Guy de Forez: ancora centro con la nuova annata
Questo piccolo produttore RM (récoltant-manipulant, quindi colui che produce da sole uve di proprietà) oramai è ben conosciuto su queste pagine. Infatti, non solo ne ho parlato diffusamente qui, ma i suoi champagne sono quasi costantemente apparsi in diversi post dedicati ai consigli.
E pensare che tutto ebbe inizio con una mia visita alla cantina insieme all’importatore italiano… fu una vera sorpresa, anche se poi la consacrazione definitiva è arrivata con gli assaggi della guida “Grandi Champagne 2012”, quando il Rosé di Guy de Forez ha guadagnato un rotondo 90/100 e il millésime 2005 un bel 89/100 (ma oggi mi sento di dire che avrebbe meritato 90/100 se non addirittura un punto in più…).
Insomma, Francis Wenner ci sa proprio fare e dai suoi 12 ettari nel villaggio di Les Riceys tira costantemente fuori tra le 60.000 e le 80.000 bottiglie annue di grande valore, suddivise in quattro etichette, le due summenzionate e due non millesimate, il Brut Tradition (100% Pinot Noir) e l’eccellente Brut Réserve (70% Pinot Noir, 30% Chardonnay).
A questi champagne, poi, si aggiungono circa 4.000 bottiglie di Rosé des Riceys, il vin rouge prodotto solo in questo villaggio oltre al Coteaux Champenoise.
Ricordo che Guy de Forez è un produttore tradizionale, con la vinificazione in tini di acciaio termocondizionati e i vins clairs che non svolgono mai la malolattica.
Per il millesimato, prodotto solo nelle annate ritenute favorevoli, Francis seleziona le uve dei vigneti più vecchi, quelli con almeno 35 anni di età, e sceglie solo i grappoli giunti a maturazione ottimale.
Una curiosità: il nome Guy de Forez Francis l’ha scelto mentre consultava antichi testi nella biblioteca municipale di Troyes. Costui era un Comte de Champagne e fu il primo a raccogliere sotto il nome del villaggio i terreni circostanti lo stesso, sottraendoli quindi alla regione Tronchois.
Ebbene, dopo l’ottimo millesimato 2005 è la volta del 2006 che, per la cronaca, è già stato protagonista di un appuntamento del Club Champagne.
Brut 2006
100% Pinot Noir
Naso spesso, non solo banalmente fruttato, ma correttamente dolce di miele e soprattutto minerale.
La bocca è immediatamente piena e vivace, molto coerente con il naso nonché arricchita da note di erbe aromatiche e slanciata da un’acidità importante, ma mai spigolosa, complice anche la gradevole vena acidula tipica dei Pinot Noir di razza. Lungo e ampio finale di un frutto non troppo maturo che potrei identificare nella susina.
Buono, anzi ottimo, e soprattutto bevibilissimo.
Voto: 88/100
In estrema sintesi posso dire che si tratta di uno champagne gustoso e persistente, quindi di un’altra ottima prova di questo produttore. Certamente, in questo momento sembra pagare un po’ l’annata non proprio delle migliori, ma Francis l’ha ben gestita in vigna, almeno per quanto riguarda l’aspetto più critico dell’acidità, qui invece molto ben presente e fusa con la materia.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino non potremo che vederne delle belle tra qualche altro mese di affinamento in cantina. Santé!
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