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Cuvée de Prestige

Piacere assoluto: Dom Pérignon P3 (ex Œnothèque) 1982

Archiviato il lancio dell’attesissimo P2 1998, non possiamo certo dire che le novità Dom Pérignon siano finite. Già, perché entro la fine dell’anno dovrebbero arrivare, anche se in...
di Alberto Lupetti

Dom Pérignon P3 1982 ex Œnothèque

Archiviato il lancio dell’attesissimo P2 1998, non possiamo certo dire che le novità Dom Pérignon siano finite. Già, perché entro la fine dell’anno dovrebbero arrivare, anche se in quantità estremamente limitata, pure due nuovi Œnothèque troisième plenitude… Ops, nuovi P3, perché anche per questi è stato deciso il nuovo nome e ve lo rivelo ufficialmente in anteprima assoluta!

Si tratterà dello stupefacente 1970, che già abbiamo avuto modo di conoscere da vicino su queste pagine, e del 1982. Grazie a Richard Geoffroy (gli dovrò erigere un monumento, prima o poi!) ho avuto modo di assaggiarli entrambi un paio di volte, ma del secondo ancora non ero riuscito a parlarne. Bene, eccoci qua.

Richard Geoffroy
L’oramai mitico chef de cave di Dom Pérignon: Richard Geoffroy!

Non credo sia necessario tornare né sul concetto di œnothèque, né di plenitude, visto che ne ho parlato diffusamente in diverse occasioni, invece vorrei spendere due parole sull’annata 1982, che più l’assaggio e più mi piace. Ho ricordi assolutamente incantevoli di un DP Rosé di questa vendemmia, la nuova Cave Privée 1982 di Veuve Clicquot svetta per fascino, non manca di interesse la Cuvée Nicolas François di Billecart-Salmon, mentre il Clos des Goisses di Philipponnat è semplicemente grandioso. Insomma, una gran bella annata, ricca ed estremamente elegante, di qualità non così inferiore alla fantastica 1988 (entrambe a cinque stelle). L’inverno fu freddo, la primavera anch’essa fresca, con un innalzamento delle temperature ritardato. La fioritura in giugno fu perfetta e l’estate secca e soleggiata. Per questo, i grappoli giunsero a perfetta maturazione relativamente presto a settembre, complici anche alcune brevi piogge a metà mese. Il raccolto fu quasi da record pure dal punto di vista della quantità. Insomma, la migliore vendemmia della decade insieme alla 1988, ma molto meno osannata rispetto a questa. Anche perché di bottiglie, oramai, se ne trovano davvero poche e a prezzo tutt’altro che abbordabili. Ma, di contro, va detto che si tratta di bevute memorabili…

bottiglie Œnothèque di DP
Gli Œnothèque di DP, quindi i deuxième (ora P2) e troisième plenitude (ora P3) rimangono a maturare a lungo sui lieviti chiusi con il tappo di sughero.

bottiglia di champagne Dom Pérignon P3 1982Dom Pérignon P3 1982
40% Pinot Noir, 60% Chardonnay
dég. 2006 – Naso non semplicemente “denso”, ma addirittura “sferico”, con bellissimi spunti di caffè, una singolare nota mineral-fumè e, poi, un gran frutto maturo che ricorda la pesca; il tutto, però, in un contesto di evidente e spiccata freschezza.
Per questo champagne Dom Pérignon, bocca assolutamente coerente, simmetrica, certamente concentrata, ma anche molto equilibrata, con un frutto centrale che si fa via via molto nitido e finisce per dominare il finale tra ritorni di caffè e spunti di crema pasticcera. Chiude così, lunghissimo, opulento ma elegante. Grande.
Voto: 97/100

Un altro monumentale Troisième Plenitude, anche se, francamente, dubbi non ce n’erano. La bevuta lascia estremamente soddisfatti, senza se e senza ma, però, lo devo confessare, senza far sobbalzare dalla sedia. Non ha, infatti, l’eccezionale freschezza, la vibrante energia del 1970 né la morbida e avvolgente gustosità del 1990, però posso dire che si colloca a metà strada tra i due, dimostrandosi, appunto, molto ben bilanciato e imperniato sul frutto. Tra l’altro, è uno champagne che sembra avere ancora margini di miglioramenti nei prossimi anni e che vedrei veramente bene a tavola.

Con cosa?

Beh, personalmente impazzirei con qualche fetta di Culatello di Zibello, adeguatamente stagionato (non meno di 24 mesi) e, naturalmente, firmato Salumificio Squisito, ma oserei anche, per raggiungere il massimo del piacere, addirittura un secondo di gran classe e gusto come il Battuto di agnello croccante di Villa Maiella.

Gli champagne Dom Pérignon sono distribuiti in esclusiva da:
Moët-Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

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20 risposte a “Piacere assoluto: Dom Pérignon P3 (ex Œnothèque) 1982”

  1. Illustre Alberto salve, ieri sera ho bevuto a casa di amici Mandois 2004 ed il brut mature; mi sono sembrati due prodotti onestissimi con un ottimo rapporto qualità prezzo. li conosce? A presto.

    • Sì, certo, si tratta di un produttore di Pierry, quindi a sud di Epernay, distribuito da Cuzziol. Si tratta di prodotti molto gradevoli e proposti a prezzi molto interessanti. Pertanto… la sua analisi è perfetta!

  2. Buongiorno Sig. Lupetti, so curioso di sapere quando A SUO PARERE potrà essere trovato sul mercato il P3 ? Grazie mille anticipatamente per la sua disponibilità.

    • Buongiorno,
      i P3 (ex OEnothèque etichetta nera con fregi oro) arrivano sul mercato. Il problema è che ne arrivano pochissime bottiglie, solitamente destinate prima di tutto ai Dépositaire DP… In Italia arrivarono sicuramente il 1969 e il 1976, più recentemente il 1970 e il 1982.

  3. Salve possiedo una bottiglia di Dom Perignon vintage del 1982, vorrei sapere quando varrebbe la pena berlo e che valore può avere. Io l’ho pagata 100 euro…mo hanno fregato? Grazie e buon anno
    GG

    • Grande DP di una grandissima annata, quindi, se ben conservato, a 100 euro è stato un affarone!
      Io me lo berrei, ma, qualora volesse venderlo, vale non meno di 450 euro.
      Auguri!

      • Grazie mille! Ma volevo chiederle ancora un’informazione, come faccio a venderla e a garantire l’integrità della bottiglia, nel senso garantire che sia bevibile. Si può? Grazie ancora

        • Sulle bottiglie per così dire “vintage” il rischio c’è. Ovviamente per chi compra…
          Voglio dire che un appassionato che acquista una vecchia bottiglia da un privato o a un asta sa che potrebbe anche non essere buona: la analizza e poi decide per l’acquisto o meno, ma la sicurezza non ce l’avrà fino… all’assaggio!

  4. gentile sig. Lupetti mi permetta di suggerirle il Culatello ( si con C maiuscola ) della Buca di Zibello.Mi creda non esistono paragoni. saluti cordiali gb.

    • Sì, è un ottimo produttore. Mi è capitato di assaggiarlo perché un mio amico lo ha acquistato per anni. Però, a mio avviso, Squisito e le selezioni personali di Spigaroli sono superiori…

  5. Salve, sono in possesso di una bottiglia di champagne champagne Cuvèe Dom Pèrignon Vintage 1982 e vorrei saperne il valore.
    Grazie in anticipo, saluti.

    • Ipotizzando, come sempre, l’ottimale conservazione, siamo sopra i 400 euro. È un grande DP di una grande annata.

    • Buonasera, ho un DP del 1961 e vorrei sapere quali siano gli elementi visivi che permettono di intuire lo stato di conservazione. Aprirla, conservarla o venderla? Quanto potrebbe valere secondo lei?
      La ringrazio saluti

      • Allora, i due elementi sono la limpidezza del vino e il livello. Dopo quasi 60 anni il colore è cambiato e il livello è sceso, è normale, ma bisogno vedere di quanto…
        La 1961 non è stata un’annata eccezionale, ma, si sa, DP fa un po’ storia a sé. Il valore? Se la bottiglia è ben conservata, tra i 500 e i 600 euro.
        Cosa fare? Se ama gli champagne maturi io la stapperei…

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