eccezionale per l’epoca, da cui il nome ‘sauvage’ (selvaggio). Per questo, nella metà degli anni ’90, quando arrivò sul mercato, questo champagne divenne ben presto leggendario. Ora, pertanto, ritorna come Hors-Série per volontà dello chef de cave, che spiega la sua scelta così: “la 1982 è stata una delle prime annate che ho scoperto come chef de cave nel 2018. L’ho scelta per la collezione Hors-Série dopo averla assaggiata sia con il dosaggio originale, sia ancora sui lieviti: in entrambi i casi era sublime, magnifica espressione dello stile Piper-Heidsieck”.

Così, il 17 e il 18 gennaio 2022, quindi dopo quasi 39 anni sui lieviti, sono state ‘degorgiate’ 3.000 bottiglie, che Emilien Boutillat ha assaggiato una ad una per essere certo della perfetta stato di ciascuna. A quel punto, contrariamente a quanto fatto con l’Hors-Série 1971, quando per la liqueur fu scelto un vino giovane senza malolattica per dare freschezza (quantità di zucchero a parte) e coerenza (il Piper 1971 era senza malolattica), stavolta lo chef de cave ha voluto rispettare quanto fu fatto all’epoca. Infatti, se nel 1992, a seguito del dégorgement, la liqueur fu fatta con vini del 1982, stavolta sono state sacrificate alcune magnum proprio di 1982 per la liqueur, che ha anche la stessa quantità di zucchero dell’epoca, 4 g/l. 

Hors-Série 1982
L’Hors-Série 1982 è presentato in un’elegante cassetta di legno nero con etichetta ‘cangiante’…

Di queste bottiglie, 2.500 sono state etichettare come Hors-Série, rispettando però il design originale del Brut Sauvage, e poi presentate singolarmente in un’esclusiva cassetta di legno nero caratterizzata di un’etichetta ‘cangiante’ nel colore e nelle scritte, come le figurine che andavano di moda tra la fine degli anni ’70 e, appunto, i primissimi ’80.

Hors-Série 1982

Hors-Série 1982

60 Pinot Noir, 40% Chardonnay
Sorprende la vitalità di questo champagne già al naso, perché ha un punto di maturità perfetto, nel senso che gli aromi non sono affatto evoluti e la freschezza ne anima l’espressione. Che è legata a frutto e tostature. Bella bocca, ancora fresca, perfino tonica, con un filo di vinosità che intriga e non ne limita affatto la tensione. È elegante, quasi sottile. Finale succoso, finemente sapido e ancora molto fresco. Leggera vena amaricante sugli agrumi che finisce per stuzzicarne la beva. Gran bello champagne, integro e integrato, anche perché, se il 1971 aveva evidentemente bisogno di tempo, questo sembra già pronto dopo tutto questo tempo sui lieviti e il dégorgement oggettivamente ravvicinato. Qui ci sono l’eleganza dell’annata e la brillantezza di uno champagne che ha piegato il tempo a proprio favore. Da dimenticare in cantina. Capisco che la curiosità dopo averlo acquistato possa essere tanta, ma dategli tempo. Qui sotto, tra l’altro, capirete perché…
Voto: 94(98)/100

Bene, ho detto che sono state ‘degorgiate’ 3.000 bottiglie, quindi ne mancherebbero all’appello 500… che fine hanno fatto? Sono state riservate per un’altra cassetta esclusiva, doppia, in quanto al fianco del Hors-Série 1982 in questa confezione c’è anche una bottiglia di Brut Sauvage 1982 ‘originale’, quindi ‘degorgiato’ nel 1992 e poi rimasto per 30 anni nelle cantine di Piper. “Per questa seconda edizione della collezione Hors-Série – spiega Emilien Boutillat – ho voluto dimostrare il modo in cui diversi stili di invecchiamento possano esaltare il carattere di un’annata, ossia ciò che il tempo può apportare a un vino, e l’ho fatto mettendo a confronto Hors-Série 1982 con Brut Sauvage 1982”. L’iniziativa è interessantissima anche a fine didattici, soprattutto a questi, oserei dire, se non fosse per la rarità e il costo ovviamente non proprio popolare… Infatti, in questo modo si possono confrontare i due diversi modi di invecchiamento dello champagne a fronte dello stesso vino, quindi dégorgement originale e tardivo. Non solo: la bottiglia di Brut Sauvage 1982 permette di toccare con mano le straordinarie capacità di invecchiamento di uno champagne figlio di una grande annata. In questo caso, l’etichetta del Brut Sauvage 1982 è stata ristampata con la stessa estetica dell’originale dell’epoca.

controetichette a confronto
Le due controetichette a confronto: stessa annata, stessa liqueur, ma dégorgement diversi.

Brut Sauvage 1982

Brut Sauvage 1982

60 Pinot Noir, 40% Chardonnay
L’olfatto esprime gli attesi ricordi di sottobosco e la torrefazione che mancavano nell’altro, a fronte di un olfatto forse meno inteso, ovvero più riservato, ma tremendamente affascinante e, soprattutto, animanto da una freschezza che lascia basiti. La bocca appare serrata, anche a causa di una bottiglia non perfetta (déviation de liège, che, lo ricordo, è un’altra cosa rispetto alla contaminazione da TCA), per questo la nota asciugante in chiusura ne limita l’articolazione. Peccato, ciò nonostante è innegabile la forma strepitosa di questo champagne, che probabilmente piacerà più agli appassionati, mentre la vivacità dell’altro sarà più coinvolgente per un pubblico, diciamo, meno avvezzo a certi champagne.

Durante il pranzo che ha seguito la degustazione è stato servito nuovamente il Brut Sauvage 1982, ma in magnum, e stavolta era perfetto. Quindi, abbiamo potuto apprezzare la gustativa ampia e setosa, animata da un’insita freschezza sulla quale giocavano note di thè nero, di frutta tropicale, di agrumi tipo il mandarino in scorza, soprattutto il caffè, oltre a un’intensa mineralità che ne rappresentava la spina dorsale. Finale pieno, solido, di notevole persistenza, senza mancare un solo istante di eleganza. Al momento mette agevolmente in fila il gemello più giovane e, soprattutto, non ha ancora detto tutto…
Voto: 97(98)/100

a sinistra l’Hors-Série, a destra il Brut Sauvage
A confronto la diversa intensità cromatica dei due Piper 1982: a sinistra l’Hors-Série, a destra il Brut Sauvage. Alla ricchezza del colore del secondo corrisponde anche un’evidente complessità in termini gustativi.
Lo schema sviluppato da Piper rende in maniera immediata la differenza tra i due.

Considerazione finali. Benvenuto al programma Hors-Série di Piper-Heidsieck, ma benvenuto due volte a quello che sembra essere il plus di questo programma: l’offerta dello stesso champagne con due dégorgement profondamente diversi. Nell’ultimo quarto di secolo, la Champagne si è eccessivamente sbilanciata sui dégorgement tardif, facendo erroneamente passare il messaggio che in questo modo lo champagne fosse migliore. Invece, al dégorgement deve seguire un periodo di riposo direttamente proporzionale al tempo passato sui lieviti, affinché il vino non solo si riequilibri, ma possa svilupparsi. Nel caso di Piper, l’Hors-Série 1971 è stato una prova evidente di questo messaggio errato (quasi 50 anni sui lieviti e neanche un anno post dégorgement…), tanto da non aver affatto lasciato il segno come invece avrebbe meritato (chi l’ha acquistato ed è riuscito a conservare la bottiglia tra qualche anno si troverà con un piccolo capolavoro…). Per fortuna, la Champagne oggi s’è resa conto di tutto ciò e stanno tornando alla ribalta vini di vecchio dégorgement, più affascinanti, ampi, evoluti e strutturati degli stessi ‘degorgiati’ recentemente. Il Brut Sauvage 1982 ne è un esempio evidente nei confronti dell’Hors-Série 1982… Bravo Emilien!

Poi, per carità, l’Hors-Série 1982 è eccellente, non mi fraintendete, solo che ha bisogno di tanta, ma proprio tanta cantina…

tappo piper heidisieck

Gli champagne Piper-Heidisieck sono distribuiti in esclusiva da:
Biondi-Santi International – tel. 0577/848023

Suggerimenti a tema:

6 risposte a “Piper fa il bis con Hors-Série: è la volta del 1982”

  1. Interessantissimo articolo soprattutto per il confronto tra i due diversi dégorgements!
    Avrei una domanda a proposito di Jacquesson e la scrivo qui perché non saprei dove. Hai provato recentemente il Corne Bautray e il Champs Caïn 2009? Si confermerebbe la superiorità del secondo come scritto in guida (20-21)? Ho appena acquistato il Corne prima di consultare la guida e magari me le faccio scambiare (il prezzo è lo stesso!)
    Grazie!

  2. Ciao Alberto mi è appena arrivata la hors serie 1982 , la curiosità è tanta, chiaro che necessita di cantina , ma , tu quando scrivi ” tanta ma tanta cantina “ a quanti anni ti riferisci ? Bastano 5 oppure pensi addirittura al doppio ?
    In attesa di ricevere il mio regalo di Natale “Krug la mia passione” ti mando i miei più calorosi auguri di buon fine anno
    Antonio

    • Champagne così necessitano di almeno 2-3 anni post dégorgement. Come minimo. Invecchiamenti più lunghi dipendono dai gusti e dalla… capacità di resistenza!

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