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Millésime

La strana storia del (eccellente) Jacquesson 1969

In occasione dell’anteprima della Cuvée 736 DT, ho parlato dell’ultima visita da Jacquesson come di un’esperienza straordinaria. Straordinaria per l’accoglienza, straordinaria per le anteprime esclusive, alcune delle quali saranno...
di Alberto Lupetti

In occasione dell’anteprima della Cuvée 736 DT, ho parlato dell’ultima visita da Jacquesson come di un’esperienza straordinaria. Straordinaria per l’accoglienza, straordinaria per le anteprime esclusive, alcune delle quali saranno nella prossima edizione della guida Grandi Champagne (a proposito, la promozione della Limited Edition scade tra meno di 20 giorni!) dopo che i fratelli Chiquet avranno deciso tra 2008 e 2009, straordinaria anche per le altre bottiglie che i due hanno generosamente deciso di offrire ai presenti, tra grandi vini e vecchie annate di Jacquesson. Queste ultime tutte in magnum e degorgiate la mattina stessa, contavano su alcune perle quali Avize 1988, Avize 1989 e perfino un Avize 1969, anche se all’epoca non si chiamava così. Ecco, è proprio di questo che vi racconto, anche perché ha una storia veramente particolare…

Jean-Hervé Chiquet e Alberto Lupetti
Jean-Hervé Chiquet e il sottoscritto al termine della degustazione: di cose da commentare ne avevamo veramente tante!

I fratelli Jean-Hervé e Laurent Chiquet, anima attuale della maison, entrano in campo nel 1988 ricevendo le redini dal padre Jean, che aveva acquistato Jacquesson nel 1974 dalla famiglia de Tassigny. Costoro la possedevano dal 1925, quando l’avevano a loro volta acquistata dagli eredi: la spostarono da Châlons a Reims e, soprattutto, la fecero rinascere dalle proprie ceneri. Sotto i de Tassigny Jacquesson produceva un brut sans année (Brut Perfection) e un millesimato (Grand Vin Signature), ma nel 1969, per esaltare i propri vigneti di Avize, diedero vita a un blanc de blancs. Quel blanc de blancs sarà poi mantenuto e sviluppato dai fratelli Chiquet, che lo ribattezzeranno Avize, ma nel frattempo i de Tassigny non crederono più di tanto, anzi, peggio, avendolo assaggiato non gli piacque proprio quello Chardonnay in purezza targato 1969. Al punto che, pur avendone tirate alcune migliaia tra bottiglie e magnum, decisero di non commercializzarlo affatto. Ma non basta, perché non sapendo che farsene di tutte quelle bottiglie, decisero addirittura di utilizzarlo semplicemente per le loro liqueur d’expedition! Fortunatamente, un po’di bottiglie (e magnum…) sopravvissero e quando Jean-Hervé e Laurent Chiquet assaggiarono lo champagne alla fine degli anni ‘80 rimasero stupiti: era un capolavoro. Così decisero di commercializzarne qualche bottiglia come Dégorgement Tardif. E per i due fratelli quello champagne è uno dei migliori Jacquesson mai fatti…

Bicchiere Riedel con Il Blanc de Blancs 1969
Il Blanc de Blancs 1969 nello ‘Champagne Wine Glass’ di Riedel nella nuovissima declinazione ‘Fatto a Mano’: il calice ha certamente fatto esprimere al meglio questo sofisticato e unico champagne.

Blanc de Blancs 1969

Bottiglia Jacquesson Blanc de Blancs 1969100% Chardonnay (dég. 27 giu. 2017, 0 g/l)
Non è sempre scontato dire che un vecchio champagne sia bellissimo già al primo naso, ma questo lo è eccome! È elegante, sferico, puro e, soprattutto… va bene che è stato appena degorgiato, ma sfodera evidentemente una freschezza impensabile per un vino di oltre 45 anni! Ed è ricco, spesso, profondo, stratificato, certamente complesso, su dolcezze di frutto appena maturo, a tratti verso la mela cotogna, a tratti verso l’uva passa, poi ecco gli agrumi confit e una mineralità di craie decisa, netta, quindi, ancora, fiori gialli e sottili tostature. E quanto è attraente! La bocca ha una bollicina molto fine ma senza dubbio presente che ti solletica, però, poi, questo champagne ti stende letteralmente con un uno-due inaspettato per via di una freschezza travolgente nonostante le aspettative olfattive. Lo sviluppo è succoso, teso, asciutto, sofisticato, ora sì evidentemente blanc de blancs (la cui natura, invero, era un po’ nascosta al naso…), con una progressione in ampiezza e profondità che sembra non voler finire mai. Conferma l’eccellenza dell’annata e della maisonChapeau.
Grazie di cuore Jean-Hervé e Laurent!
Voto: 99/100

(ha collaborato alla degustazione Vania Valentini)

Gli champagne Jacquesson sono distribuiti in esclusiva da:
Pellegrini – tel. 035/781010 – www.pellegrinispa.net

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3 risposte a “La strana storia del (eccellente) Jacquesson 1969”

  1. Salve Lupetti, ci dice, cortesemente…. di quali annate sono le bottiglie più vecchie, buone, che abbia mai degustato (quelle che ricorda) ?
    Grazie

    • Ah! vediamo un po’… Moet 1921 (che poi sarà il primo DP), Veuve Clicquot Vintage 1947 n magnum e Rosé 1955 (entrambi dégorgement originali), PJ Belle Èpoque 1964 in magnum (la prima della sua storia), Bollinger VVF 1969 (anch’essa la prima) e Don Pérignon OE (P3) 1969. Per rimanere fuori dagli anni ì70 e ’80 e senza andare nei fuori concorso di inizio XX secolo o addirittura XIX secolo…

  2. Caspita…. ma veramente erano ancora bevibili, frizzanti e decisamente champagne, questi fantastici primi tre elencati ?!

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