Jacquesson e la terza (e ultima…) annata del Clos
Nel corso dell’ultimo viaggio in Champagne non potevo non passare a salutare due cari amici come i fratelli Chiquet, alias Jacquesson, soprattutto per approfondire la loro decisione improvvisa di puntare l’anno prossimo sull’annata 2008 per i Lieux-Ditse rimandare ulteriormente l’uscita dei 2009. Mi spiegano che da loro la 2009 è stata superiore alla più blasonata 2008, proprio come avvenne con la 1989, migliore della 1988 nel caso di Jacquesson, da cui la decisione. Così assaggiamo, anzi, riassaggiamo Corne Bautray 2008 e Vauzelle Terme 2008 e io mi permetto (sono amici…) di ribadire a Jean-Hervé e Laurent la mia opinione di una evidente necessità di cantina anche per questi 2008, che trovo ancora piuttosto indietro. Jean-Hervé dice che saranno commercializzati tra un anno, quindi gli champagne si completeranno naturalmente. Sarà, comunque la decisione è presa e, non a caso, proprio quel giorno si stavano degorgiando a mano (dall’annata 2008 anche i Lieux-Ditssono tirati bouchon liège) proprio questi champagne.
Li troverete nell’aggiornamento che correderà la ristampa di Grandi Champagne 2018-19 (tolte le copie già in distribuzione, abbiamo qualche decina di copie ancora a disposizione, quindi provvederemo a una piccola ristampa da immettere sul mercato a ridosso dell’estate, corredata, come detto, da un allegato con una decina di champagne che sono usciti nel frattempo, tra cui le anteprime di questi due Lieux-Dits di Jacquesson). Pertanto, oggi vi parlerò di un altro champagne, non meno interessante.
La solita generosità dei fratelli Chiquet si è tradotta, nel corso di quest’ultima visita, in un vero e proprio ripasso della gamma, quindi Cuvée 740e 741, Cuvée 736 DTe 737 DT, i suddetti Lieux-Dits, un altro della serie come il Terres Rouges 2011 (che, lo ricordo, è l’ultimo in rosa, dal 2012 sarà blanc de noirs) e, infine, il Millésime 2002 DT… insomma di tutto di più e non ricordo proprio come a un certo punto siamo finiti a parlare di un loro champagne veramente raro, Le Clos. Ero sicuro che fossero state prodotte solo due annate, peraltro via via recensite su questo sito, quindi Le Clos 2000 e Le Clos 2002, invece ecco Jean-Hervé rivelare quasi en passant che esiste pure una terza annata, la 2004. Potevo non chiedere di assaggiarlo?
Ricordo che Le Clos doveva originariamente essere il quinto champagne della serie Lieux-Dits, ma poi è diventato un esperimento limitato a sole tre annate, anche perché dopo quest’ultima vendemmia il vigneto è stato totalmente ripiantato a Pinot Noir da Meunier che era da oltre trent’anni. Il vigneto è caratterizzato da un suolo bruno/rossiccio sopra un profondo strato calcareo crayeux. Invece, la vinificazione è avvenuta in botte grande secondo la migliore tradizione Jacquesson e, dopo il tiraggio (di poco più di 1.200 bottiglie), lo champagne ha maturato la bellezza di 12 anni sui lieviti ed è stato poi dosato a 3 g/l.
Le Clos 2004
100% Meunier
dég. lug. 2017– Magnifica espressione olfattiva, con un profilo fitto, intenso, quasi tridimensionale: c’è il bergamotto, il gelso bianco, anche la mela rossa, lo zenzero, le note di pasticceria, la frutta secca, ovviamente la mineralità, più rocciosa. E l’attesa nel calice rivela pure spunti balsamici, una componente floreale gialla e la cera d’api, oltre una certa maturità che ti strizza l’occhio senza tuttavia essere mai troppo presente. Ma se il naso intriga, la bocca convince: l’ingresso levigato e salino vede ben presto la gustativa ampliarsi e farsi succosa di agrume e sale, con un’inaspettata freschezza. È anche un vino leggero, peraltro nel rispetto dell’annata, ma solido, goloso, dalla bollicina virtualmente perfetta. Ed è anche un vino dicotomico: l’assaggio spiazza per il suo incedere dritto, nitido e davvero freschissimo, a dispetto dell’olfatto che suggeriva invece maturità. Finale sapido di grande mineralità con ritorni finemente agrumati. Bellissima interpretazione del Meunier nel quale l’annata ha donato una scorrevolezza e una piacevolezza invero latenti nelle due annate precedenti.
Voto: 94/100
(ha collaborato alla degustazione Vania Valentini)
Curioso che i fratelli Chiquet tendano a non parlare troppo di questo ‘esperimento’ e se con 2000 e 2002 ci fu anche una piccola importazione in Italia, questo 2004 è rimasto invece appannaggio esclusivo della maison, almeno per ora, come dimostra la totale mancanza della tipica, ricca controetichetta. Curioso, perché sono stati gli stessi fratelli Chiquet e dire di questo champagne “une expérience trop convaincante pour être oubliée”…
Gli champagne Jacquesson sono distribuiti in esclusiva da:
Pellegrini– tel. 035/781010 – www.pellegrinispa.net
Io credo che maison come Jacquesson e Philipponat rappresentino “la misura giusta” dello champagne, sia dal punto di vista delle dimensioni (produttori nè troppo piccoli nè troppo grandi) che della qualità (non il gusto “sempre uguale” delle maison di fama, ma neanche il rischio di annate sbagliate che si corre con gli RM).
I loro base (la serie dei 700 di Jacquesson e le Royal Reserve di Philipponat) si possono acquistare a prezzi ragionevoli: questo penso sia fondamentale per farsi conoscere e apprezzare da quegli appassionati – credo siano la maggior parte – che magari si possono permettere raramente la bottiglia over 100 euro, ma che invece spendono più spesso (e soprattutto volentieri) i 30-50 euro per concedersi un’ottima bottiglia di champagne.
Chapeau.
La definizione di “misura giusta” mi mancava, anche se la trovo perfettamente calzante!
Personalmente, trovo la Cuvée 7xx superiore al Royale Réserve, ma Philipponnat vanta poi una linea di millesimati, senza arrivare al top Clos des Goisses, veramente molto interessante.
Buongiorno
Cosa ne pensa della cuvee 741 ? In cantina ho ancora una 735. Pensa che finalmente sia il momento di provarla.
Grazie e cordiali saluti
Deduco che lei non ha letto la guida Grandi Champagne 2018-19, dove la 741 è recensite in anteprima…
La 735? Sì, me la godrei ora!
Buongiorno Alberto! Intanto complimenti per gli innumerevoli consigli che ci dai… a proposito a quando una masterclass a Milano e con chi? Grazie Andrea sei sempre il numero uno!
Grazie!
Per ora a Milano ho fatto solo eventi con AIS Milano, cosa che peraltro continuerà. Seminari miei personali, più piccoli, li sto valutando, perché sarebbe un piacere poterli fare. Vedremo…
Buon giorno, Alberto, complimenti per le informazioni sempre precise e puntuali che riesce a darci.
Ovviamente l’allegato con le nuove degustazioni sarà disponibile anche per chi ha già acquistato Grandi Champagne, vero….?
P.S.) Nulla sull’uscita di Geoffroy da DP….?
Buongiorno,
grazie!
L’allegato è un’idea, ne stiamo valutando la fattibilità. Certo che spedirlo da solo a chi ha già preso la guida diventa eccessivamente costoso. Come detto, stiamo ancora valutando il tutto…
La faccenda di Richard è il segreto di Pulcinella e, comunque, resterà in sella fino a fine anno, ovvero al lancio del Vintage 2008… Non capisco perché parlarne ora alzando un polverone, personalmente ne parlerò in maniera dettagliata al momento del ritiro, che mi sembra più sensato…
Gentile Alberto,
mi piacerebbe avere da lei un giudizio sul Jacquesson Aÿ Vauzelle Terme 2002.
Se possibile poi, vorrei sapere quali differenze si evidenziano nel confronto di questo champagne con il grande Egly-Ouriet Les Crayères.
Grazie e buon lavoro.
Il Vauzelle Terme non è solo, a mio avviso, il migliore dei Lieux-Dits di Jacquesson, ma uno dei migliori blanc de noirs in assoluto!
È completamente diverso da Les Crayères di Francis Egly (Ay uno, Ambonnay l’altro, botte uno barrique l’altro, malo uno no malo l’altro, millesimato uno assemblaggio die due annate l’altro e così via), quindi un paragone è impossibile. Posso dirle che siamo al top in tutti e due i casi, sono due capolavori della ‘art champenois e’ e, se proprio vuole sapere la mia preferenza personale (personale, non da critico), metto un passo avanti il Jacquesson…