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Degustazioni

Una giornata memorabile con Anselme Selosse tra Lieux-Dits e dosaggi

Ultimamente sto andando in Champagne anche più frequentemente del solito, d’altronde devo man mano portare, presentare la guida a tutti i produttori recensiti nell’ultima edizione… Così, nel corso...
di Alberto Lupetti

Anselme Selosse

Ultimamente sto andando in Champagne anche più frequentemente del solito, d’altronde devo man mano portare, presentare la guida a tutti i produttori recensiti nell’ultima edizione… Così, nel corso del viaggio della scorsa settimana, insieme alle amiche sommelier Alessia Occhipinti e Vania Valentini con me per l’occasione, tra le varie visite era prevista anche quella al mitico ‘Domaine Selosse’. Appuntamento alle 9:00 all’Hotel Les Avizes, l’oramai celebre struttura ricettiva di Selosse adiacente alla cantina (tra l’altro in fase di piccola ristrutturazione) in una giornata a dir poco gelida. Arriva il mitico Anselme, allegro come al solito, saluti, scambio di doni, illustrazione della nuova edizione della guida Grandi Champagne. Quindi Anselme ci porta in una saletta dell’hotel adibita alle sue degustazioni e ci annuncia che non ci farà la ‘solita’ degustazione. No. Invece, faremo con lui le prove di dosaggio dei Lieux-Dits… Wow! Anselme spiega che tutti gli anni, proprio in questo periodo, sceglie i dosaggi per questi champagne e, con l’occasione, avrebbe piacere a sentire cosa ne pensiamo noi! Ha così inizio un’esperienza memorabile alla corte del grande Anselme…

A proposito di Anselme, non credo proprio debba spiegare in questa sede chi è, visto che oramai è un mito dello champagne della Champagne e, sono convinto, unico tra i ‘piccoli’ ad avere fama (ed eccellenza) pari a colossi del calibro di Dom Pérignon, Roederer o Bollinger.

 

champagne Jacques Selosse

Prima di addentrarci, però, ricordiamo un attimo cosa sono i Lieux-Dits. Nel 2010, Selosse lancia una nuova linea di champagne che rappresenta la più profonda sintesi del suo pensiero. Oltre al più puro modo ‘selossiano’ di fare champagne dalla vigna alla cantina, infatti, questi nuovi vini vogliono essere soprattutto la massima espressione del terroir. Pertanto, ogni etichetta (6 in totale) è figlia di un singolo vigneto che per Anselme è estremamente rappresentativo del Cru. Pertanto, troviamo certamente Avize (Les Chantereines), ma anche Cramant (Chemin de Châlons) e Le-Mesnil (Les Carelles), quindi, passando al Pinot Noir, Aÿ (La Côte Faron, primo dei sei a essere presentato e naturale ‘rimpiazzo’ del compianto Contraste), Mareuil (Sous le Mont) e Ambonnay Le Bout du Clos). Purtroppo, la produzione è estremamente limitata: rispettivamente 600, 600, 2.800, 1.700, 2.600 e ancora 2.600 bottiglie. Questi champagne maturano 6 anni sui lieviti e sono poi dosati tra 0 e 2 g/l, a seconda dell’annata. Ed è proprio questo aspetto che andiamo a scoprire…

 

Anselme Selosse

Prima di iniziare la degustazione, Anselme ci ricorda che noi abbiamo cinque sensi e che nel vino i più importanti sono l’olfatto e il gusto, però lui si definisce “handicappato” su uno di questi (l’olfatto, perché fuma…), quindi le sue valutazioni si basano esclusivamente sul gusto (“il vino deve avere sapori”, anche se in realtà, durante la degustazione, l’abbiamo visto annusare approfonditamente ogni bicchiere…). Quindi, ecco spiegarci cos’è per lui il dosaggio: “la liqueur non deve edulcorare il vino, ma rivelarlo. Pertanto, lo zucchero non deve coprire l’espressione del vino, bensì esaltarla: lo zucchero è come un faro luminoso puntato sul vino oppure, se preferite, come il sale in cucina. Così, alla fine, lo zucchero va a reagire con l’acidità e sviluppa diverse sensazioni. Queste: dolce, salato, acido, amaro, astringente, piccante, Umami. E sono queste che risulteranno più o meno predominanti in un vino”. E Anselme ci invita a ricercare proprio queste, ricordandoci che il vino “deve avere intensità non potenza”, chiaro?

 

Degustazione champagne con Anselme Selosse

Ma passiamo alla degustazione. Anselme ci propone cinque campioni per ciascun Lieu-Dit, dosati rispettivamente a 0, 0,7, 1,3, 2, 2,65 g/l, non avendo previsto per quest’annata (tutti gli champagne proposti sono basati sulla vendemmia 2009) la versione a 3,3 g/l. E ci invita ad assaggiare prima dal meno al più dosato e poi di tornare indietro, quindi dal 2,65 g/l allo 0 (“crescendo e decrescendo” dice) e devo confessare che in questo modo la degustazione si rivela più costruttiva, anzi, è molto più approfondita, sfaccettata: diavolo d’un Anselme!

 

Avize Les Chantereines

Champagne Selosse Avize Les Chantereines100% Chardonnay
(storico vigneto del Domaine Selosse, la cui parcella è stata isolata nel 2003. Esposizione a est, bassa pendenza, piantata tra il 1922 e il 1945, suolo di craie frazionata, vini armonici e molto rappresentativi del villaggio)

0,0 – Mela cotogna e note fumé, anzi grigliate (caratteristica di Avize). Salino. Sembra un po’ duro all’inizio, ma quando ci torni ti piace tanto. Per Anselme è intenso, non a caso è il dosaggio scelto…

0,7 – Meno austero al naso, anche meno profondo e pure meno teso, ma sfaccettato. Equilibrato, vinoso, soprattutto molto, ma molto piacevole. A me ha colpito proprio tanto. L’avrei scelto! Ma poi, riassaggiando e parlando con Anselme, ho capito il perché della sua scelta…

1,3 – Attacco al palato meno aggressivo e sviluppo in bocca più morbido, addirittura setoso. Però è quello che mi convince meno, c’è ‘qualcosa’ di strano…

2,0 – Ampio, torna la mela cotogna. Palato energico e frugale, accattivante e leggermente asciugante sul finale.

2,65 – Attacco al palato meno deciso, slanciato ma pieno, succoso sfaccettato, teso e ampio. È affascinante, potrebbe risultare piacevolissimo per chiunque, anche chi è poco avvezzo a ‘certi’ champagne…

Alla fine trovo che i vini meno dosati abbiamo una bellissima salinità ben distribuita al palato, mentre quelli con maggior dosaggio abbiano un buon equilibrio e la salinità sia invece più focalizzata sul finale. Comunque, a seconda dei vari dosaggi, siamo in un range di:

94-96/100

 

Ambonnay Le Bout du Clos

Champagne Selosse Ambonnay Le Bout du Clos100% Pinot Noir
(vigneto acquisito definitivamente nel 2001. È esposto a sud, con modesta pendenza e suolo con importante componente di argilla che conferisce grassezza in bocca. Si caratterizza anche per le note empireumatiche e un certo finale amaricante)

0,0 – Naso piacevolmente evoluto, fruttato e minerale, con spunti grigliati. Bocca tesa e lunghissima, dritta, prima asciutta di craie e poi salina e autorevole in chiusura.

0,7 – Olfatto molto espressivo del Cru, anzi per Anselme è emblematico con la sua ricchezza tipica tra legni pregiati, frutta secca, torrefazione. Bellissima bocca, potente ma talmente equilibrata da essere elegante, con finale mineral/salino più persistente che lungo. È la scelta di Anselme. Appunto…

1,3 – Vino molto pulito al naso, fresco. Attacco al palato sapido, con frutto maturo, bella integrazione nello sviluppo, ancora pulito. Allungo di netta impronta acida, finale potente.

2,0 – Piuttosto simile al precedente, ma con un maggiore accento sulle note affumicate, un frutto maturo più evidente. Maschera un po’ la potenza nello sviluppo.

2,65 – Vino potente, determinato, granitico, salino: a Vania è piaciuto parecchio.

Dopo la prima tornata, Anselme ci invita a riassaggiare questi vini e ci focalizza l’attenzione sul fatto che Ambonnay abbia “una doppia bocca, prima rotonda, poi di carattere”. Un bel Pinot Noir, di forte personalità, che stimo sui:

93-94/100

 

Degustazione champagne con Anselme Selosse
Le degustazioni con Anselme sono autentiche esperienze, soprattutto per gli esempi che inventa di volta in volta al fine di chiarire i suoi concetti chiave.

A questo punto Anselme ci stupisce con un’altra uscita delle sue: “esistono due tipi di vinificatori (intende con questo sia i grandi enologi, sia i piccoli produttori come lui; N.d.A.) che paragono agli ostetrici. I primi dicono ‘sono io ad aver dato la vita al bambino!’, i secondi ‘l’ho semplicemente aiutato a venire al mondo’… Ecco, io faccio parte di questa seconda categoria, mi limito ad aiutare il vino ad esprimersi al meglio”. In questa simpatica frase trovo ci sia il pilastro del suo grande concetto di individualità del vigneto, di espressione del terroir. Geniale!

 

Cramant Chemin de Châlons

Champagne Selosse Cramant Chemin de Châlons100% Chardonnay
(storica parcella del ‘Domaine’, isolata nel 2003. Esposizione a sud, media pendenza (15%), suolo con craie irregolare ma molto profonda. Vini di grande maturità, floreali e molto verticali)

 

1,3 g/l – Già al naso questo champagne è… semplicemente straordinario! Rotondo, burroso, nettamente minerale, via via sempre più complesso, sfaccettato, ma senza diventare mai difficile. Anzi, ha la non comune capacità di invogliarti sempre più. Bocca gustosa, giocata sulla craie, coinvolgente, profonda. Vino buonissimo, al limite dell’irresistibile. Mi vien da dire… perfetto! O quasi. E Alessia e Vania sono assolutamente d’accordo con me, quindi si può attribuire a questo champagne il più alto punteggio mai riconosciuto a un RM:

99/100

 

Anselme ci guarda sornione. Gli dico che, con tutto il rispetto per la ‘sua’ Avize, questo champagne è fantastico. Lui risponde che questo vigneto, per la sua particolare composizione del terreno e la sua pendenza, dà vini particolarmente gradevoli. Ci ha fatto assaggiare solo questo dosaggio che è quello da lui scelto. Guarda caso…

anselme-selosse-9

In questa sede non parlo di Les Carelles e di Sous Le Mont sia perché li trovate entrambi nell’ultima edizione di Grandi Champagne, sia perché… a breve lancerò la Masterclass Jacques Selosse, nella quale, tra le varie cuvée di Anselme, ci saranno pure questi due Lieux-Dits in degustazione.

Al termine dell’incontro, Anselme vuole aprire il Millésime 2005… Gli ricordo che me lo ha mandato in anteprima per la guida, quindi lo ringraziamo e passiamo alla visita della cantina, dove, con inusitata allegria, Anselme non si sottrae alle inevitabili foto. Così, contenti come una Pasqua, il sottoscritto, Alessia e Vania ce ne andiamo alla volta della prossima visita. Ma con il desiderio di ritornare al più presto…

Grazie Anselme!

PS: ringrazio pubblicamente Alessia e Vania per aver contributo in maniera determinante a sintetizzare negli appunti i nostri pensieri durante le degustazioni.

Gli champagne Jacques Selosse sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport – tel. 010/314250 – www.moonimport.it

Suggerimenti a tema:

9 risposte a “Una giornata memorabile con Anselme Selosse tra Lieux-Dits e dosaggi”

  1. Fino ad oggi il “diavolo d’un…” l’avevi riservato per lo più a Richard… Non vedo l’ora di partecipare alla Masterclass Selosse!

  2. Buongiorno Alberto,dove si terranno queste degustazioni? Ne farà altre a carpi o dintorni come quelle tenutesi al ristorante Il 25?

  3. Gentile Alberto, se la prossima volta preferite essere in quattro non esiti a contattarmi 🙂
    Oltre all’esperienza e al godimento, i lieux dits di Selosse sono didattici come pochi per capire il significato dell’espressione “terroir” della Champagne. Complimenti, e la giusta dose di sana invidia.

    • Eh, eh…
      Grazie dei complimenti.
      Per l’invidia, beh, la tua è sana, giusta, da appassionati. Sapessi invece quanta ce n’è di origine ben diversa! Purtroppo…

      • Approfitto per chiederti un paio di cose sul buon Anselme, sulle quali magari avete avuto modo di scambiare due parole.
        C’è una corrente, vieppiù diffusa, che “Selosse buono una volta, ma da anni non lo bevo più perchè fa champagne improbabili, che sanno più di Selosse che di champagne”. Io dissento parecchio, anzi per me il fatto che l’Anselme continui a rinnovare e rivisitare la sua gamma sono segno di passione e talento ancor superiori al gradimento del mercato (comunque sempre altissimo). Tu che ne pensi?
        Tra i suoi più o meno dichiarati discepoli, c’è qualcuno su cui Selosse esprime particolare apprezzamento? Penso a Prevost, Fallon, etc… ecco magari non Leclapart 🙂
        Insomma, cosa beve Selosse?
        Un abbraccio.

        • Oddio, avevo risposto, ma nel cambio del sito s’è perso il commento!
          Dicevo che Selosse è addirittura in crescita e, anzi, da un po’ elitario che era si è fatto più piacevole, pertanto più trasversale. E non è cosa da poco. L’esempio più clamoroso è il Substance: complesso e profondo, ma oggi veramente irresistibile.
          Chi critica Anselme, gusti personali a parte, lo fa o per invidia o perché sparare a zero sui famosi fa figo, fa notizia.
          Nel 1980 Selosse ha proposto un nuovo modo di fare champagne e oggi, quando in parecchi lo hanno seguito (o imitato?), lui ha saputo andare ancora avanti e fare degli champagne ancora di personalità più forte. Che giustamente riflettono in bottiglia lo stesso Anselme, accidenti!
          Insomma, un grande.
          Non ha parlato dei suoi “figliocci”, ha fatto solo un accenno a Olivier (Ulysse) Collin, mentre ha detto che gli piacciono i vini di territorio, i vini intensi, citando alcuni Barolo e, soprattutto, Valentini. Sugli champagne, ti stupirà sapere che non disprezza affatto alcune grandi maison e, tra questa, guarda con molto interesse a Roederer e al lavoro di Jean-Baptiste Lécaillon…

          • Grazie mille, molto interessante l’appunto su Valentini. Roederer non mi stupisce affatto, Roederer non fa testo quando si parla di Maison 🙂 Eh il buon Olivier, le mie scorte si stanno paurosamente assottigliando… Tra l’altro è un po fuori mano, sai mai che al prossimo giro però Cote de Sezanne e magari Montgueoux ce li faccio stare. Un saluto.

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