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Cuvée de Prestige

Krug cala l’asso: Collection 1990!

Muovevo i primi passi nel meraviglioso mondo dello champagne quando mi imbattei per la prima volta nel Krug 1990. Nonostante la limitata esperienza dell’epoca, fu amore a prima...
di Alberto Lupetti

Krug collection 1990

Muovevo i primi passi nel meraviglioso mondo dello champagne quando mi imbattei per la prima volta nel Krug 1990. Nonostante la limitata esperienza dell’epoca, fu amore a prima vista e, da allora, ogni incontro con questo champagne magnifico è sempre stato foriero di soddisfazioni, piacere, esaltazione. Gli ho tributato 99/100, punteggio stratosferico, giusto un gradino sotto la perfezione, toccata invece dal Krug 1988 e dal Krug Collection 1985 in magnum. Ecco, il Collection… Dopo diversi anni di presenza sul mercato del Collection 1989, ci si aspettava, ci aspettavamo il Collection 1988, invece… sorpresa: arriva sul finire dello scorso anno il Krug Collection 1990. Per l’88 bisogna aspettare ancora, dice lo chef de cave Eric Lebel: beh, ce ne faremo una ragione!

Cantina Krug
La Vinothèque di Krug: è qui che vengono selezionate le bottiglie che rinasceranno sul mercato come Collection.

Prima di andarlo a scoprire da vicino, però, facciamo un po’ di chiarezza su cosa significa Collection per Krug. Innanzitutto è la seconda rivelazione nel tempo del millesimato di Krug, erede di quella Cuvée N°2 messa a punto a suo tempo da Joseph Krug. Bene, è dunque un dégorgement tardif? Oggi sì, in passato non sempre. L’idea del Collection fu di Rémi Krug, che decise di proporre agli appassionati di Krug alcune bottiglie fino a quel momento rimaste nelle cantine della maison a rue Coquebert. Bottiglie di varie annate, alcune ancora sur lattes, altre sur pointe, altre degorgiate ma non ancora etichettate. Ecco perché in passato Olivier Krug, a chi gli chiedeva se il Collection fosse un late disgorging rispondeva sornione “a volte sì, a volte no! Chissà?”. Anni addietro, Krug era ancora una maison al limite dell’artigianale, nel bene e nel male, pertanto le bottiglie potevano trovarsi in cantina in diversi stadi della loro vita, nonché rimanere quasi dimenticate in attesa dell’etichettatura.

Rémi Krug
Krug Collection è un’idea del mitico (soprattutto per noi italiani…) Rémi Krug. L’etichetta era originalmente bianca, poi è passata al più classico marrone.

E, apro una parentesi, nell’infinita ‘contesa’ tra il sottoscritto e Olivier sulla Grande Cuvée ieri e oggi… Secondo il figlio del grande Henri questa gestione del passato giustificherebbe la mia predilezione per le bottiglie di qualche anno fa: semplicemente, invecchiavano più a lungo prima di arrivare sul mercato. Per questo, dunque, secondo Olivier, sarebbero apparse ‘più buone’ rispetto alle attuali, proprio perché più mature. Può essere, ma giustifica solo parte le differenze che continuo a trovare. Ne riparleremo!

Tornando al Collection, da quanto appena visto, ecco, appunto, l’idea di Rémi: selezionare in cantina qualche migliaio di bottiglie di annate particolarmente significative (già degorgiate o da degorgiare, come detto…), etichettarle con un habillage inedito (in passato bianco, ora marrone come il Vintage) e proporle agli appassionati. Finora, come Collection, sono ‘tornati’ i seguenti millesimati: 1928, 1934, 1947, 1949, 1953, 1959, 1961, 1964, 1966, 1969, 1971, 1973, 1976, 1979, 1981, 1982, 1985 e 1989. La tiratura di ciascuna annata di Collection era pari a 4.000 bottiglie numerate singolarmente e accompagnate da un certificato compilato a mano, vendute in ordine decrescente, ora siamo saliti a oltre 5.000. Di più, sì, ma ancora troppo poche…

Bottiglia Krug numerata 5169
Tutte le bottiglie di Krug Collection sono numerate singolarmente.

Krug Collection 1990

Krug Collection 1990

40% Pinot Noir, 37% Chardonnay, 21% Meunier
ID 215026, bott. n. 5169 – Invitante e seducente già semplicemente osservando il calice, questo Krug mitico ostenta all’olfatto innanzitutto una freschezza incredibile, spiazzante, quasi inusuale per un 1990, certamente inusuale per un 1990 oggi! E poi ecco una profondità impressionante e un potenziale aromatico sensazionale: cera d’api, nocciola, tutta la parte natalizia delle spezie, il torrone, lo zenzero, gli agrumi canditi, la pasticceria più sontuosa. Un minimo di (non facile…) attesa nel calice ne alimenta le sfumature, che si dischiudono su note di sottobosco, fungo, tartufo, legni pregiati e la chiusura, ricamata da un’ossidazione sorprendentemente calibrata, impone suadenti note di tabacco. La bocca? Beh, diciamo subito che risulta essere meno penetrante, meno travolgentemente coinvolgente per via della spiccata freschezza e del suo essere fin troppo precisa. Possiede una leggerezza e una linearità che solitamente non si riscontrano in quest’annata, portatrice di vini più opulenti, materici… Insomma, mancano, o meglio, in questa fase ancora latitano quella ricchezza, quell’ostentazione e quella ‘sfacciataggine’ che ti aspetteresti da un Krug di questo calibro. Che, per carità, è assolutamente fresco, lineare, bilanciato, vibrante, equilibrato, succoso e infiltrante nella progressione, dalla carbonica affusolata e puntiforme. Si rifà, se ci si passa il termine, nel finale, salato, ricco di dettagli in persistenza, confermandosi uno champagne di un’eleganza e una classe inimitabili. Il ‘problema’ è che è giovane… Sì, svegliato da questo suo lungo sonno, ha bisogno di cantina, allora potrà eguagliare – e forse anche battere – il genitore dal quale è nato, tuttora indimenticabile.
Voto: 97/100

(ha collaborato alla degustazione Vania Valentini)

Credo che molti si aspettassero un punteggio ancora più alto, quantomeno uguale a quello del Krug 1990 ‘originale’, vero? Beh, vale anche per me! Con Vania ci siamo accostati a questa bottiglia pieni di aspettative, perché si tratta di un Krug, perché si tratta di un Krug figlio di un’annata eccezionale, perché ben ricordavamo che razza di champagne fosse il Vintage 1990, perché sappiamo benissimo che Collection è la massima espressione di Krug, almeno per noi. Superiore ai Clos, superiore allo stesso Vintage da cui deriva. E allora? Allora, in questo momento, nel bicchiere ancora non trovi quel quid che ti fa saltare sulla sedia. Attenzione, c’è, ma non si rivela. Lo avrete capito dalla scheda di degustazione: è uno champagne incredibilmente fresco e allo stato attuale questa freschezza nasconde, cela, maschera quell’opulenza che verrà sì fuori, statene certi, ma tra qualche anno. Non dimentichiamo, infatti, che questo Krug ha passato la bellezza di 24 anni (!) sui lieviti, quindi 3-4 anni sono il minimo sindacale perché possa stabilizzarsi e iniziare a rivelare la sua grandezza. Quindi, essendo stato degorgiato nella primavera del 2017, credo che un altro annetto almeno sia necessario. Poi sì che salteremo sulla sedia…

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moet-Hennessy Italia – tel. 02/671411 – www.moethennessy.it

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19 risposte a “Krug cala l’asso: Collection 1990!”

  1. Salve Alberto,
    Mi fa sempre morire di invidia quando racconta questi gioielli…. dove mi consigliate di acquistare bottiglie come queste? Si può arrivare al distributore anche in forma privata? Se devo convincere mia moglie a sacrificare le vacanze per una bottiglia di champagne, almeno devo essere sicuro che sia in perfette condizioni. Grazie e buon lavoro.

    • Nelle enoteche altamente specializzate, perché non è facile da trovare, oppure su internet, a patto che si tratti di siti “affidabili”.
      Se lo acquista, però, lo tenga almeno un altro anno in cantina…
      Mi faccia sapere

  2. Buonasera Alberto,

    Vorrei gentilmente proporle due a mio avviso interessanti nomi di nicchia. Il primo è Marco Buvoli con “Opificio del pinot nero” di Vicenza, appassionato maniacale di champagne, che produce pinot nero provveniente da cloni francesi da lui selezionati e lo spumantizza in bianco mediante metodo classico con sboccature dopo oltre 10 anni sui lueviti, grandissimo blanc de noir. Il secondo è un vigneron della champagne, Roualet Pere & Fils, che conosco molto bene poiché ho parenti di qualla zona, e di cui ho bevuto esattamente a capodanno, un premier cru brut 95 a mio avviso impressionante. Mi faccia sapere se li ga già sentiti/degustati oppure se avrà la possibilità di confrontarsi anche con loro nella sua grande esperienza.

    • Buongiorno!
      Allora, Roualet non lo conosco, dovrò rimediare…
      Di Buvoli, invece, mi hanno parlato, riparlato e, credo, straparlato. Me lo hanno descritto come il “miglior spumante italiano”, “sembra uno champagne” e così via. Quindi, immagini le mie aspettativa quando Marco Dallabona (ristorante Stella d’Oro) me lo ha fatto assaggiare, declamandolo anche lui come qualcosa di eccezionale. Beh… a mio avviso non ci siamo: vino estremo, lontano da ogni benché minima piacevolezza. Scomposto, ossdidato, veramente poco gradevole da bere.
      Non mi stancherò mai di ripeterlo: il diverso a tutti i costi (o il bio a tutti i costi) non può prevalere sulla piacevolezza. Il vino deve essere prima di tutto piacere.
      IMHO…

      • Grazie Alberto della sua preziosa opinione. È un grande onore potermi confrontare con lei. Per il buvoli condivido l’ ossidazione ma non il fatto di trovarlo “slegato” e per questo sarà mia premura farne una riflessione in merito all’ apertura della prossima bottiglia che custodisco in cantina. Mi permetta un ultima segnalazione su un Trentodoc che ritengo molto interessante: Methius dell’ azienda Dorigati. Se ha avuto l’ occasione di sentirlo e di assaggiatlo mi piacerebbe conoscere la sua opinione a riguardo.
        Corfiali saluti.

        • Appena torno a Soragna mi riprometto di riassaggiarlo con Marco Dallabona e Vania Valentini, nel frattempo lo riassaggerà anche lei. E ci confronteremo nuovamente… Con piacere.

  3. Concordo sicuramente nella invidia più totale ….poter degustare questo tipo di bottiglie è sicuramente un privilegio non di tutti ….. detto questo avrei una curiosità …. so che il Mumm de Cramant è di fatto un millesimato nn dichiarato, ma è possibile risalire al millesimo ….??? E se si come ??? Nelle bottiglie che ho in cantina la contro etichetta dichiara che è stato messo in bottiglia il 3-2008 ed è stato sboccato il 3-2013….. La ringrazio e le auguro buon lavoro

  4. Gentile Sig. Lupetti,
    Come sempre complimenti per il sito!. Vorrei sottoporle una mia curiosità riguardo al codice ID di krug. Ho letto il suo articolo dedicato a questo argomento ma mi è rimasto un dubbio. Vorrei gentilmente chiederle se il Krug ID è differente per ogni bottiglia oppure è possibile che più bottiglie abbiano lo stesso identico codice? Per fare un esempio: Ogni bottiglia di Krug 2003 ha un suo specifico codice ID che identifica quella determinata bottiglia o ci sono più bottiglie di Krug 2003 con lo stesso identico codice ID (trimestre, anno e codice maison)?.
    La ringrazio e saluto cordialmente.

    • Grazie!
      L’iD Code indica sostanzialmente il periodo di dégorgement, anzi, il periodo di tappatura finale, per essere precisi, indicato per trimestri, come ricorda anche lei. Quindi ci saranno un bel po’ di bottiglie con il medesimo codice, per non dire quasi tutta la produzione immessa sul mercato…

  5. Salve, ho due bottiglie credo anni 70/80 di Krug grand Cuvée, una etichetta dorata, una gialla paglierino. Non riportano il codice ID come posso risalire alle notizie delle bottiglie e al loro valore? Grazie Desirèe

    • Si tratta rispettivamente delle seconda e della terza Grande Cuvée, vendute la prima tra il 1982 e il 1996, la seconda tra il 1996 e il 2004. Ovviamente, all’epoca i’iD non era neanche in mens dei… Per l’appassionato il valore affettivo è elevato, ma poi quello di mercato colloca queste bottiglie sui 100-120 euro. Per via dell’incognita delle conservazione: potrebbero valere di più, soprattutto quella con etichetta bianca, ma tra privati l’incognita della conservazione pesa sul valore effettivo…

  6. Salve Sr. Lupetti come sempre grazie per tutta la sua passione e per condividerla con noi appassionati, aspetto con ansia la sua nuova guida del 20/21.
    Volevo sapere un suo parere cosa mi consiglierebbe tra krug collection 89 e 90
    Intendo come tiratura e prestigio
    La gingrazio in anticipo
    Buona serata

  7. Buona sera Alberto.
    Anni fa recuperai una Collection 1975, che grazie a Leo Damiani, potremmo verificare essere stata una “edizione” destinata a solo mercato inglese. Bottiglia assaggiata da Giusti, a Modena, strepitosa. Mai più trovata da nessuna parte. Ora aspetto il tuo commento sull’88, già sparito prima ancora di entrare in commercio….
    Tuo Vincenzo Tardini

    • Caro Vincenzo, sei il più grande ‘krugista’ che io conosca, quindi prima o poi dovremmo farci una chiacchierata sul mondo Krug…
      Il Collection 1988 devo decidere se metterlo nell’allegato della Limited Edition, come plus, o qui sul sito. Vediamo… Nel frattempo, sì, essendo stato giustamente mitizzato il Krug 1988, era più che prevedibile che sparisse in un lampo. Invece, nessuno ha parlato (a onor del vero le bottiglie erano pochissime…) del Krug 1988 ‘originale’ rilasciato lo scorso anno come ‘conservato nelle cantine della maison fino al 2018’. Quello sì eccezionale. Con il Collection 1990 e ancor più con il Collection 1988 c’è stato un divario enorme rispetto agli ‘originali’, a favore di questi ultimi. Probabilmente, con il tempo si faranno valere, i Collection, ma ora… Ne riparleremo!

  8. Buongiorno Alberto
    sono un fresco sommelier, ma sono sempre stato appassionato di champagne e anche dei suoi racconti e aneddoti nei libri “la mia champagne”.
    Nella mia cantina privata tralasciata da un po’ di anni per motivi di lavoro, ho “ritrovato” quasi me ne dimenticavo 2 bottiglie di Dom Ruinart del ‘98
    Tenendo presente che sono state sempre nella cassa di legno e quindi al buio con una temperatura tra 11/15 gradi, aprendole cosa mi devo aspettare?
    Sicuramente l’aspetto visivo potrei immaginarlo, perdita di bollicine e colore più d’orato, ma i profumi e il sapore?

    • Un grandissimo Dom Ruinart! La perdita di bollicine no (perché?), a meno il tappo non sia compromesso. Le consiglio un bel calice da vino bianco, una temperatura di servizio non inferiore a 9°C e qualche minuto di attesa nel calice affinché il vino si ‘apra’.
      Cosa aspettarsi? Tostature, richiami alla torrefazione, agrumi in scorza, tanta mineralità. E una bellissima eleganza, finezza…
      Buon divertimento!

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