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Degustazioni

Krug Grande Cuvée: facciamo il punto

Chi leggerà il mio libro di imminente uscita ‘Krug, la mia passione’, avrà modo di capire perché la Krug Grande Cuvée è tanto importante per la maison di...
di Alberto Lupetti

Krug Grande Cuvée

Chi leggerà il mio libro di imminente uscita ‘Krug, la mia passione’, avrà modo di capire perché la Krug Grande Cuvée è tanto importante per la maison di Reims, oltre a scoprirne la genesi e i dettagli tecnici. Tuttavia, proprio durante la scrittura del suddetto libro, mi sono definitivamente convinto del fatto che Krug Grande Cuvée è effettivamente Krug: ne rappresenta l’essenza, ne sintetizza lo stile, ne racconta la personalità. Oltre a essere un autentico vino di piacere. O meglio, come diceva lo stesso Joseph Krug, “l’espressione più generosa di champagne”.

La storia di questo champagne, il come ha raccolto l’eredita della Cuvée N°1 prima e della Private Cuvée a seguire, la troverete ovviamente nel libro (tutto il Capitolo X è dedicato alla Krug Grande Cuvée, ma in realtà se ne parla in un po’ tutto il volume), invece in questa sede vorrei raccontare la degustazione di quattro Krug Grande Cuvée assaggiate in maison lo scorso maggio, al termine di uno dei tanti incontri di approfondimento tecnico e storico avuti durante l’anno con Olivier Krug ed Eric Lebel.

Eric Lebel
Eric Lebel, chef de cave di Krug dal 1998 al 2020, mostra giustamente orgoglioso la Krug Grande Cuvée 170ème Édition.

Eric aveva preparato quattro Krug Grande Cuvée a suo avviso emblematiche, iniziando da quella attualmente sul mercato per andare a terminare trionfalmente con l’ultima (intesa come vendemmia base) del XX secolo. Vediamo!

170ème Édition

58% Pinot Noir, 38% Chardonnay, 11% Meunier

195 vini di 12 annate, dalla 2014 alla 1998, 45% riserve, dég. II trim. 2021

Krug ID 221034 – Olfatto evidentemente ‘da Krug’, tra tostature e note di brioche. È netto, pulito, teso, generoso senza eccessi. Bocca succosa, tesissima, energica, con una spinta acida sorprendente ma mai travolgente. È sottile, o meglio, sembra tale, perché poi non finisce più… Non credo che sia una delle Grande Cuvée più longeve, ma al momento è di una goduria travolgente. Magnifica.
Voto: 97(98)/100

Ecco, quando si dice che la Krug Grande Cuvée è uno champagne di piacere, basta un sorso di 170ème per rendersene subito conto! Faccio dunque i complimenti a Eric Lebel, ma lui si schernisce controbattendo che si tratta di un lavoro di équipe. Però ringrazia, soddisfatto. D’altronde, per quanto ci sia una fortissima componente di vins de réserve, quasi nessuno era riuscito a tirar fuori tanto dall’annata 2014. E, lavoro d’équipe a parte, alla fine l’ultima parola sull’assemblaggio la ebbe Eric all’epoca perché era ancora chef de cave… Curioso scoprire che questa 170ème è la Krug Grande Cuvée con la più bassa quota di Meunier di sempre. Ed è anche la prima a impiegare vins de réserve conservati soltanto nei moduli a doppio stadio. Quindi, niente più cuve Alfa-Laval…

A seguire, salto di tre Éditions per approdare alla…

167ème Édition

47% Pinot Noir, 36% Chardonnay, 17% Meunier

191 vini di 13 annate, dalla 2011 alla 1995, 42% riserve, dég. III trim. 2018

Krug ID 318034 – Champagne complesso e tonico, solido e identitario. L’olfatto è profondo e fine, più fumé che tostato. Assaggio cremoso e fresco, ricco e vivace. Emerge un tocco tropicale sull’anima comunque agrumata, finanche un tocco di miele, proprio un tocco. Progressione più in ampiezza che in lunghezza, ma alla fine la generosità della gustativa conquista. Finale di delicata, ma lunghissima persistenza. Una vera goduria!
Voto: 99(99)/100

Se ho detto più volte che per me la 166ème Édition è stata la Krug Grande Cuvée della conferma della ‘nouvelle vague’ intuita a partire dalla 163ème Édition, bisogna anche ricordare che è stata la prima ad aver beneficiato di un lavoro che ha portato a sintetizzare l’evoluzione della climatologia e lo studio approfondito di ogni parcella. Ebbene, la 167ème Édition ha aggiunto ancora un tassello in più a tutto questo, dovuto alla ‘libreria’ dei vins de réserve finalmente a pieno regime, come dimostra il numero pazzesco di vini impiegati nell’assemblaggio e che, da questo momento in poi, diventerà la norma per Krug. Poi, infatti, sono arrivate la 168ème Édition (la migliore di sempre al momento), la 169ème Édition (all’inizio un po’ introversa, quindi non è stata capita, ma datele tempo…) e la appena vista 170ème Édition. La 166ème fa parte di un terzetto pazzesco che ha impresso una svolta al futuro di questo grande champagne e chi ha ancora dubbi nel confronto con le Krug Grande Cuvée del secolo scorso… beh, lasci qualche anno post dégorgement a queste della nouvelle vague!

quattro ‘Edizioni’ della Krug Grande Cuvée
Sebbene con sole quattro ‘Edizioni’, questa degustazione mi ha permesso di rivivere l’evoluzione della Krug Grande Cuvée nel corso della prima parte del XXI secolo.

Andiamo ancora indietro, stavolta di altre due Éditions per approdare una Krug Grande Cuvée mitica. O mitizzata?

164ème Édition

48% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 17% Meunier

127 vini di 11 annate, dalla 2008 alla 1990, 32% riserve, dég. III trim. 2016

Krug ID 316030 – Ti aspetti una bomba per via dell’annata, invece il naso appare timido, quasi delicato, riservato, poco espressivo. Il calice denota agrumi e mineralità, oltre a un tocco di brioche. Ben più consone alle aspettative la bocca, con un’acidità travolgente che, unita a una forte componente agrumata, dona certamente tanta sapidità alla gustativa, ma, alla fine, anche austerità all’articolazione. Forse sarà una Krug Grande Cuvée eterna, ma ora non riesce a mettere in campo quell’espressività che ci si aspetta. In compenso, ha tonicità e un’infinita persistenza agrumata, non gialla ma rossa, che viene dai Pinot della Montagne. Insomma, per concludere, si nasconde, direi, come sempre più 2008 al momento… Dopo un debutto travolgente. Ed è questo che dà da pensare.
Voto: 96(98)/100

Nel libro parlo tanto di questa Krug Grande Cuvée insieme a due grandi appassionati ed emergono diverse perplessità. Invero anche stavolta: ottimo champagne – ci mancherebbe! – ma non salti dalla sedia come invece ti aspetteresti. Secondo Eric, la ricchezza dell’annata non ha richiesto un massiccio impiego di riserve, piuttosto ha semplicemente chiesto di essere “accompagnata” da questi; ciò nonostante, con la massima onestà, riconosce l’espressione chiusa di questa Krug Grande Cuvée al momento. Va dimenticata in cantina, ma non sono affatto sicuro che ci scommetterei come con la 168ème

E andiamo a concludere con l’ultima vendemmia del ‘900, che ci ha regalato una Krug Grande Cuvée particolare per diversi motivi…

155ème Édition

44% Pinot Noir, 35% Chardonnay, 21% Meunier

87 vini di 6 annate, dalla 1999 alla 1993, 30% riserve, dég. 2010

Olfatto raffinato, nobile, denso ma snello. Ha note di torrefazione e pasticceria al burro. Nel complesso risulta più ricco che intenso e, in profondità, si riconosce anche l’agrume candito. Bocca cremosa e incredibilmente fresca, nettamente legata all’agrume candito. È uno champagne sofisticato, affascinante, ma… Krug di ieri. Olivier ha ragione: Krug oggi è cambiata ed è cambiata in meglio! Stupisce il suo essere un concentrato di freschezza, ma non si ‘allarga’. Nel senso che ha più intensità d’espressione che lunghezza.
Voto: 95(95)/100

L’unica Krug Grande Cuvée di questa degustazione con un dégorgement tardivo, del 2010 (l’originale fu del 2006). Fa parte di un lotto di diverse Krug Grande Cuvée fatte recuperare da Maggie in cantina per dimostrare la ‘diversità’ una dell’altra in base all’annata: da lì sarebbero via via nati il Krug iD e l’Édition (lo spiego dettagliatamente nel libro). Da cui la scritta Anecdote in controetichetta. La 1999 fu la seconda vendemmia di Eric, ma fu anche la prima vendemmia per Krug in LVMH. Eric Lebel mi rivela che scelse delle riserve caratterizzate da una tensione particolare, mentre dei vini fa parte lo Chardonnay del ‘Clos du Mesnil’, il cui 1999, come sappiamo, non è mai uscito… Come successo con altri champagne dell’annata, anche questa Krug Grande Cuvée ricorda che, con il tempo, la 1999 si rivela sempre più una bella annata. Appunto…

controetichetta della 155ème Édition Krug
Nella controetichetta della 155ème Édition ‘dégorgement tardif’ figura la dicitura ‘Anecdote’, voluta da Maggie per sottolineare il fatto che ogni Krug Grande Cuvée racconta una storia…

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moet-Hennessy Italia – tel. 02/671411 – www.moethennessy.it

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18 risposte a “Krug Grande Cuvée: facciamo il punto”

  1. Una domanda sulle bottiglie di Krug; ho notato che una bottiglia di millesimato acquistata in un ristorante non ha la controetichetta, è normale così o sono stato messo di mezzo? 🙂
    Avendo assaggiato di recente la 170ème, sono rimasto sorpreso da quanto fosse pronta oltre che ovviamente buonissima..

    • Strano. Davvero strano. Voglio sperare che si sia staccata… Di quale annata parliamo?

      È la caratteristica della 170ème: non sarà da lunghissimo invecchiamento, ma è subito buonissima!

      • Parliamo della 2008 e guardando attentamente la bottiglia pare proprio non sia mai stata applicata, anche perchè se fosse stata rimossa qualche traccia anche minima si dovrebbe intravedere

        • Incredibile. Io la restituirei e pretenderei il cambio o il rimborso. Non voglio gridare al falso, ma visto il fenomeno speculativo che si sta creando attorno a certe bottiglie di 2008 (tra le quali Krug), meglio stare tranquilli!

  2. Buongiorno Alberto ,complimenti per l articolo e della degustazione mi ritengo fortunato possessore di 3 btg di Gran Cuvée 155 edition con dégorgement 2006 ne aprirò una a Natale e le saprò dire ma sono convinto che sarà sublime Buon Natale a lei e al suo staff

  3. Buongiorno, mi scuso per l’invasione di campo, chiedo un suo autorevole parere: ho in frigo ( 4° – 1°) da 7/8 anni un V.Cliquot Brut base.
    E’ possibile che all’apertura della bt. abbia sorprese. non del tutto gradevoli?
    Grazie e auguri di Buone Feste

    • Potrebbe essersi seccato il tappo… che è il problema delle lunghe conservazioni in frigo.
      Si tolga la curiosità: stappi!
      E mi faccia sapere…

      • E’ l’ultimo dei problemi cui pensavo, trattandosi di un ambiente umido, anche se è vero che la bt verticale impedisce al liquido di venire a contatto col sughero….
        Avrei quantomeno dovuto conservarla orizzontale, come tutto il vino comanda….

          • Buongiorno, beh…..devo dire – oltre ogni più rosea previsione: tappo stretto e rigido com’era logico, ma perfetto al naso, anzi bagnato e profumato del vino.
            Bollicina normale, anzi perlage proseguito fino alla fine.
            Infine il vino: colore oro. giusta acidità (temevo per quella, che secondo me è la prova del nove), sapore tra il caramello e il frutto giallo maturo..
            Insomma, un V.C. solo un pò più maturo del solito, che, va da se’, non mi ha fatto impazzire come tutti i vini base delle grandi maison, troppo dosati ecc.ecc.
            Va detto però che mi è stato riferito(la bt non era mia) che la stessa è stata quasi sempre tenuta coricata.
            Grazie e saluti

  4. Buongiorno Dottor Lupetti, le volevo chiedere un gentile consiglio in merito alla degustazione di un classico brut generico. Sto conservando diverse bottiglie, in adeguate condizioni, per alcuni anni dal degorgement. Personalmente preferisco profumi terziari e una maggiore complessità alla freschezza.. quanti anni dovrei attendere per ottenere il massimo dagli champagne base? 4 anni dal degorgement? Fino a quanti anni posso spingermi in generale? (annate più o meno buone permettendo) grazie mille. Complimenti per le sue opere.. le auguro buon natale

  5. Lanson,piper heidsick,pommery,roederer,philipponat,le brun de neuville,devaux,moet e chandon, charles ellner, soutiran, bollinger, deutz, feuillatte, alfred gratien.. tutti brut base.. la.conservazione massima per questi champagne in condizioni ideali grazie per la gentile risposta e buon anno

    • Alcuni di questi, nello specifico Lanson, Bollinger, Alfred Gratien e Roederer possono invecchiare anche per più di dieci anni. È importante, però, che questo invecchiamento sia fato nelle migliori condizioni, quindi buio, bottiglie coricate e 10°C. Gli altri migliorano anch’essi con il tempo, ma non andrei oltre i 5-6 anni…

  6. Buongiorno Alberto e Buon Anno. Mi riallaccio a questo articolo per porle la classica domanda del neofita; ho ricevuto in regalo una bottiglia di Krug 168 e una bottiglia di Krug 166. Considerato che non ho mai bevuto Krug, avrei una mezza idea di aprire subito la 166 e tenere invece in cantina qualche anno la 168. Sbaglio? Lei cosa consiglia? Grazie come sempre.

    • Buon anno!
      Sì, riuscendo a ‘resistere’, la 168ème andrebbe fatta riposare in cantina. Poi anche la 166ème migliorerà con il tempo, ma inizia a essere già molto godibile, quindi…

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