Il favoloso rosé ‘Elisabeth’ di Billecart in verticale!
L’ho detto, scritto e ora lo ribadisco: se dovessi scommettere su una maison da qui ai prossimi cinque anni, non avrei dubbi: Billecart-Salmon. Ha la visione, persone di eccezionale valore, spirito di famiglia, è ‘indipendente’, sta dimostrando una crescita qualitativa concreta, oggettiva e costante. Chi accetta la scommessa?
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Billecart vanta tre cuvée de prestige, tutte millesimate, naturalmente, ciascuna dedicata a uno dei creatori della maison: la Nicolas-François omaggia il fondatore omonimo, la Elisabeth Salmon sua moglie, la Louis Salmon il primo chef de cave (e fratello della suddetta Elisabeth). Beh, nel corso degli anni ho avuto la fortuna di fare una verticale della prima (nel 2014) e della terza (nel 2018), ma mi mancava la seconda, che poi è forse quella che mi coinvolge maggiormente a gusto personale. Non a caso, alcuni tra gli champenois più noti e celebrati mi hanno candidamente confessato la loro predilezione assoluta per questo champagne…
Così, già l’anno scorso ho iniziato a buttare là l’idea di una verticale di Elisabeth a Mathieu Roland-Billecart (PDG della maison), che non mi ha dato del matto, ma mi ha accordato la richiesta, demandando allo chef de cave Florent Nys l’organizzazione. C’è voluto un po’ di tempo per incrociare le agende, come si suol dire, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: appuntamento la mattina del 28 marzo scorso a Mareuil-sur-Aÿ, nella sala di degustazione dei rinnovati spazi accoglienza, presenti Mathieu, Florent, Vania Valentini e il sottoscritto.

Elisabeth, lo champagne
La Cuvée Elisabeth Salmon nasce con la vendemmia 1988. Annata eccezionale per un rosé eccezionale, direi. François Roland-Billecart ebbe l’idea di dar vita a uno champagne inedito che, affiancando l’NF, omaggiasse la sua ava Elisabeth Salmon. Quindi il nuovo champagne sarebbe stato un rosé (per quanto non esista sesso negli champagne, a una donna non si poteva che dedicare un rosé…), di altissimo livello, anche perché già c’erano in gamma uno a prevalenza di Pinot (l’NF) e uno da solo Chardonnay (Louis). Trattandosi dunque di un rosé, la filosofia della nuova cuvée avrebbe avuto come base di partenza quanto fatto da suo padre Jean nei primi anni ’70 (nascita del celebre Brut Rosé, oggi Le Rosé, che fu rivoluzionario in quanto caratterizzato da una forte componente di Chardonnay e non una, ma due annate di vino rosso), però in chiave millesimato e con il vino rosso aggiunto proveniente dalle migliori parcelle di Pinot Noir di proprietà, ‘Valofroy’, sul Mont Gruguet (sopra il ‘Clos des Goisses’), proprio sotto la statua di Notre Dame protettrice del villaggio di Mareuil, e il ‘Clos Saint-Hilaire’. Poi, più tardi (1995), le uve del ‘clos’ hanno dato vita allo champagne omonimo, quindi è rimasto il solo vigneto ‘Valofroy’ a dare le uve per il vino rosso, mentre recentemente è stata introdotta, a seconda dell’annata, una parte di fermentazione in legno e la malolattica parziale. Lo champagne, com’era naturale all’epoca, nasceva da un assemblaggio a prevalenza di Pinot Noir, però, a partire dal millesimo 2000, le due uve sono andate in pareggio e dal 2008 è salito in cattedra lo Chardonnay.
Fino a oggi, la Cuvée Elisabeth Salmon è stata prodotta in occasione dei millesimi: 1988 1989, 1990, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2002, 2006, 2007, 2008, 2009, 2012 e 2013.
La verticale non ha visto in campo tutte le annate, ma le più significative, indietro fino alla 1988, della quale in maison sono rimaste meno di 10 bottiglie (grazie Mathieu e Florent!).
Abbiamo iniziato con l’anteprima della 2013, ma per i dettagli di questa nuova, entusiasmante annata di Elisabeth rimando alla prossima edizione della guida Grandi Champagne (in uscita a fine anno)…
La degustazione
Elisabeth Salmon 2012
45% Pinot Noir, di cui l’8% in rosso, 55% Chardonnay
Uve: Mareuil e Verzenay (PN), Chouilly, Avize e Le-Mesnil (CH)
Vino rosso: Valofroy
Malolattica parziale, legno 4%
Tiraggio maggio 2013, dégorgement gennaio 2023
Dosaggio 3,8 g/l
My Origin 121234
Ma che bel naso! Fior di fragola, frutta rossa croccante, nocciola tostata, spezie dolci… Un naso più fruttato che agrumato, per via della ‘maturità’ dell’annata, un naso senza dubbio nitido e invitante. L’attacco in bocca è cremoso, sostenuto da una bollicina carezzevole. Tornano protagonisti i piccoli frutti rossi, ben fusi agli agrumi, ma gialli, non rossi. Spiazzano la distensione minerale e la lunghissima persistenza, mentre concentrazione e purezza si fondono in un finale solido, segnato da agrumi e salinità. Non ha ancora l’esuberanza e la prontezza tipiche dei 2012 perché, al contrario, dà la netta impressione di poter crescere ancora tantissimo e perché ha finezza ed eleganza da vendere. Ciò nonostante, pur essendo molto, ma molto buona, si accoda alla prossima Elisabeth 2013…
Voto: 95(97)/100
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