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Degustazioni

La rivincita della Cuvée 3A e una grande novità: il dégorgement tardif di DeSousa!

Oramai lo sapete: ogni volta che vado in Champagne passo a fare un saluto, anche breve, all’amico Erick De Sousa e alla sua bella famiglia. Anche stavolta e, pur...
di Alberto Lupetti

De Sousa champagne

Oramai lo sapete: ogni volta che vado in Champagne passo a fare un saluto, anche breve, all’amico Erick De Sousa e alla sua bella famiglia. Anche stavolta e, pur non avendo in mente degustazioni, visto che si trattava effettivamente di un saluto unito alla necessità di parlare di alcune cose, alla fine abbiamo finito per assaggiare alcuni champagne particolari: con Erick non si scappa! Così abbiamo provato diverse ‘cosette’ e la più clamorosa è stata una Cuvée 3A della prima batteria, costituita da una mini verticale di questo champagne.

La Cuvée 3A è uno dei rari champagne d’assemblate di De Sousa, frutto di tre vecchi vigneti (di oltre 50 anni, uno ad Avize, uno ad Ambonnay e uno ad Aÿ, da cui il nome) in tre villaggi Grand Cru diversi, tutti allevati con il cavallo. L’assemblaggio avviene a monte, nel senso che le uve dei tre vigneti sono pressate tutte insieme, poi vinificate per metà in cuvee per metà in barrique, infine assemblate con gli stessi vini di annate precedenti conservate in un Solera datato 2002, da un paio di anni tenuto in un ‘uovo’ di rovere, in passato in botte. Erick ci ha fatto assaggiare l’attuale Cuvée 3A sul mercato (base 2014, molto gradevole, fine, fruttata e floreale, sempre molto buona nella sua piacevolezza e nella sua eleganza), una un po’ più vecchia (base 2008: bello champagne di densità, ma segnato anche una certa maturità. Da un 2008, in tutta onestà, mi aspettavo di più…) e, infine, la sorpresa, un base 2005…

De Sousa Cuvée 3A base 2005
In primo piano la Cuvée 3A base 2005 con dégorgement originale: dire che è stata una bella sorpresa è poco!

 

Cuvée 3A

3A50% Pinot Noir, 50% Chardonnay
(dég. 2010, dosage 7 g/l)
Beh, accidenti che naso! A dispetto dell’annata (oramai conoscete la mia idiosincrasia per la 2005 in Champagne…), questo champagne sfodera un olfatto pazzesco per complessità e fascino. È tostato, ha note di torrefazione, spunti fumé, grassezze di frutta secca e il classico chiaroscuro che è la firma (e il punto di forza…) di questa etichetta. Sì, è vero, l’impronta olfattiva sembra quella di uno champagne più vecchio, ma è altrettanto vero che è uno di quelli grandi, affascinanti, profondi, complessi. Una bollicina finissima dà il via all’assaggio, levigato e teso, anche raffinato, con una bellissima progressione sul frutto e un finale gustoso di agrumi caratterizzato da una persistenza a sfumare ma… infinita. Una sorpresa, come detto, considerando l’annata e considerando che non è la mia etichetta preferita di De Sousa, nonostante l’innegabile gradevolezza. Evidentemente il tempo gioca a suo favore… Insomma, se avete qualche 3Ain cantina aspettate!
Voto: 95/100

Tra un assaggio e l’altro, poi, giusto prima di scendere in cantina per la ‘solita’ bottiglia degorgiata à la volée da Erick quale degna conclusione (!) della visita, eccolo tirar fuori un Grand Cru Riserve (il suo biglietto da visita, il blanc de blancs tipico, di cui ho riparlato recentemente), quasi con nonchalance. Mi guarda e mi dice “base 2008”, io “ah, bene…” e lui, ancora, “dégorgé l’année passé, en 2017”, tra l’altro con dosaggio ridotto a 3 g/l in luogo dei 7 g/l originali. Poi, come niente fosse, aggiunge che si tratta di un dégorgement tardif di questo champagne in occasione della grande annata 2008, ma non è un esperimento, bensì un lotto di un migliaio di bottiglie pronte a essere lanciate sul mercato. Lo guardo stupito, positivamente per la bella notizia, un po’ contrariato per l’habillage assolutamente tradizionale, identico a quello del Grand Cru Réserve sul mercato in tutto e per tutto, così suggerisco a Erick che una fascetta, un qualcosa che ne sottolinei la particolarità, valorizzerebbe questo champagne come merita, invece di farlo passare per uno ‘normale’. Chissà, intanto vediamo com’è…

Degustazione con Erick De Sousa
Un momento della degustazione, con Michelle, la moglie di Erick, che ci legge i registri delle vendemmie per capire come siano diventate sempre più precoci nel corso degli ultimi vent’anni…

 

Grand Cru Réserve

100% Chardonnay
dég. nov. 2017– È senza dubbio complesso (spezie, agrumi canditi, miele) nella sua giusta evoluzione il naso di questo champagne, marcato da tanta mineralità e una freschezza diffusa che definirei integrità. Più che altro, è un naso solido, concreto, autorevole. La bocca poggia su una bollicina carezzevole che non fa altro che valorizzare una materia setosa, fatta tanto di agrumi e mineralità, forse non lunghissima nella distensione gustativa, ma di un’eleganza e un piacere veramente unici. Al punto che non parlerei di lunghezza, ma di persistenza. Più che l’annata base, questo grande classico di De Sousa trovo abbia beneficiato della riduzione di dosaggio e della lunga permanenza sui lieviti, che hanno giocato un ruolo chiave per trasformare lo stile De Sousa e l’energia dell’annata in pura eleganza minerale…
Voto: 93/100

Ora, non dico che Erick debba far maturare il suo Grand Cru Réserve 8 anni sui lieviti come in questo caso, ma un anno/un anno e mezzo in più rispetto alla norma, oltre a una riduzione del dosaggio, renderebbero ancora più solido e coinvolgente questo champagne, come gli avevo già detto nel corso della precedente visita, e questo assaggio ne è l’esempio più evidente. Vedremo. Intanto, nella degustazione, non potevano mancare le Cuvée des Caudalies millesimate, due veramente eccezionali nel caso, una 2003 a dir poco stupefacente e una 2004che è un monumento al piacere. Ma le vedremo un’altra volta…

Gli champagne De Sousa sono distribuiti in esclusiva da:
Sarzi Amadè– tel. 02/26113396– www.sarziamade.it

Suggerimenti a tema:

6 risposte a “La rivincita della Cuvée 3A e una grande novità: il dégorgement tardif di DeSousa!”

  1. Buongiorno Alberto
    Il 3A ho avuto modo di assaggiarlo a Modena, mi piacque ma credo di doverlo riassaggiare presto, ovviamente assieme al michoryze (se riesco a trovarlo). Sono molto molto incuriosito da questo dt del brut reserve…credo di dover fare una nuova cospicua spesa da De Sousa
    Buona giornata
    Marco

  2. Buongiorno Sig. Lupetti,
    sono un neofita di questo meraviglioso mondo e quindi profondamente ignorante in materia. Avrei perciò mille domande e curiosità da sottoporle, ma cerco di trovare risposte in questo bellissimo blog, già di suo molto esauriente. Mi limito quindi ad una domanda e ad una provocazione (entrambe banali, ma appunto da neofiti):

    Non capisco il vero intendimento della dicitura di Bollinger “récemment degorgé”. Se è di recente sboccatura, io penserei che, per mantenere tale natura bisognerebbe berlo in fretta. Praticamente una specie di invito da parte della Casa a berlo entro pochi mesi per approfittare, per qualche motivo, della sboccatura avvenuta da poco? Non mi pare perché lei stesso consiglia di tenerla in cantina alcuni anni. Forse solo un’azione marketing? Aspetto quindi un suo gentile chiarimento a questa mia curiosità.
    Per quanto riguarda la “provocazione”, il quesito è il seguente:
    ho preso in considerazione alcune recensioni di champagne, facendo ovviamente molta attenzione al fatto che si tratti proprio dello stesso prodotto, e, leggendone le note di degustazione, trovo spesso citazioni di profumi e sapori completamente diversi fra loro. In pratica trovo un recensore che magari parla di profumo di burro fresco, mentre un altro (ripeto, sempre prendendo in considerazione lo stesso prodotto) parla di aromi di agrumi ecc.
    Non desidero certo dilungarmi sulle varie “differenze” che ho trovato, ma mi limito a chiedere se effettivamente c’è qualcosa che non va (come mi spingerebbe a pensare la mia mente troppo maliziosa) o comunque ogni naso e ogni palato possono avere recettori diversi e quindi sensazioni magari anche nettamente opposte fra loro?
    Per quanto mi riguarda ovviamente non faccio testo, in quanto oltre a non essere un intenditore, mi ritrovo praticamente l’olfatto e il gusto azzerati per colpa del fumo e della poca dimestichezza ed allenamento in questo campo.

    Grazie mille e ancora complimenti per questa sua azione divulgativa, sempre molto interessante ed affascinante

    • Buongiorno,
      due domande legittime alle quali cercherò di rispondere al meglio nonostante non possa per forza di cose dilungarmi troppo.
      R.D.
      È un marchio di Bollinger che sta a indicare La Grande Année come ‘dégorgement tardif’, quindi tenuta più a lungo sui lieviti. Solitamente tra i 3 e i 5 anni, ma in alcuni casi si superano anche i 10. Una più lunga maturazione sui lieviti rende lo champagne più complesso e sofisticato, ma anche molto più fresco rispetto allo stesso degorgiato prima, diciamo in versione ‘originale0, in quanto i lieviti rallentano moltissimo la maturazione. Per questo motivo, è naturale che uno champagne di recente dégorgement abbia poi bisogno di ulteriore tempo, sia per stabilizzarsi dopo lo stesso dégorgement (e più lo champagne è rimasto sui lieviti e maggiore sarà il tempo necessario per questa stabilizzazione…), sia per acquisire un minimo di maturazione.
      Naturalmente, uno champagne rimasto 50-70 anni sui lieviti avrà poi un’evoluzione molto più rapida dopo il dégorgement perché i suoi anni sulle spalle ce l’ha pur sempre, ma sono casi limite.
      Olfatto
      Tutti noi abbiamo sensibilità olfattive diverse, memorie olfattive differenti e formazioni di vario tipo. Quindi l’approccio allo stesso vino può avere sfumature diverse. Attenzione sfumature… Infatti il sig. Rossi può sentire i soli agrumi, il sig. Bianchi agrumi e grassezza e così via. Preoccupante se l’uno avverte grande freschezza e l’altro spiccata maturità, allora uno dei due ha, diciamo, dei problemi a degustare…

      Spero di aver chiarito i suoi dubbi!

  3. Buonasera Alberto.
    In tema De Sousa ho trovato una bottiglia a me sconosciuta, Cuvee Precieuse mill. 2008.
    Lo conosce?
    Nella mia ingenuità grande annata e grande produttore (non me ne vogliano gli altri) fanno rima con grande vino.
    Per altro ad un prezzo contenuto, sotto i 60 euro.
    Nella guida non è recensito, e neppure sul sito ho trovato citazioni di questo vino.
    Mi sa dare qualche consiglio?
    Vale la pena comprarlo?
    Sempre mille grazie.
    Gabriele

    • È il millesimato della linea Zoemie De Sousa, la gamma un po’ più semplice di De Sousa, ma sempre fatta in tutto e per tutto da Erick. Considerando l’annata e l’ottimo prezzo, è un buon ‘affare’…

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