Champagne Mumm: ancora tu con la Lalou…
Fa quasi rima, ma anche lo scorso anno abbiamo rispettato quella che è nel frattempo diventata una piacevolissima tradizione ogni fine d’anno: la degustazione con Didier Mariotti, chef de cave di Mumm, e il successivo pranzo insieme per celebrare le feste di fine anno. Il tutto, come sempre, abilmente organizzato da Laura Sileo, Brand homes & education director di Martell, Mumm e Perrier-Jouët. Con me, come nel 2015, tre grandi amici: Federico Angelini, colonna portante di Grandi Champagne, Amedeo Pasquino, Delegato AIS Lecce, e Pascal Tinari, sommelier in quel fantastico ristorante (di famiglia) che risponde al nome di Villa Maiella. L’appuntamento è per la mattina del 5 dicembre 2016 alla maison e non sapevamo quello che avremmo assaggiato. Sorpresa a cura di Didier, che sceglie, a distanza di tre anni, di riproporci una verticale di René Lalou, la cuvée de prestige di Mumm (correva l’anno 2013). Stavolta, però, non si tratta solo della René Lalou, ma anche di alcune anteprime e un inedito dello champagne R.Lalou, mentre va detto che tutte le bottiglie per la degustazione erano state degorgiate lo stesso giorno, il 21 novembre 2016, e non erano state dosate, quindi erano… nature.
Degustazione R.Lalou e René Lalou
50% Pinot Noir, 50% Chardonnay
2008
La R.Lalou del futuro, ma anche la R.Lalou figlia di un’annata eccezionale, oggi, ovviamente, ancora in piena maturazione sui lieviti… A ogni modo, ha un bellissimo naso, ricco e ovviamente freschissimo, con tanti agrumi e note di nocciola, di biscotto, oltre a un fondo minerale. Bocca tesissima, energica, quasi tutta giocata sulla mineralità, almeno in questo momento. È, ovviamente, molto chiuso, nonché in una fase ancora riduttiva, ma ha un potenziale di ricchezza e complessità enorme. È una palla di plutonio. Mariotti rivela che uscirà tra non meno di 5 anni. Ma credo proprio che sarà la miglior Lalou della nuova serie…
Voto: 96/100
2006
Naso invitante, rotondo, fruttato, dolce di panettone, arricchito dall’immancabile mineralità. Ha tanta materia nella quale il Pinot Noir inizia a dire la sua. Infatti, la bocca ripropone questa rotondità, questa sensazione di materia levigata, morbida ma non molle, con una chiusura in questo momento a sfumare sull’amaricante degli agrumi. Denota una leggerezza e una bevibilità inusuali tanto per una cuvée de prestige, quanto per uno champagne di un’annata calda, e proprio questo aspetto può essere la sua chiave di volta. Un grande champagne veramente per tutti. Sono curioso di riassaggiarlo in Grandi Champagne 2018-19 in versione ‘definitiva’.
Voto: 93/100
2002
Approccio olfattivo insolitamente (per l’annata…) fresco e teso, con una leggera, giusta evoluzione sul frutto, oltre a finissime note di frutta secca. Dà la sensazione, apparentemente antitetica, di essere ‘caldo’, solare, ma fresco allo stesso tempo. E ha senza dubbio complessità. La bocca è un po’ rigida, limitata nell’articolazione. Molto meglio la versione ‘definitiva’, quindi la dosata, più rotonda, armonica, lineare e addirittura più brillante (95/100 in Grandi Champagne 2016-17), riassaggiata a seguire. Uno champagne gourmand (il dosato), uno champagne in fase dormiente quello appositamente degorgiato per questa verticale.
Voto: 93/100
1996
La prima R.Lalou prodotta, ma mai commercializzata, si propone con un naso incredibilmente maturo che fa sembrare il vino molto più vecchio di quello che è. Gioca su note di fungo e fumé, soprattutto, sembra avere il ‘problema’ di molti 1996: i quasi 11° alcolici potenziali hanno portato all’ossidazione… Tutto ciò, però e sorprendentemente, non si trova in bocca, che ha ovviamente un’acidità dominante, ma non predominante, per svilupparsi agrumata e minerale, tesa e dritta, pulita, con una certa tendenza ad asciugare sul finale, credo da imputare all’assenza di dosaggio. Alla fine, è molto meglio la bocca del naso, ma è uno champagne strano… Beh, posso dire che hanno fatto bene a non farlo mai uscire.
Voto: 88/100
1989
L’ultima René Lalou prodotta, quindi l’ultima della prima serie, anche se mai commercializzata. Si propone con un naso denso ma elegante, disegnato da fini dolcezze di frutto, quasi in confettura, poi ecco la mirabelle e la cotogna, il miele di corbezzolo, gli agrumi canditi, quindi, con l’evoluzione, pure note di mou e di caffè. Il tutto, però, appare ben equilibrato, armonico, fuso. Bocca succosa e minerale, addirittura meno ‘matura’ del naso, articolandosi con ricchezza gustativa e un carattere che definirei gourmand. Alla fine, uno champagne di grandi equilibrio ed eleganza.
Voto: 94/100
1985
L’ultima René Lalou immessa sul mercato, figlia, come sappiamo, di un’annata gelida e dalla bassissima resa. Ma Mariotti ricorda che “per fare grandi vini la vigna deve soffrire”. Appunto… Perché il primo naso sembra quasi carente di espressività tanto è dominato dalla freschezza, della tensione, ma via via emergono agrumi, mineralità e un tocco grasso di nocciola, oltre a spunti floreali. E una grande eleganza. Ma, lo ripeto, è la freschezza a stupire. La bocca è ancora incredibilmente fresca, nuovamente agrumata e minerale. Forse meno facile, o meglio, immediata della 1989, ma sfodera una distensione, un’eleganza, ancora una vibrante freschezza semplicemente pazzeschi. Va bene, forse tende un po’ a ‘chiudere’ sul finale per via dell’assenza di dosaggio, ma… ad averne di queste bottiglie! Beh, assaggiata in queste condizioni, è notevolmente superiore a quella ‘originale’ degustata qualche anno fa.
Voto: 96/100
1979
Bellissimo naso, attraente nella sua ricchezza, con note di sottobosco a esaltare la sensazione di freschezza, oltre a un bel frutto che riporta alla prugna matura. Bocca incredibile per facilità e piacevolezza di beva: è fresca, integra e integrata, levigata, veramente ricca, ma talmente ben bilanciata dall’acidità da risultare ‘facile’. E con un 1979 mica è una cosa così scontata… Champagne in forma eccezionale. Stupefacente! Soprattutto, anche in questo caso, se comparato a quello ‘originale’ della precedente verticale.
Voto: 95/100
1973
Naso più evoluto del precedente, imperniato sulla frutta secca e il miele, troppo, pertanto poco espressivo, per non dire chiuso. L’aspetto meno convincente, però, sono le note di muffa sempre più evidenti: essendo all’epoca bouchon liège, può darsi che il tappo abbia in parte compromesso la bottiglia già all’origine. Bocca quasi arroccata sull’acidità, che domina la gustativa e la rende poco espressiva. Insomma, il tappo, non inteso come bouchonnée ma come cedimenti di aromi sgradevoli, alla fine ne ha compromesso l’assaggio. Peccato.
S.V.
1969
Approccio olfattivo raffinato, intrigante. D’altronde, siamo di fronte a una grande annata per un grande champagne. È fitto e fresco, animato da note di frutta secca e agrumi confit, mineralità e pane grigliato. Bocca vibrante, in crescendo: parte sulla freschezza, poi riporta agli agrumi e alla mineralità, quindi si fa tesa, distendendosi con succosità. Può sembrare manchi qualcosa sul finale, in realtà ha una tale energia perfettamente integrata da risultare equilibratissima, quindi la chiusura va quasi a sfumare, ma senza finire mai… Notevole. Come detto, la grandissima annata si sente.
Voto: 97/100
1966
Di fatto, si tratta della seconda annata di René Lalou prodotta, perché in realtà la prima fu la 1964, ma fu poi questa 1966 la prima a essere commercializzata. È una bottiglia singolare, perché si presenta con un naso piuttosto evoluto e serrato, pervaso da una certa affumicatura. E così si rivela anche la bocca, che finisce per perdersi… Stavolta, rispetto alla versione ‘originale’ della precedente verticale, le parti si sono invertite: quella era notevole, questa decisamente no. Succede.
Voto: 87/100
Alla fine, però, va detta una cosa, sulla quale ci siamo trovati tutti d’accordo, compreso lo chef de cave: gli champagne Mumm hanno bisogno del dosaggio. Per carità, abbiamo assaggiato alcune bottiglie eccezionali, ma la 1985 e soprattutto la 2002 sono emblematiche in tal senso. Per buona pace dei fan dei pas dosé a tutti i costi…
Comunque, bellissima degustazione, grazie Didier e grazie Laura, e già questa sarebbe ampiamente bastata (!!) a uscire più che appagati dalla sala di degustazione della Mumm, ma Didier Mariotti si alza e torna con quattro bottiglie. Inizia a versarle e ci dice che le spiegherà successivamente. Le assaggiamo e… accidenti che begli champagne! Due sono un po’ legnosi, è vero, ma sono tutti soprattutto brillanti, ricchi, gustosi, vinosi e champagne allo stesso tempo. Molto buoni. Allora Didier ci rivela che sono dei prototipi del prossimo Brut Sélection, sul quale sta lavorando sul fronte del legno, tra barrique nuove e usate. Beh, in effetti questo champagne era quello più debole, no, meglio, quello meglio incisivo della gamma, nonostante fosse l’erede del precedente Grand Cru, quindi fa piacere vedere come ci sia il desiderio di farlo crescere. Non poco. Staremo a vedere…
Gli champagne Mumm sono distribuiti in esclusiva da:
Pernod-Ricard Italia – tel. 02/205671 – www.pernod-ricard-italia.com
Salve sig Lupetti
Vorrei iniziare con i complimenti per il suo sito e per la sua passione per lo champagne.
Non ho trovato nessun articolo riguardo Emmanuel brochet, il motivo e’ perché non le piace o non lo ha mai provato?
Sono un grande appassionato di questo vino e volevo sapere cosa ne pensava.
Grazie
Ps: quando vuole organizzare un corso a NYC non esiti a contattarmi, ci sono piu’ champagnisti qua di quello che pensa!
Grazie
Accidenti, organizzare a NYC? Sarebbe un’esperienza a dir poco splendida! mai dire mai, magari in chiave 2018…
Che gli USA siano un mercato molto importante per lo champagne lo sapevo: non a caso, a brevissimo l’app Top Champagne uscirà come aggiornamento non solo con molte più etichette (400 totali), ma anche con la langue inglese.
Bene, ciò detto, Brochet non lo assaggio da anni, ma se non lo ricordo così bene vuol dire che non mi colpì. Opinione personale, per carità, non sono il depositario della verità assoluta, quindi se le piace… evviva! Però, devo approfondire.
Buongiorno Alberto,
sono curioso di conoscere la sua opinione sulla versione definitiva della lalou 2008. Per caso le è capitato di asseggiarla di recente (ne ho acquistate un paio e sono curioso)?
Grazie infinite.
Un caro saluto
L’ho assaggiata in anteprima e c’è l’articolo su questo stesso sito, proprio qui. Sembra la migliore finora e non credo in clamorose smentite, tuttavia devo riassaggiarla in versione ‘definitiva’…
Grazie molte, come sempre.
Allora ci tenga aggiornati è uscita senza clamore e si trova ancora in giro a prezzi ben più contenuti rispetto a molte sue “colleghe” per blasone e qualità della materie prime.
Un caro saluto