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Nel calice di Vania

Egly-Ouriet, Blanc de noirs Grand Cru “Les Crayères” à Ambonnay

Forse il miglior Blanc de noirs che esista. Potente, iconico, territoriale. Ma anche mutevole, come solo i grandi vini sanno essere, e con quell’eleganza propria dei grandi pinot...
di Vania Valentini

bottiglia di champagne Egly-Ouriet,Blanc de noirs Grand Cru “Les Crayères” à Ambonnay

Forse il miglior Blanc de noirs che esista. Potente, iconico, territoriale. Ma anche mutevole, come solo i grandi vini sanno essere, e con quell’eleganza propria dei grandi pinot noir di Ambonnay. Questo Grand cru della Montagne de Reims è, infatti, tra i più stimati per il pinot nero ma in pochi sanno che, anticamente, qui si coltivava anche tanto chardonnay; vuoi per il gesso che affiora, vuoi per le esposizioni a Est e Sud-Est, più propizie per questo vitigno. Vini, quelli di Ambonnay, più lirici, delicati di quelli del suo grande ‘rivale’, Bouzy. Per dirla alla Françis Egly: ‘Bouzy le non, Ambonnay le renom’.
Francis Egly, entrato alla guida della piccola azienda di famiglia in Ambonnay nel 1982 insieme alla moglie Annick, propone, ormai da decenni, sì vini raffinati, ma anche robusti, energici, spiazzanti per complessità e longevità. Vini che se lasciati in cantina acquistano volume, slancio e quella vinosità tipica dei grandi champagne.
‘Les Crayères’ è il sua etichetta più importante; dal 1989 è espressione dell’omonimo ‘lieu-dit’ piantato nel 1946 (da qui “Vieille Vigne”) ad Ambonnay su un suolo di pura craie che giace sotto uno strato di soli 30 cm di argilla e che arriva a decine di metri di profondità. È stato vinificato il 30% con legno nuovo, è un assemblaggio di due annate (2014 e 2013), oltre 5 anni di sosta sui lieviti e soli 2 g/l di dosaggio aggiunto.

Una cuvée dall’espressione maestosa e raffinata nei riconoscimenti olfattivi (peonia, rosa, ribes nero, mora, nocciola e tabacco) prorompente all’attacco e con una bocca succosa e freschissima, vero concentrato di sapore ed energia. Perentorio e ampio nell’allungo, si muove su una materia carnosa, vitale,
mentre l’ossigenazione sprigiona un ventaglio di sensazioni indimenticabili per profondità e carattere: sale, roccia, agrumi. Miscela con grazia rara potenza e levità, sapore e freschezza.

Capolavoro ora e lo sarà ancora di più dopo diversi anni in cantina.

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7 risposte a “Egly-Ouriet, Blanc de noirs Grand Cru “Les Crayères” à Ambonnay”

  1. Buongiorno Alberto, ho comprato una bottiglia di Egly Ouriet convinto di aver ordinato il Brut Tradition Grand Cru e invece aperto il pacco mi sono trovato fra le mani il Grand Cru extra brut assemblage base vendange 2017, Pinot Noir e Chardonnay in proporzioni non dichiarate.
    Posto che credo che con qualsiasi bottiglia di Egly Ouriet si caschi bene, e quindi non è per me un problema aver ordinato la bottiglia sbagliata, vorrei se possibile sapere di più su questa bottiglia su cui riesco a trovare poche notizie e pochi pareri. Grazie mille.
    Ps. Sono in attesa di ricevere il libro su Krug la cui lettura, come le ultime tue fatiche, allieterà le mie feste.
    Un caro saluto.
    Stefano

    • Lo champagne è sempre lo stesso. Negli ultimi anni è cambiata prima l’etichetta (Brut Tradition -> Brut Tradizione Grand Cru -> Grand Cru) e poi anche la bottiglia. Lo champagne è sempre ‘lui’.
      Saluti

      • Immagino però sia cambiato il dosaggio, perché ora si presenta da extra brut. Ps nel frattempo ho ricevuto il libro di Krug, spettacolare!!

        • No, extra-brut era ed extra-brut è ancora. In quel caso la dicitura ‘brut’ è il nome più che l’indicazione del dosaggio…
          Grazie, mi fa piacere! (il libro)

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