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Millésime

Le Clos Saint-Hilaire: è la volta del 2006

Probabilmente, Billecart-Salmon ha la gamma in assoluto più completa di tutta la Champagne, spaziando veramente su tutte le categorie di champagne e facendolo, oggi più che mai, con...
di Alberto Lupetti

Le Clos Saint-Hilaire 2006

Probabilmente, Billecart-Salmon ha la gamma in assoluto più completa di tutta la Champagne, spaziando veramente su tutte le categorie di champagne e facendolo, oggi più che mai, con inusitato valore. Tra l’altro, questa gamma di eccezionale ampiezza comprende addirittura tre cuvée de prestige (NF, Elisabeth e Louis) e, dulcis in fundo, pure un parcellare. Anzi un clos: il celeberrimo Le Clos Saint-Hilaire. Nato nel 1995, questo autorevole blanc de noirs si è poi ripetuto nel 1996, 1998, 1999, 2002 e 2003, anche se quest’ultima annata ha visto arrivare sul mercato soltanto 1.000 bottiglie in quanto una parte furono remises en cercle per la Cuvée du Bicentenaire. Per me, proprio Le Clos Saint-Hilaire 2003 contende la palma del migliore finora al 1999, che è stato anche l’unico non dosato. Bene, a questo punto, i più, me compreso, si sarebbero aspettati un 2004, invece no: lo champagne è stato effettivamente prodotto, ma l’assaggio da parte della famiglia un paio di anni fa non ha per niente convinto, quindi il comitato di degustazione ha deciso che non ci sarà mai il Clos sotto quest’annata, per quanto la cosa possa sembrare incredibile. Che fine hanno fatto le bottiglie? Remises en cercle anch’esse, quindi unite ad alcuni vins de réserve, sebbene alcuni esemplari siano stati conservati in cantina: ho estorto allo chef de cave Florent Nys la promessa di assaggiarlo alla prima occasione, perché non riesco proprio a capacitarmene. Quindi, quale sarà il prossimo Le Clos Saint-Hilaire? Il 2005? Esiste e uscirà, ma non ora, più tardi. La famiglia, infatti, ha deciso di posticiparlo rispetto al 2006, che è stato ufficialmente lanciato proprio in questi giorni da Mathieu-Roland Billecart in prima persona.

Mathieu Roland-Billecart
Mathieu Roland-Billecart, alla guida della maison da gennaio 2019: ha ricevuto da suo cugino François un compito non facile, ma lo sta onorando con inusitata abilità.

Il vigneto ‘Clos Saint-Hilaire’ è stato piantato nel 1964 da Jean Roland-Billecart, quinta generazione della famiglia. Già guidava la maison, tuttavia dovette ottenere il permesso dalla madre per farlo. La parcella si estende per un ettaro ed è esposta a sud-ovest, oltre a essere caratterizzata da un suolo addirittura unico per Mareuil: la composizione limoso-argilloso-calcarea che l’erosione ha qui accumulato, alla base della collina, raggiunge uno spessore di quasi tre metri contro gli 80 cm della media del villaggio. Per queste ragioni, M. Jean decise di piantarci una selezione massale di Pinot Noir: l’idea era di farci un gran rosso per migliorare ulteriormente il loro celebre Rosé. A inizio anni ‘90, suo figlio François si interessa a questa parcella e, con l’obiettivo di farne un nuovo champagne, riesce a ottenere il riconoscimento come clos, che poi intitola alla Santa patrona di Mareuil-sur-Aÿ. Nella decisione di fare un blanc de noirs ha pesato anche la vicinanza del pressoir, a meno di 500 metri: le uve non avrebbero il tempo di macerare ed estrarre colore prima di essere pressate.

Clos Saint-Hilaire
Sebbene relativamente giovane, il ‘Clos Saint-Hilaire’ è tra i più rinomati ‘clos’ della Champagne. Un ettaro di antico Pinot Noir su suolo particolare che, nel corso degli anni, è stato letteralmente esaltato sul fronte della conduzione.

A seguire, di anno in anno, il vigneto è stato implementato dall’esperto Denis Blée (chef des vignes di Billecart): inerbimento, potatura diversa (da cordone Royat a cordone permanente), lavoro del suolo (oggi con il cavallo), installazione di una stazione meteo, infine passaggio al biologico (non certificato). Il risultato è una produzione di grandi uve di elevata maturità, con una resa di circa 6.000 Kg, che poi corrispondono a una produzione massima di 4.500 bottiglie.

Nel 2006, il clos fu vendemmiato il 20 settembre, con 10,8° potenziali. Come tradizione, i mosti sono stati fermentati in barrique di diversi tonnelier con età media di 15 anni; la malolattica è stata bloccata. Dopo 6 mesi di legno, il vino ha maturato in cuve fino a luglio, quando è avvenuto il tiraggio. A seguire, oltre 13 anni sui lieviti (159 mesi, per l’esattezza), dosaggio a 2 g/l e ulteriore riposo di oltre un anno prima del lancio. Con quest’annata, cambia anche l’habillage: via la classica etichetta nera (che, peraltro, si confondeva un po’ con quella attuale dell’NF…) per far posto a una nuova in legno, mutuata dalla positiva esperienza fatta con il Sous Bois.

Controetichette Billecart
Le recenti controetichette Billecart sembrano essenziali, invece raccontano tanto lo champagne quanto i dettagli indispensabili per l’appassionato (dégorgement e dosaggio).

Le Clos Saint-Hilaire 2006

Bottiglia Billecart-Salmon Le Clos Saint-Hilaire 2006100% Pinot Noir
dég. nov. 2020 – Beh, il calice propone senza alcun dubbio un naso di grande eleganza, per non dire nobiltà. Tuttavia, il carattere solare dell’annata si avverte, ancorché ben bilanciato da una mineralità ‘bianca’ rinfrescante. Siamo di fronte a un olfatto complesso, che spazia dalla frutta secca (nocciola) all’amaretto, oltre agli agrumi (arancia rossa), ai fiori (camomilla), al frutto, che è tropicale. È evidente l’abile opera di cesellatura fatta in Billecart, però – sarà un mio limite – il tratto caratteriale dell’annata 2006 è palese, con la sua morbida pienezza. L’aspetto che sorprende maggiormente, comunque, è che si ha la sensazione di un vino meno ‘scuro’ della media dei Le Clos Saint-Hilaire, anzi questo 2006 appare quasi inusuale all’interno della famiglia. Questo suo essere inusuale si rivela definitivamente in bocca: ha eleganza e finezza, rifugge la potenza per favorire materia e concentrazione, ma alla fin fine la mancanza di acidità si avverte, il che ne limita la progressione gustativa. Così, solo la parte finale della chiusura si rianima grazie a note piccanti di pepe e zenzero. È uno champagne massiccio come un lottatore di sumo, ma con raffinatezza, per questo la bevibilità risulta in fin dei conti piacevole. Anche da solo, sebbene prediliga la tavola.
Voto: 93(95)/100

(ha partecipato alla degustazione tutto il ‘panel romano’ della guida Grandi Champagne)

Tappo Le Clos Saint-Hilaire 2006

Un Le Clos Saint-Hilaire particolare, senza dubbio molto buono e non meno ben fatto, tanto che è evidente come in Billecart abbiano abilmente cercato di piegare a loro favore l’annata senza rinnegarla. Ci sono in buona parte riusciti, ma per il valore dell’etichetta forse non è abbastanza, nel senso che da uno champagne così importante ci si aspettava maggiore emozione. Sono, infatti, la ridotta acidità (a sensazione addirittura inferiore al 2003) e l’abbondante materia a renderlo poco dinamico, però la piacevolezza di beva è alla fine sorprendente. La maison di Mareuil non ha avuto timore di confrontarsi con l’annata 2006 e, mano a mano, lo ha fatto addirittura con tutti e quattro i suoi champagne più pregiati, con risultati senza dubbio di pregio, ma il colpo d’ala a mio avviso c’è stato solo con il rosé Elisabeth Salmon, veramente notevole… Per quanto riguarda il mitico Le Clos Saint-Hilaire, dopo lo straordinario 1999 siamo un po’ stati sulle montagne russe, con un 2002 potente e, probabilmente, da far invecchiare a lungo, un 2003 capace di far esclamare “wow!” e un 2006 abile a mediare bene tra annata e savoir-faire della maison. Chissà il prossimo…

Gli champagne Billecart-Salmon sono distribuiti in esclusiva da:
Velier – Tel. 010/3108611 – www.velier.it

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5 risposte a “Le Clos Saint-Hilaire: è la volta del 2006”

  1. Salve, ho da circa 20 anni 3 bottiglie di Moët & Chandon Brut Imperial (75 ml), senza indicazioni sull’anno di produzione (conservate in cantina) e una bottiglietta di PETIT LIQUORELLE sempre della Moët & Chandon (20 cl) e vorrei chiedere il valore attuale. Grazie mille, cordiali saluti.

    • Buongiorno,
      trattandosi di non millesimati vecchi ma non storici, il valore è meramente affettivo. Per l’età, a vedere l’etichetta, direi anche anni ’90.

  2. Buongiorno Alberto,
    chiedo se fosse possibile tenere traccia nel sito degli ultimi commenti pubblicati nei vari articoli, in modo da tenere un ordine cronologico e rimanere aggiornati sulle discussioni, da cui si traggono sempre spunti interessanti.
    Nel vecchio sito se non erro c’era una apposita sezione facilmente consultabile.
    Un caro saluto.

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