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Millésime

Krug 1996: non c’è dubbio, è un capolavoro!

Joseph Krug ha fondato la maison omonima e gettato le basi di uno stile diventato non solo un mito, ma un riferimento per tutti nel mondo dello champagne. Però...
di Alberto Lupetti

Krug Vintage 1996

Joseph Krug ha fondato la maison omonima e gettato le basi di uno stile diventato non solo un mito, ma un riferimento per tutti nel mondo dello champagne. Però è stato poi suo figlio (l’unico) Paul ad aver di fatto plasmato Krug. Ha acquistato il terreno a rue Coquebert dove Krug ha sede tuttora, soprattutto ha creato la Private Cuvée, proponendola come sans année e come millésime: in realtà sono proprio questi gli antenati di Grande Cuvée e Vintage rispettivamente. Per questo, è giusto dire che Joseph ha avuto un’idea, un “sogno” per dirla come Olivier, e ha pure fatto dei buoni champagne, ma Paul ha fatto Krug!

Sarà un altro Paul, il II, a veder nascere sotto la supervisione tecnica del padre Joseph II (ancora sofferente per i postumi di una dura prigionia durante la Guerra) quello che è ritenuto il più grande Krug di sempre, il 1928, o meglio, la Private Cuvée 1928. Era un assemblaggio maggioritario di Pinot Noir (70% per la precisione), più il 22% di Chardonnay e il solito tocco (qui 8%) di Meunier, con le uve provenienti da 33 villaggi. Fu degorgiato nel 1939 e la Guerra (la Seconda) imminente spiega perché se ne vendettero poche bottiglie. Pertanto, non solo fu poi riproposto da Rémi mezzo secolo più tardi come Collection, ma, stando a Olivier, nelle cantine di Krug ce ne sarebbe “uno stock considerevole”. Da quel momento, uno champagne Krug con una simile magnificenza non s’è più visto e chi ha avuto la fortuna di assaggiarlo ha detto che uno champagne del genere è la cosa più buona che gli sia mai capitata nel mondo del vino. Beato lui!

Paul Krug
L’unico figlio di Joseph Krug, Paul, per il quale fu scritto il celebre libretto. Fu un uomo eccezionale e possiamo dire che è stato lui a plasmare Krug.

Facciamo un salto per arrivare al 1997, alla tarda primavera di quell’anno. Paul II si è definitivamente ritirato dalla maison (morirà il 25 ottobre di quello stesso 1997 a 85 anni), ciò nonostante non può mancare le sessioni di assaggio dei vins clairs del 1996 e le successive di assemblaggio con i figli Henri e Rémi più il giovane nipote Olivier. La vendemmia era stata eccezionale, i vini unici, così in casa Krug si procederà al tiraggio della Grande Cuvée (sarebbe la 152ème Édition), del Rosé, del Vintage e pure dei due Clos, quindi Mesnil e Ambonnay: en plein! Tutti promettono mirabilia, ma ce n’è uno che colpisce in maniera particolare Paul II, il Vintage 1996 e la sua esperienza gli permette di dichiarare già in questa fase, quindi prima ancora della mise en bouteille, che “il Krug 1996 è il nuovo Krug 1928!”. Oltre a essere l’ultimo Krug assemblato da tre generazioni della famiglia…

Krug Private Cuvée 1928
La Private Cuvée 1928, tornata in un secondo tempo come Collection, è unanimemente il più grande Krug mai fatto. Almeno prima del Vintage 1996…

Le prime bottiglie di Krug 1996 arrivarono alla fine del 2007 (ma, come tutti i Krug, ci sono diversi dégorgement nel corso anche di più di un anno) e in molti capirono che si trattava di qualcosa di eccezionale. Fu definito ‘estremo e carismatico’. Sin dal debutto, ho avuto la fortuna di assaggiare il Krug 1996 diverse volte, ma l’ultima degustazione risaliva a non meno di tre anni fa, quindi l’ultima è stata particolarmente gradita. L’occasione risale a un paio di settimane fa, nell’ambito di una Masterclass Krug che avevo organizzato per alcuni grandissimi appassionati romani e che ha visto in campo tre Grande Cuvée, i Vintage 2004e 2002, il Clos du Mesnil 1996(!) e, quale botto finale, proprio il Vintage 1996. Ed è quest’ultimo che vorrei raccontare. Sì, immagino la domanda: “e il Clos du Mesnil?”. Un’altra volta…

Krug, foto di famiglia
La storia: Joseph II, che firmò il Vintage 1928, e le tre generazioni a seguire, quindi Paul II, Henri e un appena nato Olivier. Saranno questi ultimi tre a ricreare quel capolavoro con il Vintage 1996.

 

Vintage 1996

Bottiglia di Krug Vintage 199648% Pinot Noir, 31% Chardonnay, 21% Meunier
(uve selezionate in 17 villaggi Grand e Premier Cru)
dég. inverno 2007– Ecco Krug, anzi ecco l’essenza di Krug, con quegli aromi unici che hanno fatto impazzire migliaia di appassionato nel corso di più di un secolo. Riporta alle vecchie Grande Cuvée, ma con più energia: grassezze di nocciola, arancia amara, brioche, frutta candita, in un contesto spesso ma profondo, concentrato ma dinamico. E non manca certo di eleganza, così come di una freschezza che non vorrei dire brutale, bensì intensissima, ovvero senza essere mai scalpitante come altri ‘96. Se preferite, è una fucilata, ma mai duro. La bocca è setosa perché la risultante perfetta tra tantissima materia e tantissima acidità. Infatti, questa tantissima materia e questa tantissima acidità sono fuse talmente bene insieme che alla fine l’assaggio è vellutato e teso, quindi perfettamente equilibrato. Emergono le note di agrumi canditi, di cioccolato bianco, di torrefazione, per chiudere con una piccantezza da zenzero e una confortante pienezza. Uno champagne di gran carattere, entusiasmante più che meramente appagante. Un Krug veramente notevole!
Voto: 99/100

Vi aspettavate il massimo punteggio, la perfezione? Beh, ero fortemente tentato di attribuire 100/100 a questo champagne magnifico, a questo Krug d’eccezione che forse rivedremo con una simile magnificenza soltanto nel futuro Vintage 2008, ma poi mi sono reso conto che sarebbe troppo presto. Ebbene sì, il Krug 1996 non solo non è arrivato ancora al suo picco, ma ha ancora molto da dire. Già, il suo margine di miglioramento negli anni a venire è ancora notevole e questo è talmente evidente che mi son voluto lasciare un margine. D’altronde, 100/100 è la perfezione. E può essere raggiunta con il tempo (ad esempio Blanc de Blancs 1988 di Billecart), oppure subito (Cristal 2008, ad esempio): bene, il Krug 1996 non l’ha ancora raggiunta. Ma è sulla buona strada…

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moet-Hennessy Italia– tel. 02/671411 – www.moethennessy.it

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6 risposte a “Krug 1996: non c’è dubbio, è un capolavoro!”

  1. Buonasera Dott. Lupetti,
    vi scrivo per informazioni circa le bottiglie attualmente in commercio che ritenete possano essere un buon investimento.
    Ho provato a farmi un’opinione a riguardo principalmente da 3 fonti: 1) l’edizione 2018-2019 della guida Grandi Champagne 2) stampa estera 3) indice liv-ex.
    Dalla sua guida mi pare di capire che le bottiglie di Cristal 2008 e Cristal Rosè 2008 possano essere considerati un buon investimento, così come Krug 2002, Krug 2004 e Krug Collection 1990. Deduco anche che bottiglie “super-premium” come Krug Clos du Mesnil e Clos d’Ambonnay (queste non presenti nella guida), Dom Perignon P2 e P3 , Cristal Vinotheque e Bollinger Vieille Vignes Francaises sono sempre una garanzia. Non sono riuscito a farmi un’idea su Salon cuvee S 2002 e 2006 e su Perrier Jouet Belle Epoque Blanc de Blancs 2004.
    Da stampa estera (principalmente UK) e Liv-ex noto l’inserimento di bottiglie forse meno conosciute/pubblicizzate/apprezzate in Italia, come ad esempio Taittinger Comtes de Champagne, Pol Roger Sir Winston Churchill, Philipponat Clos Goisses, Dom Ruinart e Bollinger Grand Annee.
    Mi chiedevo quindi quali fossero nella sua opinione le migliori 10-20 bottiglie attualmente in commercio (o a breve in commercio, ad esempio Dom P 2008) da questo punto di vista.

    Grazie mille.
    Un saluto

    • Da quanto ho potuto capire negli anni, ci sono diversi champagne che con il passare del tempo meriterebbero un’importante (ri)valutazione, ma, alla fin fine, quelli che spuntano prezzi elevati, quelli che possono essere considerati un investimento sono: Dom Pérignon (soprattutto OE/Px), Krug (Vintage e Clos du Mesnil), Cristal e Salon. Gli eccellenti Clos des Goisses e Comtes de Champagne meriterebbero maggiore considerazione in questo tipo di mercato, quindi riescono a farsi valere solo con alcune annate. Stesso discorso per il VVF, mentre La Grande Année ancora non riesce a entrare nel ‘club’. Così come il Dom Ruinart.
      L’annata 2008, infine? È già mitica, come dimostra la sensibile crescita dei prezzi dei millesimi già usciti.
      In effetti dovrei fare un articolo sulle 10 bottiglie, ma… a libro chiuso!
      Saluti

  2. Buongiorno, se mi permette un off topic, è possibile sapere sapere quando uscirà in commercio De Sousa Umami 2012?
    Grazie e buon lavoro

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