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Krug Grande Cuvée: arriva la 168ème Édition!

Il 2020 è un anno molto particolare, direi importante per Krug: ci saranno diverse novità, ma, soprattutto, per la prima volta, una donna è la chef de cave...
di Alberto Lupetti

Krug Grande Cuvée 168ème

Il 2020 è un anno molto particolare, direi importante per Krug: ci saranno diverse novità, ma, soprattutto, per la prima volta, una donna è la chef de cave di questa Maison mitica. In realtà, durante la I Guerra Mondiale, con Joseph II prigioniero dei tedeschi, fu sua moglie Jeanne a condurre la Maison e fu lei a firmare l’unico Vintage fatto durante il conflitto, il 1915, ma ora la storia è profondamente diversa e non più frutto di una necessità. Infatti, Julie Cavil è stata scelta per ricoprire questo ruolo chiave e così sarà sua l’ultima parola sugli assemblaggi di tutti i Krug dei prossimi anni. Julie è arrivata in Krug proprio durante la vendemmia del 2006 (sarà un caso se Krug ha lanciato da poco il Vintage 2006?) ed è già nota agli appassionati in quanto da tempo braccio destro del suo predecessore, Eric Lebel (ora promosso Directeur Adjoint de la Maison), e, soprattutto, in quanto responsabile prima del ‘Clos du Mesnil’ e successivamente delle vinificazioni Krug.

Julie Cavil
Julie Cavil, dopo una carriera iniziata in un settore completamente diverso, è approdata nello staff tecnico di Krug nel 2006. Da allora, si è fatta valere fino a raccogliere a gennaio di quest’anno il testimone da Eric Lebel come chef de cave.

Così è lei a tenere a battesimo, insieme a Olivier Krug, la nuova Grande Cuvée, la 168ème Édition, quindi l’erede, dopo 168 assemblaggi creati di anno in anno, di quel vino ideato da Joseph come Cuvée N°1, poi sviluppatosi come Private Cuvée con Paul, Joseph II e Paul II, infine diventato Grande Cuvée nel 1972 (base vendemmia 1971, debutto sul mercato nel 1978) con Henri. A proposito di Henri, qualche anno fa, i cosiddetti ‘krugisti’ sono rimasti un po’ spiazzati dagli champagne Krug, o meglio, da alcune Grande Cuvée non proprio in linea con la migliore tradizione Krug. È vero, c’è stato un periodo di transizione che ha portato a una nuova messa a punto della Grande Cuvée, ma questo non credo sia imputabile a un uomo (il passaggio da Henri Krug al buon Eric Lebel), bensì a una situazione complessa dovuta al cambio di proprietà e alla conseguente riorganizzazione della Maison. Le cose hanno iniziato ad andare a posto dopo qualche anno, con la presidenza di Margareth Henriquez, e così si può essere finalmente d’accordo con Olivier quando dice che “Krug è cambiata, ma è cambiata in meglio!”. 

Controetichetta Krug Grande Cuvée 168ème
Il ‘Krug iD’, introdotto nel 2011 in controetichetta, ha tolto il velo sugli champagne Krug e ci permette finalmente di conoscere in dettaglio l’assemblaggio e l’invecchiamento del vino.

Pertanto, la ‘nuova’ Grande Cuvée 168ème Édition è interessante per una serie di motivi. Innanzitutto, ci permette di verificare se quel ritorno al più classico stile Krug, iniziato con la 163ème Édition dopo alcune Grande Cuvée che avevano lasciato un po’ perplessi, ma poi cristallizzatosi con le 166ème e 167ème Édition (quest’ultima in Grandi Champagne 2020-21), possa dirsi definitivamente acquisito. In secondo luogo, questa nuova uscita ci consente di comprendere quanto la produzione, innegabilmente aumentata rispetto agli anni ‘90. abbia influito sulla qualità dello champagne. A tal proposito, devo dire che le ultime due Édition non hanno destato preoccupazioni, anzi, però vediamo se è ancora così. Infine, terzo aspetto, la Grande Cuvée 168ème Édition dovrebbe confermare con tutta l’autorevolezza di Krug l’eccellenza dell’annata. È vero che un giorno sarà il millesimato 2012 a sugellare tutto ciò, ma già la Grande Cuvée può darci un’indicazione molto attendibile in tal senso. Infatti, a dispetto dell’assemblaggio iper-sofisticato, la Grande Cuvée lascia trasparire le caratteristiche dell’annata principale – “la più giovane” per dirla come Olivier Krug – come abbiamo avuto modo di toccare con mano, nel bene e nel meno bene, nelle varie Édition che si son susseguite, soprattutto quelle degli ultimi 10-15 anni.

Però, un momento… non ci sarà mai un Vintage 2012! Purtroppo no ed è un peccato. Il motivo va ricercato nel fatto che, essendo stata la 2012 un’annata di quantità ridotta, la Maison ha dovuto fare una scelta: Olivier e Julie hanno rivelato di aver deciso di sacrificare il Vintage per fare la 168ème Édition e, allo stesso tempo, potersi assicurare una buona scorta di vins de réserve. Accidenti, ci vuole coraggio!

Così, semmai, la lotta 2008-2012 si svolgerà sul terreno dei Clos, ma ci vuole ancora un bel po’ di tempo…

A proposito dell’annata 2012, Julie Cavil ci ricorda che è stata “une belle année à faible rendement, du fait de la variété d’événements climatiques survenus dans la région. Du gel, de la pluie, des tempêtes et de la grêle s’abattirent en effet sur le vignoble champenois au cours de l’hiver et du printemps, avant une période de maturation exceptionnellement sèche (du jamais vu depuis 1974), ce qui se traduisit par une baisse de 20% des rendements”. Nel corso della presentazione della 168ème Édition, Julie ha anche lodato tanto l’ottimale maturità dei vini del 2012, ma soprattutto la loro forte espressività ed è quest’ultima caratteristica che ricercano da Krug in fase di assemblaggio. Ha anche sottolineato l’eccellenza degli Chardonnay, con i quali hanno potuto costituire un eccellente stock di vins de réserve, caratterizzati da freschezza e struttura, e ha infine aggiunto che l’andamento un “folle” dell’annata e l’eccellenza dei vini le ricordano quanto accaduto nel 2019. Interessante, no?

Julie Cavil durante la presentazione ‘virtuale’ della Grande Cuvée 168ème Édition
Julie Cavil durante la presentazione ‘virtuale’ della Grande Cuvée 168ème Édition: la situazione particolare che stiamo vivendo ci porta anche a questo…

Ma veniamo finalmente ai dettagli di questa Grande Cuvée! Ebbene, la 168° ricreazione dello stile ideato da Jospeh nel 1843 è frutto di addirittura 198 vini (!) di 11 annate diverse, con la 2012 quale più giovane e la 1996 come più vecchia, per un totale di ben il 42% di vins de réserve. Dopo il tiraggio, lo champagne ha maturato sei anni sui lieviti nelle cantine di Rue Coquebert, seguiti, come d’abitudine di Krug da alcuni anni, da almeno un ulteriore anno di risposo post dégorgement.

Krug
La Grande Cuvée 168ème Édition in estrema sintesi…

Grande Cuvée 168ème 

Bottiglia Krug Grande Cuvée 168ème52% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 13% Meunier
iD 219012 – Grande freschezza e tostature, ecco la primissima impressione olfattiva, che non sembra così immediatamente ed evidentemente Krug. Ma bastano pochi istanti nel calice perché il naso si ‘apra’ e riveli intensamente la tipica firma stilistica della Maison. Allora, ecco le tostature accompagnarsi a grassezze di nocciola e spunti di brioche, con la freschezza legarsi agli agrumi e dare profondità a questo naso, che ha come altra caratteristica di primo piano la spiccata eleganza. Ecco, questo naso, nell’essere evidentemente Krug, sa fondere alla perfezione freschezza, finezza e ricchezza. La marcata freschezza segna anche l’attacco in bocca, che ben presto lascia il posto a una sapidità travolgente. Ha perfetta specularità con il naso, ma questa eccezionale freschezza, sebbene già intuibile al naso, è spiazzante. Attenzione, però, perché questa non significa banalmente acidità com’era, ad esempio, con la 164ème, no. Qui, invece, è energia, peraltro perfettamente fusa a una materia di rimarchevole complessità. Certo, questa energia è al momento ancora incapsulata, nel senso che ora tende a rendere la gustativa quasi sottile, però, senza mai mollarla un solo istante. Non stupisce più di tanto, dunque, che il finale sia succoso, profondo e persistente, gustosissimo nella sua salinità, stuzzicante nei ritorni agrumati, perfettamente asciutto. Applauso.
Voto: 98/100

Mi sbilancio: trovo che la 168ème Édition sia la migliore Grande Cuvée degli anni Duemila, almeno finora, ovviamente. E la cosa che sorprende è che sia notevole già ora, quindi non oso pensare cosa potrà regalare con gli anni, visto il suo enorme potenziale di evoluzione. Insomma, – accidenti! – l’annata 2012 da Krug potrebbe proprio essere superiore alla 2008…

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8 risposte a “Krug Grande Cuvée: arriva la 168ème Édition!”

  1. Buonasera Alberto,
    Sono un appassionato dì Champagne ma mi considero un neofita,in quanto ne ho sempre goduto solo nelle grandi occasioni,poi ho “conosciuto” Lei ed il suo blog,ho divorato il libro dell’ultima edizione Grandi Champagne ed eccomi qui assetato di notizie che per fortuna non lesina.
    Dunque questa mail è prima di tutto un grande ringraziamento per Lei ed i suoi collaboratori.Poi volevo dirLe che tra le mie degustazioni per Pasqua ho trovato interessante il D.P.2008 ma il colpo al cuore me l’ha regalato un Amour de Deutz che ho trovato straripante.Si avvicina il mio compleanno e mi sono regalato un Krug(primo assaggio)…. non vedo l’ora.
    Ancora grazie e continui così.
    P.S.Attendo impaziente il suo libro “La mia Champagne”.

    • Buongiorno,
      sul libro cis to lavorando. Spero di non deludere le aspettative…
      Che annata era l’Amour? E di quale Krug si tratta?
      Per il resto… grazie!

        • Facile rimanere colpiti da due grandi champagne come questi… La 167ème è battuta solo dall’attuale 168ème, a mio avviso, e l’Amour 2008 è uno dei migliori di sempre!

    • Accidenti che domanda! Meglio una 911 GTx o una Ferrari? Parliamo di due champagne assolutamente eccezionale che rimarranno nella storia…
      Fino a qualche mese fa non avrei avuto dubbi e avrei detto Cristal, oggi sono più propenso per il Krug. La 168ème è veramente qualcosa di straordinario…

  2. Buonasera Sig. Lupetti,
    Ho appena finito di leggere ( divorare!!) il suo libro sullo champagne Krug e le faccio i miei complimenti.
    Era da tempo che non leggevo un libro sul ‘tema vino’ così coinvolgente, ben fatto e molto molto molto completo .
    Dopo i complimenti super sinceri le vorrei però porre una domanda che mi sono posto ( senza alcuna vena polemica o altro)
    Lei qui sul sito da al Krug 168 98/100 di punteggio parlando di una super edizione di Krug gc e (spoilerando!!) la mette in testa ai suoi Krug preferiti addirittura come il migliore in un suo podio assoluto.
    A questo punto mi chiedo ma i Krug a cui ha dato punteggi più alti come mai non figurano sul suo podio? Tipo Krug clos d’ambonnay 2002(99/100) tipo Krug 2008 (98-100/100) e Krug Collection 1988(98-99/100)

    Io ho bevuto per mia fortuna parecchie volte dom perignon Oenotheque 1996 e ogni volta lo trovo talmente perfetto da essere quasi ‘fastidioso’ in senso buono ovviamente ma per rendere il concetto. Trovo altri vini meno perfettini ma più coinvolgenti e soddisfacenti ( pur rimanendo per me oeno 96 uno dei migliori 3 champagne bevuti senza mai una delusione ).
    A questo punto volevo avere la sua conferma su quello che vado dicendo da tempo , cioè che i punteggi trovano il tempo che trovano… gente che si affida ai punteggi solo per speculare e senza aver voglia e tempo di dedicarsi a quello che sta bevendo ..

    La saluto e le rinnovo i miei complimenti ….

    • Parole sante, le sue, sui punteggi. Purtroppo il mercato li vuole e devo adeguarmi. Però non è detto che restino nella prossima edizione della guida, che subirà una profonda rivoluzione. Vedremo.
      Veniamo a Krug.All’uscita ho dato 98/100 alla 168ème, ma poi, più l’assaggiavo e più rimanevo coinvolto dalla sua eccellenza. Da cui il punteggio al rialzo. Ma, oltre il punteggio, nel libro tiro in ballo quei tre che mi hanno colpito e continuano a colpirmi ogni volta che ho la fortuna di assaggiarli. Senza mai un tentennamento, anzi, con una capacità di coinvolgermi sempre maggiore. Volevo limitarmi a tre, non è stato facile, ma alla fine spero di esserci riuscito, anche andando oltre i meri punteggi.
      Comunque, a proposito di punteggi, valore di una bottiglia, degustazioni, annessi e connessi, legga con attenzione cosa dice Daniele Tagliaferri (Enoteca Achilli al Parlamento) nel libro a proposito dei ricordi delle degustazioni passate e dell’evoluzione

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