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Champagne Larmandier-Bernier: quanto sono buoni!

Ebbene lo confesso: finora ho sottovalutato questo produttore. Non solo. In Grandi Champagne 2012 abbiamo degustato due etichette e “promosso” soltanto il solo Terre de Vertus 2005, che...
di Alberto Lupetti

Pierre Larmandier

Ebbene lo confesso: finora ho sottovalutato questo produttore. Non solo. In Grandi Champagne 2012 abbiamo degustato due etichette e “promosso” soltanto il solo Terre de Vertus 2005, che però aveva raccolto una valutazione media (86/100). Poi, quest’anno, durante le degustazioni per la seconda edizione della guida, ecco che gli champagne di Larmandier-Bernier ci hanno non solo sorpreso, ma addirittura conquistato.

Che è successo? È “migliorato” Pierre Larmandier? Beh, in due anni può aver fatto passi in avanti, essere cresciuto, certo. Hanno pesato le ottime annate alla base? In parte sicuramente sì, ma non solo. Siamo cambiati noi? Anche questo è possibile, d’altronde più assaggi, più completi il tuo bagaglio professionale, affini la tua sensibilità, diventi ancora più attento e sensibile. Insomma, sarà stato un insieme di cose, fatto sta che Pierre Larmandier ha dimostrato tutto il suo valore. Nella prossima edizione della guida troverete il suo profilo e le schede dell’eccellente Terre de Vertus 2008 e del sorprendente Rosé de saignée, mentre lascio qui al Longitude il compito di fare da apripista a questo récoltant di Vertus.

Il Longitude si colloca immediatamente sopra il Latitude ed è anch’esso un blanc de blancs. E se il primo una volta si chiamava Tradition, il secondo era – ed è – il vero biglietto da visita di Larmandier-Bernier, visto che si chiamava proprio Blanc de blancs. Longitude, invece, deriva dal fatto che i vigneti utilizzati cadono tutti nei pressi del 4° meridiano, che passa per Vertus, Oger, Avize e Cramant. Queste uve sono poi fermentate con i soli lieviti indigeni parte in tini di acciaio (circa 1/3) e il resto in barrique, dove vi rimangono circa un anno sulle fecce con leggeri bâtonnage. I vini non solo né filtrati, né chiarificati. Questo vino è stato assemblato a luglio 2010, con la vendemmia 2009 come base più il 40% di vins de réserve (conservati in botte) delle annate 2008, 2007, 2006, 2005 e 2004. È poi stato tirato in 40.000 bottiglie e, dopo il dégorgement, dosato a 4 g/l (extra-brut).

bottiglia di champagne longitudeLongitude
100% Chardonnay
Accidenti che naso, bellissimo nella sua pulizia, nella sua verticalità, fresco, nonché sfaccettato tra gustose note di frutta a polpa bianca, florealità, una mineralità che ricorda quella dei Riesling, una finissima dolcezza che non fa che rendere ancora più intrigante l’insieme. Un insieme gustoso ed elegante che fa correre immediatamente all’assaggio… Ecco, il palato replica esattamente tutto questo, ma lo fa con un’immediatezza, con una soavità – grazie alla bollicina perfetta e alla grandissima freschezza – che piacciono immediatamente e conquistano sorso dopo sorso. Non meno bello il finale, polposo di frutto e vivace sulla piccantezza di ginger. Così, si beve talmente bene da poter essere ritenuto molto semplice, ma non cadete nel tranello di banalizzarlo!
Voto: 90/100

Gli champagne Larmandier-Bernier sono distribuiti in esclusiva da:
Teatro del Vino – tel. 055/8811394 – www.teatrodelvino.it

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0 risposte a “Champagne Larmandier-Bernier: quanto sono buoni!”

  1. Meritava l’inserimento nell’ultima guida, questo Longitude….
    Benvenga dunque questo articolo riparatore e il conseguente voto – strameritato – per questo a dire poco eccellente champagne; lo conosco da qualche anno, ma questa base 2009 stappato l’altro ieri, ha davvero superato i precedenti!!
    Tant’è che – a mio gusto personale – ha lasciato per strada con perdite champagne più blasonati bevuti durante le feste tipo: Pommery Gran Cru 2004 (mah…)- Gosset grand blanc de blancs (dolorosa delusione, mi aspettavo molto di più da un Gosset) – Moet Chandon Vintage 2004 – grande al naso, un pò meno in bocca, e infine i pur ottimi Charles Heidsieck brut réserve e L-P brut.

    • Gentile Marco,
      beh, devo ammettere che forse il suo termine “riparatore” non è così fuori luogo… Infatti, nella prima edizione (2012) della guida, Larmandier-Bernier non ci avev del tutto convinto, tanto che pubblicammo un solo champagne (Terres de Vertus) tra l’altro con un costo solo discreto-buono (86/100). Non nascondo che potrebbe essere stato anche un problema nostro (ricordo che fu la prima degustazione in assoluto, in più, con il tempo si migliora la propria esperienza…), forse potrebbe anche essere stato un problema di bottiglie (l’incostanza, purtroppo, non è così rara nei piccoli produttori…), fatto sta che questa volta il produttore si è espresso in tutto il suo valore. Insomma, i tre champagne che abbiamo assaggiato (i due della guida più quello del sito) erano tutti eccellenti. A questo punto sono curioso di fare una nuova degustazione a distanza di qualche mese…
      Per gli altri champagne, ci sarebbe da fare un discorso più articolato, quindi riparliamone!
      A presto

  2. Ci provo…schematizzo:
    – Pommery g.c. 2004, in guida 88 e direi che basta e avanza.
    – MC Vintage 2004, come dite giustamente, il magnifico olfatto crea grandi aspettative solo molto parzialmente realizzate in bocca; quando l’ho bevuto ho avuto la medesima sensazione e sono contento perchè il giudizio l’ho letto dopo.
    Va atteso? non sono d’accordo, nel vino è anche vero che il buongiorno si vede dal mattino, diversamente le guide non esisterebbero; insomma, speravo di più, vista la pompa (cofanetto, grafica, brochure) con cui la maison commercializza questo prodotto; cmq ne ho un’altra bt., sono curioso.
    Gosset grand b.de b, è un caso l’assenza in guida?
    E’ uno champagne dove prevale la mineralità, d’accordo, ma nella bt. (conservata a regola d’arte)che ho provato io, i profumi si sono estinti dopo mezz’ora (cosa davvero strana) e una bocca così rigida e poco articolata, non me la ricordavo…..
    Mi picco a volerlo riassaggiare, o lei pensa che in fondo non ne valga la pena?
    Vale invece la pena di decantare tutta la bontà- ripeto, tutta la bontà del Mosnel E.B.B. 2008!!
    Ma l’avete già fatto, io avrei solo aggiunto un punto:91.
    E mi fermo qui, a ben guardare sono “ospitato” su questo sito e non ritengo assolutamente di entrare nel merito di paragoni che lei rifiuta in toto o di parlare di onestà intellettuale….ecc..
    Su alcuni spumanti italiani – tra cui il su citato – riguardo allo champagne, mi tengo ben strette le mie idee….
    Mi lasci però concludere osservando che perfino alcuni suoi collabotori sostengono che lei è “troppo” champagnista.
    Grazie

    • Allora, sul Pommery siamo d’accordo, considerando che per i nostri standard un punteggio di 88/100 significa uno champagne tra il molto buono e l’ottimo. Mi ricordo, comunque, di un 1999 davvero degno di nota.
      Capitolo Moet. A differenza del vino, lo champagne va atteso più a lungo non solo per questioni di maturazioni, ma anche e soprattutto di dégorgement. Questa operazione è un’autentico stress per il vino, al quale va aggiunta la necessità di un’ottimale integrazione tra lo stesso vino e la liquer d’éxpedition. E più il vino è rimasto sui lieviti, più questo periodo deve essere lungo. Per esperienza le dico che 2 anni sono il minimo per avere queste condizioni ottimali. Ad aprile il GV 2004 farà due anni di dégorgement, lo riproverò anch’io e ci riaggiorniamo, ma guardi che un annetto fa ho provato un GV 2000 (quindi ben invecchiato) e mi ha letteralmente stupito (e l’annata 2000 è stata quel che è stata). Infine, tra cofanetto e tutto, il Grand Vintage rimane comunque uno champagne molto competitivo dal punto di vista del prezzo, visto che si colloca anche sotto i 50 euro…
      Gosset. Glielo dico francamente: a tema blanc de blancs, rimpiango il Célébris, che – purtroppo – non fanno più per fare spazio al non millesimato di cui stiamo parlando. E che continua a non convincermi. Per questo motivo non lo ritrova nella seconda edizione della guida (la cui filosofia è selezionare gli champagne “migliori”).
      EBB by Mosnel: ottimo vino. Consideri che 90 per me è uno spartiacque: da questo punteggio colloco i vini che si ricordano. Me lo insegnò Maurizio Zanella e aveva ragione. Poi non è che io sia il depositario della verità assoluta: per me vale 90 per lei 91. Evviva!
      Capitolo italiani: perché non me ne parla? Anche privatamente: alberto.lupetti@fastwebnet.it
      Infine, la mia ultra-predilezione per lo champagne: lo so, non lo nascondo e me ne vergogno. Per me è il miglior vino al mondo, oltre al più versatile e longevo.
      A presto

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