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Cuvée de Prestige Verticale

Una grande dama di nome e di fatto

Tra le più belle esperienze in assoluto in Champagne, ho un ricordo indelebile e non meno piacevole di una giornata passata, oramai tre anni or sono, insieme a...
di Alberto Lupetti

maison Veuve Clicquot

quadro di Barbe Nicole Ponsardin, meglio nota come madame Clicquot
Barbe Nicole Ponsardin, meglio nota come M.me Clicquot: in suo onore, in occasione del bicentenario della maison, fu lanciata La Grande Dame.

Tra le più belle esperienze in assoluto in Champagne, ho un ricordo indelebile e non meno piacevole di una giornata passata, oramai tre anni or sono, insieme a Federico Angelini al bellissimo Manoir de Verzy, proprietà di Veuve Clicquot nel villaggio omonimo (100% Grand Cru) della parte nord della Montagne de Reims con annesso vigneto.

Un vigneto di Pinot Noir le cui uve entrano stabilmente nell’assemblaggio de La Grande Dame, la cuvée de prestige della maison. Ebbene, il pomeriggio facemmo una sontuosa verticale di questa etichetta d’eccellenza ma criminalmente poco conosciuta/apprezzata dai più (recentemente, ho parlato di questa verticale grande dame – in occasione dell’assaggio della nuova 2004).

vigneto champagne di Pinot Noir di Verzy
Il vigneto di Pinot Noir di Verzy, di proprietà di Veuve Clicquot, visto dal bellissimo giardino del Manoir de Verzy.

Una verticale che partiva sorniona dalla 1998 per crescere esponenzialmente, tra blanc e rosé, fino alla 1979. Purtroppo, di quella verticale non scrissi mai nulla, da un lato perché le riviste con cui collaboravo all’epoca non sembravano interessate (!), dall’altro perché questo sito non era ancora neanche in mens dei. A ogni modo, non ringrazierò mai abbastanza Dominique Demarville e Cyril Brun di quell’esperienza…

Al Manoir di Verzy, nel frattempo, sono stato altre volte, ma quell’esperienza non si è ripetuta nonostante altri assaggi non meno straordinari, finché ecco un’altra visita con l’occasione di accompagnare il Consorzio del Grana Padano e verificare le potenzialità di abbinamento del loro formaggio in diverse stagionature con lo champagne, di cui parlerò in dettaglio prossimamente.

remuage de La Grande Dame fatto a mano
Vista anche la forma della bottiglia, il remuage de La Grande Dame è rigorosamente manuale.
foto dell'enologo Cyril Brun
Devo ringraziare di cuore il bravo e simpatico Cyril Brun, enologo di Veuve Clicquot che si occupa anche della comunicazione, per entrambe le verticali di La Grande Dame.

Con l’occasione, Cyril Brun, l’enologo che lavora a stretto contatto di gomito con lo chef de cave Dominique Demarville (ed è altresì responsabile per la comunicazione “tecnica” nonché sovrintende la vinificazione dei rossi nella cantina di Bouzy), ha proposto una serie di abbinamenti con la sola Grande Dame, nella fattispecie con le annate 1998, 1990, 1989 e 1988.
Ma sono le ultime tre – per quanto oggi la 1998 inizi finalmente a rivelare tutto il suo reale potenziale, come abbiamo anche visto nelle degustazioni della guida “Grandi Champagne 2012” – ad avermi stupito nuovamente e riportato indietro di tre anni, a quella incredibile verticale.
Come allora, è stata soprattutto La Grande Dame 1989 a svettare, una bottiglia che tanto Federico quanto me portiamo spesso a esempio quando si parla di champagne straordinari.

cantina con bottiglie di champagne La Grande Dame in maturazione
Bottiglie di La Grande Dame in maturazione sui lieviti nelle cantine (crayeres) della maison a Reims: vi rimangono tre i 7 i 10 anni.

A ogni modo, 1990, 1989 e 1988 rappresentano un trio d’eccezione, tre vendemmie consecutive eccellenti, anche se la 1989 è un’annata da veri intenditori (ogni champagne di questa vendemmia che assaggio lo trovo puntualmente irresistibile, almeno oggi) che i più, però e bontà loro, dimenticano in quanto offuscata dalle più celebrate 1988 e 1990.
Ecco, allora, questa piccola verticale con le note di degustazione di tre anni fa e quelle di oggi: un interessante parallelismo che non fa che confermare ulteriormente le magnifiche capacità di evoluzione dei grandi champagne.
Anche quando hanno già più di vent’anni sulle spalle…

champagne verticale Veuve Clicquot La Grande Dame 1990 1989 1988
Il trio delle meraviglie: 1990, 1989 e 1988, con tutta probabilità le migliori Grande Dame di sempre.

 

La Grande Dame

1990
61% Pinot Noir, 39% Chardonnay; dosage 9 g/l, dég. gen. 02

(2009) Naso burroso, con note di nocciola e un tocco di spezie. Dà una singolare sensazione di oleosità, ma anche di freschezza, su dolcezze di frutto e soprattutto di crema. E la cremosità segna l’attacco in bocca, a fronte di una punta di maturità comunque corretta. Il vino sembra insistere un po’ a centro bocca, con una chiusura fruttato/minerale di buona intensità. Ottimo champagne, in gran forma, ma per certi versi scontato, nel senso che si vorrebbe più coinvolgimento, più pathos…
Voto: 92/100

(2012) Pur confermando la sua maturità olfattiva, il vino tira fuori oggi tutto il suo fascino, con una trama sempre dolce di frutto ma ora impreziosita da un fondo di erbe aromatiche. La bocca si è fatta più piena, opulenta, quasi materica, al fianco di un’acidità perfettamente integrata che la rende non solo fresca ma anche tesa, vivace, intensa nel seguire idealmente il naso. Finale molto, molto lungo a sfumare sulla mineralità. Tre anni hanno giovato a questa bottiglia, ora certamente coinvolgente…
Voto: 94/100

etichetta champagne la grande dame 1989
L’annata attualmente più affascinante è a mio avviso la 1989, figlia di un’annata molto particolare da troppi trascurata a favore delle più osannate 1990 e 1988.

1989
60% Pinot Noir, 40% Chardonnay; dosage 9 g/l, dég. mag. 00

(2009) Olfatto freschissimo e di spiccata mineralità pietrosa su sinuose nuances dolci. Vino equilibratissimo ed elegantissimo, in altre parole molto fine ma senza mancare di ricchezza. Ha, altresì, spunti di torrefazione e di frutta matura. Bocca fresca, minerale e dolce di frutto, in sequenza ma bene integrati tra loro, ovvero in lineare e ideale continuità. Tanto da farsi cremosissima e profonda, con un finale non semplicemente fresco, ma gustosamente travolgente. Buonissimo, è “lo champagne”.
Voto: 97/100

(2012) Naso freschissimo, polposo ma teso, elegante ma intenso, in altre parole affascinante. È ricco, giocato sulle spezie, poi sul frutto appena dolce, ovvero esotico, infine sulla mineralità, con lievi note di torrefazione a fare da legante. Bocca compatta, piena di energia, perfettamente simmetrica con l’olfatto e con uno sviluppo travolgente per cremosità e freschezza. Si conferma la migliore Grande Dame, oggi probabilmente al suo picco.
Voto: 98/100

bottiglie di champagne La Grande Dame 1988
Eccola, La Grande Dame 1988, champagne eccezionale che tra qualche anno mostrerà appieno e finalmente tutta la grandezza.

1988
62% Pinot Noir, 38% Chardonnay; dosage 9 g/l, dég. apr. 98

(2009) Naso di incredibile freschezza a esprimere una densa cremosità, tostature e un tocco fumè. Frutto rotondo e levigato, bellissimo. Bocca ancora molto fresca ma, a differenza di quanto riscontrato all’olfatto, con una più coinvolgente espressione fruttata e una maggiore tensione a scapito dello spessore, della morbidezza. È, pertanto, un vino succoso e pieno di energia, che non dimostra affatto i 2 anni e, anzi, sembra chiedere ancora qualche anno prima di potersi esprimere al meglio, pur risultando oggi piacevolissimo. Finale ampio e lungo di bella fusione tra frutto e mineralità.
Voto: 96/100

(2012) Naso brillante, vivace, freschissimo, addirittura croccante di frutto e giocato su una maturità di fondo che tende quasi a celarsi dietro a note tostate e di torrefazione. È un vino complesso e profondo che dà la netta sensazione di non volersi ancora rivelare appieno. Assaggio incredibilmente fresco, pieno, succoso, integro, avvolgente nella croccante fruttosità e nell’asciutta mineralità, che lo accompagna in un finale di straordinaria persistenza. È un vino talmente fresco e pieno di energia che oggi è quasi un crimine berlo… Sono d’accordo con Cyril: tra qualche anno scalzerà la 1989 dal gradino più alto del podio, ma tra qualche anno.
Voto: 97/100

Gli champagne Veuve Clicquot sono distribuiti in esclusiva da:
Moët Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

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8 risposte a “Una grande dama di nome e di fatto”

  1. Ho due bottiglie di Grande Dame Veuve Clicquot, una del 1989 l’altra del 1990, conservate nella loro scatola ma non tenute in cantina. Potrebbero essere ancora buone ?

    • Potrebbero? Se non hanno avuto problemi di conservazione saranno non buone ma eccellenti! Parliamo, infatti, di due tra le più belle annate in assoluto di questo grandissimo champagne.
      Se le goda…

    • Per quanto uno champagne eccellente e di una grandissima annata, purtroppo La Grande Dame non riesce a spuntare i prezzi che invece meriterebbe. Comunque, se perfettamente conservata, la bottiglia potrebbe valere oggi tra i 260 e i 300 euro.

  2. Buonasera ho una lgd 1993. Dove posso trovare una descrizione? Che mi può dire a proposito della annata? Grazie
    Cordialmente.
    Lorenzo Cappellini

    • In effetti non l’ho mai necessità. Rimedierò…
      Buona annata, variabile da produttore a produttore. In questo caso potrebbe rivelarsi molto buona. Ma dipende dalla conservazione…
      Io stapperei!

  3. Salve, ho trovato in casa di mia madre una bottiglia di Grand Dame 1962. La bottiglia è in ottime condizioni; ha riposato coricata in un luogo buio, ad una temperatura che mediamente stimo non abbia superato i 20 gradi, e non sia scesa al di sotto dei 15. Mi chiedevo quanto potrebbe valere.

    • Accidenti, ha un piccolo tesoro! Si tratta della prima annata di LGD, prodotta in solo 6.000 bottiglie… La temperatura di conservazione è un po’ alta, ma il valore storico è senza dubbio elevato se ottimamente conservata come dice. Infatti, il valore è superiore agli 800 euro, ma sappia che la stessa Maison sta cercando queste bottiglie, quindi potrebbe essere interessata all’acquisto, qualora voglia venderla.

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